Un progetto realizzabile che potrebbe valorizzare il Cavallo,
la storia e la cultura di San Fratello.
Presentazione a cura di Tiziano Bedonni.
“Il Gran Palio di San Fratello” è “La Carriera dei
Latini”, intesa come corsa riservata ai Cavalieri e ai Cavalli di Adelaide e
voluta dalle genti che si sono trasferite in Sicilia al suo seguito quale
occasione per dimostrare la propria abilità di Cavalieri, di Allevatori ed il
conseguente valore e la qualità dei loro particolarissimi cavalli.
Quei Cavalli
e quei Cavalieri da allora indissolubilmente legati ad Adelaide ed alla loro
nuova terra. - Cavalieri e cavalli che dal 1089 al 2013 vantano novecentoventiquattro
anni di storia e di tradizioni testimoniate da una lingua ancor oggi parlata, dal
folklore ed in una parola dalla cultura latina e cattolica da allora divenuta
dominante sull'Isola grazie anche ad Adelaide ed alle laboriose e caparbie
“genti-latine” del suo seguito ed al valore ed alla versatilità in guerra come
in pace dei loro cavalli, che ancor oggi e da allora nascono e crescono liberi
nei Nebrodi.
La storia delle origini del Cavallo Sanfratellano dei
Nebrodi è dunque parte fondante della storia delle genti latine e del
territorio sul quale si insediarono e dove la loro millenaria Razza Equina si è
formata ed evoluta. E' storia della Sicilia. E' storia d'Italia e delle origini
delle radici cattoliche dell'Europa. E' Politica. E' storia di politiche di
migrazioni e trasferimenti di popolazioni dal nord al sud della penisola.
Proprio così, dal nord al sud e non il contrario.
Agli inizi dell'anno mille, quando i Normanni si
insediarono in Sicilia, ricercarono e favorirono una politica di immigrazione
della loro gente, in minima parte francese ed in gran parte dall'Italia
settentrionale (Piemonte-Monferrato-Cerreto-Liguria ed Emilia
dell'ovest, ecc.), allo scopo di rafforzare il “ceppo latino” che in
Calabria e Sicilia era fortemente minoritario rispetto a greci, bizantini,
ebrei e soprattutto saraceni-musulmani provenienti dalle vicine coste nord
africane e dominatori sull'isola da quasi due secoli.
Un rinforzo a tale
apporto di popolazioni latine si ebbe già in modo consistente anche con il
matrimonio del Conte Ruggero, erede della dinastia normanna di Sicilia, con
Adelaide del Vasto (Piemonte 1074 – Sicilia-Nebrodi
1118) figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato e di
Savona. Un matrimonio che si inquadra in rapporti probabilmente ampi fra
Aleramici del Nord Italia e Altavilla-(Hauteville) normanni
di Sicilia. Pare infatti che la conoscenza tra le due dinastie risalisse alla prima
crociata e che il padre stesso di Adelaide fosse morto proprio combattendo in
Sicilia per la riconquista dell'isola al fianco dei Normanni.
Per Ruggero rimasto vedovo per la seconda volta ormai
sessantenne e padre di dieci figli, quello con la potente famiglia d'origine
della giovanissima Adelaide rappresentava dunque la possibilità di stipulare un
terzo, politicamente vantaggioso, accordo matrimoniale. Non vi è dubbio che
quel matrimonio fu certamente un “instrumentum-regni”.
Le fastose Nozze avvennero a Mileto nel 1089 e per
quell'occasione Adelaide giunse in porto a Messina in pompa magna su navi da
cui sbarcarono quale dote e scorta un nutrito seguito di suoi conterranei.
Gente “latina” delle sue terre del nord, che l'aveva seguita per insediarsi
sull'Isola con armi, armenti, attrezzi e cavalli.
Una prima consistente
avanguardia di quel flusso migratorio poi massicciamente favorito sia da
Adelaide per decenni, che dai suoi eredi dinastici, ivi incluso Federico II (Federico-Ruggero)
di Svevia. - Adelaide concesse da subito alle sue genti territori in
esclusiva e privilegi ancora oggi individuabili nei Nebrodi. Gli aspetti
enclavici-culturali e folcloristici persistenti e non ultima la lingua-parlata
ancor oggi ne sono testimonianza sia a San Fratello che in taluni Paesi
dell'area.
Con l'arrivo di Adelaide ha dunque origine la prima
immissione consistente e storicamente documentata sull'area nebroidea di
“genti-latine” del nord Italia e di soggetti equini “nordici” appartenenti a
popolazioni equine differenti da quelle insulari e da quelle precedentemente
giunte sull'Isola da sud e da oriente.
Si trattò dunque dell'inizio della lunga
storia che avrebbe concorso alla formazione della popolazione equina dei Monti
Nebrodi: la Razza Sanfratellana. Una Razza che per la sua stessa origine è, e
resta, indissolubilmente legata alle vicende storiche del territorio ed alle
sue genti-latine.
Ancora oggi è così. La razza dopo quasi mille anni è
ancora ben radicata nella cultura e nelle tradizioni dell'area ed i giovani del
luogo ne sono per tradizione i gelosi custodi.
Una razza le cui doti sono ancora ben evidenziate nelle
prove previste per l'assegnazione annuale del “Palio” ambito e conteso
nell'ambito della “Corsa dei Latini” del Gran Palio di San Fratello. Una razza
storica e di indubbio valore di cui molti oggi parlano ma di cui in definitiva
ben poco, o non tutto, in realtà traspare e si conosce.
Anche a questo può
dunque servire il Gran Palio di San Fratello, che essendo una prova riservata ai
puledri maschi di 5 (cinque), 6 (sei)
e 7 (sette) anni nati e cresciuti nel territorio
d'origine possono contribuire a svelarne le caratteristiche a coloro, anche tra
gli esperti, che desiderano approfondirne le peculiarità uniche di soggetti che
qui nascono liberi da 924 anni.
Indubbiamente un valore aggiunto sul quale
conta per una maggiore valorizzazione e promozione l'Associazione Sportiva del
Cavallo Sanfratellano sostenitrice della Razza e delle prove tecniche insite nella
rinnovata tradizione della “Carriera dei Latini” del Gran-Palio di San
Fratello.
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