Terza edizione dei presepi di quartiere

Si rinnova anche quest’anno la brillante iniziativa dei presepi di quartiere, giunta ormai alla terza edizione, piccoli e grandi sono tante le rappresentazioni della natività apparse in ogni quartiere della cittadina nebroidea, ed il centro è ormai ben immerso nell’atmosfera natalizia, visto che come tradizione vuole non mancano neppure gli addobbi in ogni abitazione. 

A completare uno scenario particolarmente suggestivo anche gli addobbi nelle vie principali e un programma di eventi natalizi entrato già nel vivo. Tanti anche i cittadini che hanno programmato di ritrovarsi davanti ai presepi di quartiere per trascorrere la serata tutti insieme, e magari gustando le prelibatezze della cucina Sanfratellana offerte dai residenti e all’occorrenza brindando al Santo Natale e all’arrivo del nuovo anno.

Tutto sembrerebbe perfetto, ma duole dirlo nuovamente (come è successo anche nelle precedenti edizioni), quello che manca è solo una buona promozione di un pacchetto di eventi che potrebbe portare qualche turista in più a San Fratello, rispetto ai miseri numeri degli ultimi anni. Troppo carente l’informazione offerta sugli eventi in programma, assenti i percorsi per raggiungere i presepi che spuntano come funghi ad ogni vicolo. Basti ricordare che l’anno scorso neppure i residenti erano a conoscenza del numero esatto e del sito di tutti i presepi di quartiere presenti a San Fratello, trovando in tutto questo come unico aspetto positivo solo l’appassionante “caccia al presepe” che ha coinvolto gran parte degli abitanti.

Potete inviarci le foto dei presepi di quartieri alla nostra mail sottolapietra@email.it, inserendo via e numero civico del sito del presepe.  


Commenti

  1. DAL MIO PANIERE DEI RICORDI ESTRAGGO:

    Era l’anno di grazia 1929.

    Il 14 del mese di dicembre, la vecchia Marina di San Fratello ora denominata Acquedolci – Fraz. Del Comune di San Fratello (San Frareu per gli indigeni sanfrardei) iniziava a vivere una nuova vita di grandiosa festività.

    La nuova Chiesa dedicata a Maria Assunta,ancora fresca di muratura e gessi ornamentali, si apriva a festeggiare il primo periodo natalizio.
    La luce elettrica era ancora da venire. Le vie buie venivano appena appena rischiarate dai lampioni infissi sui muri agli angoli delle vie, uno ad ogni lato del quadrilatero.
    Tutte le sere nell’ora del calar del sole, un addetto lampionaio, passava per le vie ad accendere i lumi a petrolio.
    Il buio delle abitazioni veniva rischiarato dalla fiamma del lucignolo impregnato del petrolio contenuto nel serbatoio del lume stesso.
    Sul comodino, accanto al letto, una lucerna ad olio d’oliva con accanto la scatola di prosperi stava pronta per essere accesa al bisogno, e evitare possibili inciampi. Questa era la vita paesana degli anni venti del XX secolo.

    Ma il bel e buon Natale arrivava lo stesso.
    La vita degli abitanti ferveva di entusiasmi religiosi, di bontà, di dolcezze fatte in casa.
    Tutti i giorni della novena natalizia, intorno alle cinque, un suonatore di zampogna abbracciando un otre gonfio d’aria girava per le vie cittadine suonando le belle musiche natalizie: “Tu scendi dalle stelle” ecc.
    Di solito questi zampognari, erano pastori che provenivano dalla Basilicata; vestivano i costumi propri dei pastori dell’epoca: giacconi di pelle di pecora e gambiere rilegate agli stinchi della stessa materia, mentre i calzari erano di cuoio bovino grezzo, uguali a quelli indossati dai pastori sanfratellani.

    Io fanciullo di cinque anni, insieme a tanti altri amichetti, mi recavo alla messa; mamma arrivava dopo, mentre i nonni a causa dell’età rimanevano in casa: nonna Rosalia recitava le giaculatorie, mentre nonno Luigi tra una avemmaria ed un paternoster faceva scattare il coperchio della tabacchiera di corno e prendendo un pizzico di tabacco se lo portava alle narici per il fiuto di rito.
    Intanto cominciava ad albeggiare, il sacrestano aveva acceso le candele di sego dell’altar maggiore e quelle dell’unico lampadario atto ad illuminare la grande navata centrale della Chiesa.

    Prima ancora che incominciasse la S. Messa, lo zampognaro sostava sul sagrato della Chiesa intonando le canzoncine natalizie e, noi fanciulli lo attorniavamo beati e incantati nel vederlo armeggiare l’otre e sentirlo mettere in note musicali il potente soffio dei suoi polmoni.

    Salvatore Emanuele - Firenze

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