Mancano i piani di protezione
civile, sicurezza a rischio in caso di calamità. Ognuno dei 108 comuni dovrà
dotarsi di uno strumento di prevenzione.
Ognuno dei 108 comuni della
provincia dovrà dotarsi nel più breve tempo possibile di un piano di protezione
civile e di uno strumento di pianificazione territoriale. Gli stati di
emergenza, qualunque sia la catastrofe accaduta, non potranno più garantire,
secondo le nuove normative nazionali, una copertura di interventi e di fondi
che vada oltre i novanta giorni.
E' quanto è emerso durante un
vertice che si è tenuto in prefettura per informare i sindaci e fare il punto
sulla situazione in un territorio che negli ultimi tre anni è stato il più
colpito dalle calamità naturali. Basti pensare all'alluvione di Scaletta e
Giampilieri che, tre anni fa, causò trentasette vittime e lasciò senza casa
migliaia di persone, alla frana di San Fratello che generò centinaia di
sfollati e all'alluvione di Saponara che causò tre vittime e centinaia di
senza-casa.
I responsabili della protezione
civile provinciale, davanti al rappresentante del governo Stefano Trotta, hanno
illustrato, a chi governa uno dei territori più vulnerabili dell'isola, quali
siano gli effetti delle nuove regole. Trascorsi i 90 giorni dalla proclamazione
dello stato di emergenza, i comuni, dovranno farsi carico di ogni cosa.
Indispensabile dunque un'azione
di prevenzione che inizia dalla stesura di un piano di protezione civile. La
nuova normativa di protezione civile dettata dalla legge n. 100 del 2012,
impone procedure ed adempimenti per le amministrazioni locali.
Il 13 dicembre si è tenuto il
primo di cinque incontri convocati dal Prefetto e dal dirigente del servizio
regionale di protezione civile con le amministrazioni locali. Alla riunione
hanno partecipato i comuni limitrofi alla città, ma già da oggi e nei prossimi
giorni si effettueranno altri incontri in provincia che vedranno la
partecipazione complessiva di tutte e 108 le amministrazioni locali.
Gli incontri hanno lo scopo di
avviare una serie di attività di collaborazione tra i Comuni, la prefettura e
il dipartimento regionale di protezione civile. “Tra le modifiche più
importanti - si legge nella nota della protezione civile inviata ai comuni -
quelle che riguardano la durata dello stato di emergenza che adesso è fissato
in 90 giorni dall’evento. Trascorso questo periodo le amministrazioni locali
dovranno procedere con propri mezzi all’assistenza alla popolazione e a tutti
gli altri adempimenti atti al ripristino delle normali condizioni di vita”. Il
Prefetto, inoltre, è responsabile del piano di protezione civile provinciale.
E’ indispensabile, oltre che
obbligatorio, che ogni comune si doti di un piano di protezione civile adeguato
alla proprie caratteristiche specifiche ma anche di uno strumento prioritario
per la pianificazione e lo sviluppo del territorio e del tessuto comunale.
di Emilio Pintaldi, Giornale di
Sicilia
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