Ingroia svela i segreti di Stato, il Governo raggiunse un accordo con i boss di "Cosa Nostra"

Le sconcertanti dichiarazioni di un accordo Stato-Mafia raccolte in un libro presentato a San Fratello.


di CARMELO EMANUELE.
Si è svolta nell’aula consiliare del comune di San Fratello la presentazione del libro “Antonio Ingroia. Io so”, con la presenza dell’ex-magistrato che ha raccontato alcuni momenti dell’ultimo ventennio di indagini, e di mancate indagini, sul tema Stato-Mafia.

L’ex magistrato ha ricordato l’enorme lavoro che hanno svolto tutti gli uomini di giustizia, ed è a loro, e per loro che ha deciso di continuare questa battaglia alla ricerca della verità. Quella verità nascosta e scomoda per lo Stato Italiano, che racconta di un accordo segreto tra i capi del Governo di allora con i boss della malavita organizzata per raggiungere una tregua ed evitare nuove stragi.

Tra il pubblico, molto interessato, si è aperto anche un dibattito a cui ha preso parte lo stesso Ingroia chiarendo diversi punti sulla questione che ha portato all’arresto dei maggiori esponenti di “cosa nostra”, ma non dimenticando quanti uomini sono stati sacrificati per raggiungere la situazione attuale, definita di calma apparente, poiché la mafia è tutt’altro che sconfitta, semmai ha cambiato forma e modi di agire.

Ingroia ammette anche di non essere ottimista per il futuro, poiché se la morte di Falcone e Borsellino e di tutte le altre vittime di mafia hanno in qualche modo scosso la coscienza della gente e l'opinione pubblica, questo non si può dire per la politica italiana attuale, sempre condizionata dagli scandali di stampo mafioso.




Commenti

  1. LE ALI TARPATE.

    A GIOVANNI FALCONE FU IMPEDITO di DECAPITARE LA MAFIA.

    La mafia non fu debellata dal Fascismo, checché se ne dica.
    Durante il ventennio fu costretta dal “Prefetto di ferro” Mori, a soggiacere. Tanto durò il letargo. Poi, come uno zombi, ritornò a riqualificarsi più forte e vorace di prima.
    La mafia, la ´ndrangheta, la sacra corona unita, la camorra e tutta quanta la «malavita organizzata» vive e vegeta dentro gli apparati dello Stato. Essa è spietata, inesorabile; ed forte per essere tale.
    Si arricchisce di economie sommerse proibite, di « ‘sangue’ economico» della povera gente costretta a tenderle la mano per non morire.
    Vecchia proselita del “ Do ut des” lo incarna totalmente. Un’accolita di canaglie internazionali dediti allo spolpamento delle genti.G. e F. Falcone, P. Borsellino, R. Chinnici, Dalla Chiesa, Basile, la scorta, perirono nell’eseguire il proprio dovere a guardia del quieto vivere di tutti i cittadini di questo Stato Italiano.
    Ancora, come allora, dentro la politica «sporca e bugiarda» si annidano talpe fedifraghe, roditrici dai denti aguzzi favoreggianti azioni criminali.
    Forse, la colpa di ciò è anche di noi tutti cittadini benpensanti, che subendo, e constatando reati più o meno gravi di qualsivoglia genere, pensiamo di… lasciare andare… senza denunciarli, per poi non perdere tempo ad andare a testimoniare l’evidenza a questa Giustizia−lumaca.
    Crediamo, erroneamente, che così staremo con l’animo in pace.
    Errore gravissimo, così facendo favoriamo la delinquenza poiché questa, certa di questa involontaria omertà, si avvale di una sicura immunità solidale per timore di conseguenze negative.
    CUM GRANO SALIS
    Il silenzio su un delitto o sulle sue circostanze ostacola la ricerca e la punizione del colpevole.
    Salvatore Emanuele - Firenze

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