In attesa del cambiamento dei
Maya la comunità sanfratellana dovrà cambiare a causa della frana.
Nei prossimi giorni, o forse
anni, scopriremo se realmente il cambiamento dell’umanità previsto dai Maya ci
sarà oppure no. Intanto a San Fratello il cambiamento è già in atto, sancito
dal verdetto del dissesto di quasi tre anni fa.
Un atto di forza che ha modificato
per la terza o quarta volta la cartina del millenario paese, privandolo di
edifici pubblici e privati, nonché di abitanti. Nel massimo rispetto per la
perdita delle proprietà private, sotto la lente finisce però l’edificio di culto,
la Chiesa di San Nicolò che in questi giorni sta cadendo sotto i colpi delle
ruspe.
Dopo tanti secoli - forse quanti
l’età stessa del paese - San Fratello non avrà più l’antica matrice. Quel
tempio inizialmente costruito in cima alla montagna col primo borgo attorno
alla roccaforte, e che per causa di forza maggiore insieme al centro si spostò nell’ultimo
secolo per rimanere nuovamente ferito.
Ma le frane hanno accelerato un
processo già avviato cinquant’anni fa dalla Madre Repubblica che iniziò, con
provvedimenti e direzioni politiche alquanto discutibili, il lento smantellamento
di questa parte di entroterra siculo. In questo momento sembra che nulla
possiamo fare per evitare la centralizzazione della vita in luoghi ben definiti
e automaticamente il ridimensionamento della nostra piccola comunità, perché gli
abitanti sembrano stanchi di lottare e perché anche i nostri vicini sulle
montagne - che non hanno avuto tragedie come le nostre - non stanno certo
meglio di noi.
Possiamo però provare a ridurre
questo cancro che lentamente uccide San Fratello, possiamo farlo con sacrifici
e con la perseveranza che da millenni impedisce a questo antico popolo di
fuggire in massa dalla terra delle frane. Una terra che ha custodito le Sacre ossa dei
Tre Santi, ha dato i natali al celebre quanto umile San Benedetto il moro, ha
forgiato la nobile parlata galloitalica di San Fratello e il forte cavallo
sanfratellano, ma anche terra di tradizioni e antiche usanze, luogo di fede e
di alti valori. Quindi, la stessa terra che ha dato la vita, poiché ben
consapevoli che l’allontanamento da questo fazzoletto tra l’Inganno, il
Furiano, il Castellaro e il Passo dei Tre si concretizza inesorabilmente con la
perdita delle singolarità che rendono speciali agli occhi del mondo l’antico
popolo dei sanfratellani.
Allora, proviamo a far crescere
la speranza che forse tutto cambierà, aggrappandoci al ciclo della storia o a quegli
uomini che hanno voluto con forza piantare le radici in questo fazzoletto,
consentendo ai propri figli di essere custodi indiretti dei tesori di “San
Filadelfio e della terra dei Tre Santi”.
I Maya si riferivano all’umanità,
ma la piccola realtà di San Fratello è ugualmente chiamata a rispondere ad un
cambiamento epocale per la sua storia. Il primo cambiamento strutturale è già in corso, adesso tocca alla popolazione comprendere che la montagna priva di radici sarà più
fragile alle calamità, contrariamente radici ben forti fermeranno la terra e qualsiasi
tentativo di frana. Ma dopo anni di divisioni interne che hanno caratterizzato
la storia del centro nebroideo, per la prima volta gli abitanti saranno
chiamati anche ad unirsi sotto un’unica bandiera, provando a remare tutti nella
stessa direzione.
Nessuna divisione tra i
quartieri, nessuna guerra ideologica e ormai quasi mistica tra quelli di sopra
e quelli di sotto; e così dovrà essere anche per le tre parrocchie unite sotto
la direzione dell’Arc. Salvatore Di Piazza che non ha mai abbandonato il popolo
in questi mesi terribili, con lui Don Ciro Versaci e adesso Don Michele. A loro
il difficile compito di mantenere alta la fede di un popolo che sembra in crisi
di identità.
All’appello manca soltanto la
politica, sempre in guerra per ambizioni personali e per arricchire il proprio
portafoglio in contrasto con il progresso della comunità. Prima il popolo
dunque, ma prima o poi toccherà anche ai politici fare la loro parte e
concedersi il passo avanti verso il cambiamento in meglio; ed è alquanto
bizzarro pensare che l’umanità si appresta a sapere quanto siano fondate le
previsioni dei Maya, tra fine del mondo scongiurata e incontri extra-terrestri,
mentre nella piccola San Fratello le elezioni del 2013 ci confermeranno se il
cambiamento sia stato completato con il progresso della politica locale o se
dobbiamo aspettare ancora un altro dissesto, questa volta mentale.
bell'articolo...ho solo un punto in disaccordo ma non lo scrivo perchè non ho voglia di stare a discutere con certa gente ....cmq bravo sei uno dei pochi che stimo ....ci vedremo tra pochi giorni...intanto buone feste!!!
RispondiEliminaBellissimo articolo, speriamo che i sanfratellani lo capiscano!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaComplimenti al poeta. Bravissimo.Vi AUGURO BUONE FESTE a tutti i Sanfratellani. Ciao
RispondiEliminaGrazie! Ricambio gli auguri [C.E.]
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