Al confine con il
parco dei Nebrodi, tra ulivi secolari, faggi, querce e tipici rustici in pietra
potrebbero spuntare come funghi capannoni in cemento armato a deturpare
l'ambiente in un territorio ancora incontaminato e totalmente vocato al turismo
rurale ed ecosostenibile.
In pratica, al confine con il parco dei
Nebrodi, tra ulivi secolari, faggi, querce e tipici rustici in pietra
potrebbero spuntare come funghi capannoni in cemento armato a deturpare
l'ambiente in un territorio ancora incontaminato e totalmente vocato al turismo
rurale ed ecosostenibile.
Acquedolci, foto storica degli anni '30 |
Il Comune di Acquedolci ha
individuato l'area dove realizzare un polo artigianale ma, intanto che il
progetto si realizzi, rilascia autorizzazioni per l'insediamento di impianti
produttivi in zone di verde agricolo.
L'area artigianale individuata si
trova in contrada Buffone, quasi al confine con la zona industriale di
Sant'Agata Militello. Un sito idoneo per lo sviluppo dell'imprenditoria locale
perché vicino al porto, allo svincolo autostradale e alle altre realtà
produttive esistenti in zona.
«Purtroppo ci sono dei contenziosi in corso
sull'area che frenano il progetto - dice Cirino Gallo, sindaco di Acquedolci
dal 2006 -. In alternativa abbiamo rilasciato autorizzazioni a costruire in base
all'articolo di una legge regionale sugli insediamenti produttivi».
L'articolo
a cui fa riferimento il primo cittadino è il 22 della legge regionale 71/78. La
norma prevede che "nelle zone destinate a verde agricolo dai piani regolatori
generali sono ammessi impianti o manufatti edilizi destinati alla lavorazione o
trasformazione di prodotti agricoli o zootecnici locali ovvero allo
sfruttamento a carattere artigianale di risorse naturali locali".
Ma le
ultime due autorizzazioni rilasciate dall'amministrazione comunale nulla hanno
a che vedere con "la trasformazione dei prodotti tipici locali". I
nuovi insediamenti prevedono la nascita di un'azienda per la lavorazione del
ferro e dell'acciaio e una fabbrica di cartucce da sparo per fucili da caccia.
«La stessa legge - risponde Gallo - consente ai Comuni che non hanno un'area
artigianale di destinare lotti in zona di verde agricolo anche ad altre
tipologie di produzione. Basta che ci sia una distanza di duecento metri dal
perimetro urbano e che accanto siano presenti altri insediamenti produttivi».
Le due fabbriche di prossima costruzione saranno realizzate in contrada Favara,
dove sono iniziati i lavori di sbancamento per fare posto ai capannoni. Le
ruspe e i camion hanno già inghiottito un boschetto di querce e minato la
tranquillità della zona.
«Non è proprio il posto ideale dove allocare delle
aziende perché lontano dal porto, dall'autostrada e in pieno verde agricolo -
dice il sindaco Gallo -, ma lì sono presenti già delle attività produttive e
quindi non possiamo impedire l'applicazione di una legge. Mi dispiace per i
residenti di contrada Favara».
Le attività presenti riguardano un
"marmellatificio" mai entrato in produzione e un frantoio che di
produttivo ha ben poco, tra l’altro in funzione solo pochi mesi l’anno.
C’è preoccupazione in paese per una legge che se applicata su larga scala
potrebbe stravolgere un paesaggio ancora immune dalla speculazione edilizia. I
residenti della “Favara” temono che la loro contrada possa trasformarsi da
un’oasi di tranquillità a un luogo invivibile che mette in pericolo anche la
loro salute.
di Luigi Salerno, Giornale di
Sicilia
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