A partire
da quelli per la messa in sicurezza del territorio dopo le alluvioni di
Giampilieri, di San Fratello e della costa tirrenica per i quali sono stati
stanziati 200 milioni di euro.
“Il settore
edile in provincia di Messina è tra i più colpiti dalla crisi a causa del
totale blocco delle opere pubbliche e anche dell’edilizia privata”. Lo sostiene
il segretario generale della Fillea Cgil, Biagio Oriti, secondo il quale in
questi ultimi anni “si è registrata una forte diminuzione dei posti di lavoro
ma anche un peggioramento nelle retribuzioni e nella qualità del lavoro, spesso
ai limiti della regolarità”.
Nel corso dell'assemblea promossa dalla
Fillea Messina, è stato costituito il Comitato provinciale per il Lavoro in
Edilizia, che nasce come reazione alla grave perdita di lavoro nel settore
evidenziata sia dall’Istat, sia dai numeri della Cassa edile e dall’Ance. Dal
2010 al 2012, secondo i dati della Cassa edile, a Messina i lavoratori attivi
nel settore delle costruzioni sono passati da 11.687 a 10.377 e, ancora più
significativamente, il monte salari è sceso da 85.269.000 euro a 74.799.000
euro, con una perdita in due anni di oltre 10 milioni di euro di reddito tra i
lavoratori.
Per le aziende le cose non vanno meglio: tra il 2008 e il 2010 le
imprese attive nelle costruzioni sono passate da 2.835 a 2.737 mentre le gare
ufficiali per lavori pubblici nell’edilizia sono scese da 96 del 2011 a 61 del
2012, per un eloquente -36,5 %.
Per la Fillea bisognerebbe far partire subito
lavori programmati e non ancora realizzati, a partire da quelli per la messa in
sicurezza del territorio dopo le alluvioni di Giampilieri, di San Fratello e
della costa tirrenica per i quali sono stati stanziati 200milioni di euro.
Bloccati anche gli 80milioni della manutenzione autostradale sulla
Messina-Palermo e quelli per le scuole e gli edifici pubblici, così come anche
i lavori per l’ammodernamento e la sistemazione dei porti di Tremestieri,
S.Agata Militello, Milazzo, Lipari e Capo d’Orlando.
“A Messina il settore
edile vive una crisi profonda sia a causa della congiuntura che dell’inerzia
della pubblica amministrazione - denuncia il segretario Oriti -. Far partire i
lavori bloccati o quelli finanziati e mai avviati creerebbe lavoro, darebbe
slancio all’economia e magari ammodernerebbe anche il nostro territorio che
soprattutto sul versante della mobilità vive un gap impressionante con il resto
del Paese”.
Fonte:
Tele90
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