A San Fratello la partecipazione alle celebrazioni religiose legate ai loro patroni mantiene ancora una tradizione popolare molto intensa.
Dopo l'ottima
riuscita del triduo in onore dei santi patroni Alfio, Filadelfio e Cirino viene
spontaneo ringraziare tutti quelli che hanno dato il loro contributo per la
realizzazione della festa.
All’arciprete don Salvatore Di Piazza e a padre
Simone Campana. Al comitato festeggiamenti Santi Alfio Filadelfio e Cirino. All’amministrazione
Comunale, guidata dal Sindaco dott. Francesco Fulia. A tutti i commercianti per
la loro collaborazione. Un ringraziamento
particolare va a tutti i cavalieri che si sono contraddistinti per sobrietà e
correttezza. A tutti gli elementi del Corpo Bandistico “S. Benedetto il
Moro" che ha onorato i Santi Patroni con la loro presenza alla
processione. Alle forze dell’ordine, ai vigili urbani e all’associazione dei Rangers che hanno garantito un regolare svolgimento della festa con il loro
prezioso lavoro.
A San Fratello la
partecipazione alle celebrazioni religiose legate ai loro patroni mantiene
ancora una tradizione popolare molto intensa. Le figure dei santi fratelli sono
molto radicate nella credenza collettiva. Queste sono opportunità per
apprezzare, non solo la ritualità religiosa, ma anche il folklore associato
alla storica cavalcata che accompagna la processione al santuario normanno che
sormonta il massiccio roccioso del Monte Vecchio, comunemente identificato con
l’antica Apollonia.
Riportiamo di
seguito una pubblicazione di Antonino Bonfiglio del 1976 che racconta in
particolare come avvenne il martirio dei tre Santi.
Il 1O maggio 253 d. C.
Il glorioso Martirio dei Tre Fratelli Alfio - Filadelfo e Cirino alla
Fontana
Era un bel dì di Maggio, giorno 10 di Mercoledì. La
sterminata piazza di Leontini era gremita di folla in attesa di un grande
evento storico. I Tre Fratelli venivano messi alla prova suprema dopo essere
stati costretti a girare nudi e a piedi scalzi i colli e le vie della città di
Leontini. Ecco il perché della Via dei Santi che il
popolo percorre ogni anno nella notte dal 9 al 10 Maggio. Nel Foro Tertullo,
ammantato di Porpora, attorniato dai Consiglieri e da numerosi soldati romani,
fece tradurre i Tre Fratelli. A fianco al trono del Preside si erigeva una
statua di una divinità pagana. Tertullo invitò i Tre Fratelli ad incensare alla
dea.
"0 vi piegate agli dei di Roma o presto sarete
uccisi: Decidete!"
Sant'Alfio rispose per tutti!
"Noi siamo Cristiani!!! - Fa su di noi quello che
tu vuoi, inventa strumenti di tortura; Noi saremo sempre fedeli a Gesù Cristo,
Figlio di Dio vivente".
Filadelfo e Cirino confermarono quanto detto da Alfio.
"Nostra madre - essi dissero - ci ha dato
l'esempio; essa è beata in Cielo; il maestro Onesimo, il nostro nipote Erasmo e
altri 13 Compagni sono stati sacrificati a Pozzuoli; Mercurio e i suoi soldati
decapitati da te o Tertullo; altri nelle contrade di Leontini; e noi dovremmo
piegarci a te?"
Tertullo furente, si alza agitato, si consiglia coi suoi
Consiglieri ed esclama:, "Nel nome
dell'Imperatore di Roma, ordino di strappare la lingua ad Alfio e buttarla in
quel pozzo aperto (ecco il nome di Chiesa della Fontana dove ancora sgorga
un'acqua limpida e sempre viva bevuta dai fedeli);
Filadelfo sia steso su
quella graticola ardente, - Cirino sia tuffato nella caldaia bollente".
Mentre spiravano tutti videro Angeli del cielo portanti
corone che posarono sulle teste dei Tre Santi Fratelli.
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