Quei venti minuti che stanno ammazzando secoli di storia

Una lenta delocalizzazione sulla costa sta causando il ridimensionamento della nostra realtà e la fine di un'epoca.


Venti minuti di auto possono cambiare la vita? Certamente la stanno cambiando in peggio a San Fratello, dove sempre più giovani famiglie decidono di investire il loro futuro nella vicina costa che dista a soli 10/12 km e venti minuti di strada in auto che diventano anche 15 se si scende per Acquedolci.

Eppure spesso si rinuncia a vivere a San Fratello in favore di un’abitazione sulla costa e così quello che abbiamo a fatica tramandato per oltre 1000 anni verrà perso in pochi decenni. Tra le tradizioni di casa nostra chi rischia seriamente di scomparire nel giro di una, al massimo due generazioni è la lingua galloitalica.


Sulla costa ci sono più servizi e spesso di qualità superiore, l’esempio del progresso è la vicina Sant’Agata Militello ormai diventata il centro del comprensorio dei Nebrodi. Ma sono tutte le cittadine sulla costa a godere di vantaggi che vengono amplificati dalla favorevole situazione dei trasporti.

La lenta morte di San Fratello, alla pari dell’entroterra siciliano, con tutto il suo carico di storia e di cultura è iniziata con il silenzioso esodo che in passato ha visto protagonisti molti giovani andare via, verso il ricco nord o all’estero alla ricerca del lavoro. Chi è rimasto ha sempre manifestato un’intrinseca rabbia per le partenze che nel tempo è diventata rassegnazione poiché pian piano a macchia di leopardo ha coinvolto tutte le famiglie.

Allora non è un caso la sensazione che tutti i Sanfratellani prima o poi provano, quando si ritrovano per le mani una foto sbiadita: “è soprattutto in questi momenti che ci si rende conto della costante situazione negativa del paese”. Lo spopolamento non colpisce solo ed esclusivamente l’economia, sono anche quella serie di rapporti umani mancati conseguenti a causare il declino del “nobile popolo”, perché il “cancro della disoccupazione” porta via tanti amici e parenti, sparsi ormai per il mondo.




 

 

 
 

 




Un tempo in certi casi sembrava inevitabile andare alla ricerca di una nuova vita lontano miglia e miglia dalla Roccaforte.

Oggi, invece, i Sanfratellani sempre più spesso decidono di andare via a venti minuti da San Fratello contribuendo comunque alla scomparsa della nostra cultura. Con l’effetto che quella rassegnazione al ridimensionamento della propria realtà è tornata ad essere solamente rabbia, nel vedere agire come le locuste un popolo ricco di storia come quello Sanfratellano.
 
In fondo però queste decisioni sono frutto della libertà che contraddistingue la nostra epoca, con il tempo che vale denaro e il caro carburante che ci assilla quotidianamente. Una libertà di scelta da difendere …sia chiaro! Qui si critica solo la mancanza di attaccamento al sudore o ai sacrifici tra anima e sangue che in passato hanno contraddistinto i nostri avi, rendendoci ciò che siamo agli occhi del mondo: “Unici!!!”.



Ciò che spesso tradisce questa scelta è l’illusione che molti hanno, di poter continuare ad essere pesci senza acqua, pastori senza bestie o ancora peggio quando inconsapevolmente si identificano nel valoroso capitano che con i piedi sulla terraferma è determinato ad ordinare ai futuri naufraghi di non abbandonare la nave che affonda nel nome dell’amor patrio … non spiegandosi (magari) perché in certe circostanze questi ultimi non lo ascoltino. [C.E.]    

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