La storia dei cognomi Sidoti, Foti, Valenti, Ioppolo, Lo Cicero, Oddo, Nicosia, Calì, Mancuso, Russo, Messina, Crimi e Caiola

Ecco da dove arrivano alcuni cognomi presenti ancora oggi a San Fratello.

di Francesco Miranda.
SIDOTI. (come Annarita Sidoti, campionessa europea e mondiale di marcia) Scidoti è cognome siciliano, diffuso soprattutto nel messinese (Messina, Gioiosa Marea, Patti, Barcellona Pozzo di Gotto, Montagna Reale, ecc.), nel catanese (Adrano, Santa Maria di Licodia, Fiumefreddo di Sicilia, ecc.), nel palermitano (Palermo, Misilmeri, Cefalù, ecc.), nel siracusano (Francofonte, Augusta, Siracusa, ecc.); ha consistenti occorrenze anche in Lombardia (nel milanese, comense, varesotto), nel Lazio, Toscana, Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna. 

L’origine di Sidoti dovrebbe risalire al cognome spagnolo SIDOT che apparteneva ad una nobile famiglia delle Asturie, arrivata in Sicilia con un Guerau de Sidot; ma potrebbe risalire anche al termine calabrese SCIDOTI, etnico di Scido, comune in provincia di Reggio Calabria, situato ai piedi dell’Aspromonte, di etimologia incerta (Rohlfs); ma potrebbe anche derivare dal termine greco Σιδη (Side), porto dell’Asia Minore (cfr. D.Macris).

Riferimenti storici e personaggi. Secondo quanto riporta il Mugnos, un discendente di Guerau de Sidot, ALFONSO SIDOTI, nel 1443 venne nominato da Giovanni II d’Aragona, governatore di Patti; con GIANDOMENICO, la famiglia si trasferì poi a Mineo, nel catanese, e si diramò anche nel palermitano. Un ANTONIO SIDOTI e Landolina fu senatore negli anni 1661/62, 1665/66, 1671/72.


ANNARITA SIDOTI (Gioiosa Marea 25/7/1969 – 21/5/2015), atleta italiana specializzata nella marcia, una delle più grandi campionesse dell’atletica italiana, una colonna della marcia in Italia: è stata campionessa mondiale, europea ed europea indoor: 47 presenze nella nazionale azzurra, tre partecipazioni olimpiche, sei mondiali. Medaglia d’oro ai Mondiali di Atene nel 1997, nella 10 km di marcia; oro agli Europei di Spalato nel 1990; oro agli Europei indoor di Parigi nel 1994; alle Universiadi di Fukuoka nel 1995; agli Europei di Budapest nel 1998; e tante altre affermazioni a livello nazionale, europeo e mondiale. Nel 1998 aveva girato un film “Le complici” con la regista Emanuela Piovano. E’ morta a 45 anni compiuti per un male, un tumore al seno, che la tormentava fin dal 2009. 

PIERO SIDOTI (Udine 29/7/1968), cantautore e attore teatrale. Laureato in scienze biologiche, accanto alla sua storia di artista continua con passione e ostinazione a fare il professore di matematica e scienze ad Udine. Nel 1993 è finalista a Castrocaro, ottiene poi diversi riconoscimenti tra cui il Premio Recanati e il Premio ‘Fabrizio De André’ come ‘migliore poesia in musica e migliore cantautore’; collabora con l’amico e attore Giuseppe Battiston, con cui nel 2000 mette in scena lo spettacolo “Pagina a due in musica” e “Particelle”. Nel 2010 incide il suo primo disco “Gente in attesa” e si aggiudica la Targa Tenco per la migliore opera prima, vince il Premio Gaber con lo spettacolo “Particelle”. Ultimamente ha pubblicato il suo secondo disco “Lalala”, 15 inediti che raccontano di persone e di fatti del quotidiano, si occupa anche di teatro-ragazzi, i suoi alunni partecipano a rassegne e spettacoli regionali e nazionali dedicati al teatro-scuola.


FOTI. (come Angela Foti, deputato regionale M5S). Il cognome deriva dal greco φώς – φωτός = luce, illuminazione, sapienza, ma potrebbe anche derivare dalla troncatura del nome medioevale Fotinus, o dal greco bizantino Fotius; potrebbe derivare inoltre da mestieri che hanno attinenza con la “luce” e con il “fuoco”.

Foti, noto in tutt’Italia, è diffuso in 653 comuni di quasi tutte le regioni italiane, particolarmente in Sicilia, Calabria, Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana, Campania, Emilia-Romagna, Puglia, ecc. Nell’Isola è presente in tutte le province, in particolare nel messinese (Messina, Milazzo, Tortorici, Furci Siculo, ecc.), nel catanese (Catania, Acireale, Giarre, Riposto, ecc.), nell’agrigentino (Agrigento, Santa Elisabetta, Licata, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Carlentini, Augusta, ecc.).


Tracce storiche e personaggi – Ricordiamo FOTIUS, patriarca di Costantinopoli, vissuto nel XV secolo. Una famiglia Foti fu nobile in Messina ed ebbe il titolo di marchese di Inardo o San Leonardo (con Simone Foti nel 1727) e di barone di Rotolo (con Antonino Foti). ANGELA FOTI (Acireale 20/12/1975), deputato regionale del M5S (Movimento Cinque Stelle), componente della IV Commissione, Ambiente e Territorio. Diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, ha svolto attività riguardanti la lavorazione della cartapesta, disegno scenografico, pittura, bassorilievo e utilizzo di materiale vario. Iscritta dal 2008 al meetup degli amici di Beppe Grippo di Catania si è impegnata soprattutto nella salvaguardia dell’ambiente e della qualità degli alimenti. Con altri attivisti ha fondato l’associazione RZC (Rifiuti Zero Catania) e l’associazione RZS (Rifiuti Zero Sicilia). 

ANTONINO FOTI (Reggio Calabria 8/7/1958), politico, deputato nazionale per il Popolo della Libertà dal 29/4/2008 al 14/3/2013; durante la legislatura è stato membro della Commissione Trasporti e capogruppo del PDL in Commissione Lavoro ed ha presentato, fra le altre, diverse proposte di legge in materia di agevolazioni per la libera imprenditorialità. Laureato in giurisprudenza è stato consulente di direzione di varie società pubbliche e private, nazionali ed estere.


VALENTI (come Patrizia Valenti, assessore regionale). Valenti e Valente derivano dal cognomen latino Valens , diffuso nella prima età imperiale specie fra i militari veterani delle province. In latino significa stare bene in salute, essere forte, valido. Valenti è un cognome panitaliano, cioè presente in tutta Italia, con prevalenza nelle regioni Sicilia, dove è molto frequente, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Piemonte, Marche, Calabria, Trentino-Alto Adige, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, ecc. Nell’isola è diffuso in tutte le province, con punte più alte nel palermitano (Palermo, Bagheria, Balestrate, ecc.), nel catanese (Catania, Belpasso, Tremestieri Etneo, Acicatena, ecc.), nel messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Capo d’Orlando, ecc.), nel trapanese (Marsala, Trapani, Paceco, Mazara del Vallo, ecc.), nell’agrigentino (Favara, Santa Margherita di Belice, Burgio, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Lentini, Sortino).


Riferimenti storici e personaggi – OSVALDO VALENTI (1906/1945) – attore italiano, noto, oltre che per la sua attività artistica, anche per la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana di Salò. Crollato il fascismo fu processato e fucilato il 28 aprile del 1945: aveva fatto parte, col grado di tenente, della X Flottiglia Mas, comandata dal principe Junio Valerio Borghese. 

PAOLO VALENTI (1922/1990) – giornalista e conduttore TV. Nel 1976, all’interno del nuovo programma Domenica In, condotto da Corrado, conduceva la nota trasmissione 90^ Minuto , da lui diretta fino al 1990, anno della sua morte. 

PATRIZIA VALENTI (Floridia 15/1/1959), assessore regionale Autonomie locali e della Funzione pubblica dal 23.11.2012 al 22.10.2014. Laureata in Scienze agrarie con 110 e lode, è dirigente dell’area ricerca e sviluppo dell’Università degli Studi di Palermo. In quota U.D.C. nella sua lunga carriera è stata capo della segreteria tecnica dell’ex governatore Totò Cuffaro, capo di gabinetto dell’Assessorato agricoltura e dell’Assessorato Territorio ed Ambiente, capo del Consorzio Autostrade siciliane, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto regionale per l’incremento ippico; vanta prestigiose docenze al CERISDI (Centro Ricerche e Studi Direzionali) , all’ISIDA (Istituto Superiore per Imprenditori e Dirigenti d’Azienda), all’ ESA (Ente Sviluppo Agricolo). Durante la sua carriera si è occupata soprattutto di sviluppo economico, programmazione e risorse agricole. 

MARCO VALENTI (Siena 1960), professore associato di Archeologia cristiana e medievale. Autore di oltre 150 pubblicazioni, è membro di redazione delle riviste “Archeologia Medievale” e “Archeologia e Calcolatori”, Advisory board della rivista P.C.A. (Post-Classical Archaeologies) e componente del comitato scientifico della rivista elettronica “Debates de Arquelogia Medieval” dell’Università di Granada. Dal 2010 è segretario nazionale della SAMI (Società degli Archeologi Medievisti Italiani).


IOPPOLO (come Giovanni Ioppolo, deputato regionale). E’ probabile che Ioppolo derivi dal nome di origine greca Eupolos, nome di un diacono che subì il martirio a Catania nel 304 d.C. sotto Diocleziano e che assunse la forma popolare di Euplio, compatrono della città di Catania. Altri ritengono che Ioppolo, variante della forma originale Joppolo, derivi dal termine greco “hippolytos” (= cavallo) e “iyein ( = sciolto), cavallo sciolto.

Si tratta di un cognome noto in Sicilia, diffuso soprattutto nel messinese (Messina, Sinagra, Capo d’Orlando, ecc.), ma anche nel catanese (Catania, Giarre, Pedara, ecc.), nel palermitano (Palermo, Bagheria, Termini Imerese), nel ragusano (Ragusa, Scicli), nel siracusano (Lentini).; nuclei di Ioppolo sono presenti anche in Calabria (nella zona dello Stretto), in Piemonte, Lombardia, Lazio e altre regioni italiane.


Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Ioppolo, di origine greca, da Napoli fu portata in Sicilia, a Catania, da un Antonio Ioppolo che nel 1406 sposò Miuzza, figlia di Tommaso Paternò: godette nobiltà in Messina e Palermo. Un Girolamo Ioppolo nel 1590 acquistò la terra di Naso, con il titolo di conte, il feudo Fegogrande e la Marina di Capo d’Orlando. I numerosi eredi della famiglia Ioppolo, nel corso dei secoli possedettero feudi e titoli ed ebbero prestigiose cariche pubbliche in varie località della Sicilia (Naso, Sinagra, Cesarò, Cianciana, San Biagio Platani, ecc.). 

FERNANDO (NANDO) IOPPOLO, avvocato e studioso di economia, morto sessantenne a Milano il 6/9/2013. Presidente del Circolo degli Scipioni, ha contribuito con i suoi studi e i suoi libri alla comprensione del modello economico pseudo-liberista e alla critica del cosiddetto “Pensiero unico in economia”. 

LUDOVICA IOPPOLO, ricercatrice e sociologa, dottore di Ricerca applicata alle scienze sociali alla Università La Sapienza di Roma. Si occupa di formazione, università e ricerca per Libera e di studi sul movimento antimafia e sulle rappresentazioni sociali del fenomeno mafioso. E’ autrice di numerosi testi fra cui “Al nostro posto. Donne che resistono alle mafie”(2012), scritto con Martina Panzarasa.

GIOVANNI IOPPOLO (Caltagirone 3/7/1959), politico, laurea in giurisprudenza, avvocato penalista; deputato regionale nella XIII e XVI legislatura. Eletto nella lista “Musumeci presidente”, è componente della Commissione Regolamento e della VI Commissione Servizi sociali e sanitari.


LO CICERO (come Andrea Lo Cicero, campione italiano di rugby). Il cognome Lo Cicero dovrebbe derivare da soprannome originato dal vocabolo “cicer”=cece. Potrebbe derivare dal nome medioevale Cicerus o anche dal cognomen latino Cicero-Ciceronis di cui ricordiamo il famosissimo Marcus Tullius Cicero (106 /43 a.C.). In Sicilia con “ciciru” si indica la pianta e i semi commestibili del cece. Lo Cicero e Cicero sono cognomi tipicamente siciliani; Lo Cicero è diffuso in tutta l’Isola in particolare nel palermitano (Palermo, Villabate, Monreale, ecc.), nel catanese (Adrano, Catania, Biancavilla, ecc.), nel messinese (Acquedolci, San Fratello, Torrenova, ecc.), nel trapanese (Marsala, Partanna, ecc.). Oltre che in Sicilia, con nuclei di modesta entità, si trova anche in altre regioni italiane, in Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Campania, Toscana, Veneto, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, ecc.


Tracce storiche e personaggi – Tracce del nome Cicerus si trovano nel Codex cavensis diplomaticus dell’anno 955 in cui si parla di “Petrus et Cicerus germani filii quondam Lademari”.

ANDREA LO CICERO (Catania 7/5/1976) – è un ex rugbista a 15, ruolo “pilone sinistro”, e allenatore di rugby italiano; al momento del suo ritiro (nel 2013) militava nel club francese del Racing Metro 92 di Parigi. Dal 2002 al 2004 ha ricoperto il doppio ruolo di giocatore ed allenatore della Polisportiva SS. Lazio. Vanta ben 103 presenze nella nazionale italiana, secondo assoluto dopo Alessandro Troncon. Attualmente conduce una rubrica di giardinaggio sull’emittente Sky Uno. 

STEFANO LO CICERO (Palermo, 1934), artista poliedrico, il suo spirito creativo si manifesta in diversi settori, della pittura, della scultura, della poesia, della musica, protagonista della scultura siciliana del secondo novecento. Ha esposto suoi quadri e sculture in varie città italiane (Viterbo, Livorno, Brescia, Genova, Arezzo, Milano, ecc.), francesi, tedesche. Dagli anni ottanta fa scultura, manipola, scava e plasma le materie più disparate, argilla, arenarie, radiche, marmi, pietre laviche, fusioni miste, metalli.


ODDO (come Salvatore Antonio Oddo, deputato regionale del Megafono). Oddo ha come varianti Oddi, Oddone, Oddoni, Odoni, Otto, Ottone, Ottoni: tutti derivano, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome di persona franco-longobardo “Oddo” (in germanico Audha), che ha il significato di “ possesso, ricchezza, potere” , cioè “colui che possiede molte cose, è ricco”.

Oddo è presente in tutte le province siciliane, in particolare nel trapanese (Trapani, Erice, Valderice, Marsala, ecc.), nel palermitano (Palermo, Alimena, Campofiorito, ecc.), nel messinese (San Fratello, Militello Rosmarino, Sant’Agata Militello, Roccella Valdemone, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Rosolini, Lentini, ecc.), nell’agrigentino (Sambuca di Sicilia, Agrigento, Menfi, ecc.); è abbastanza diffuso in Lombardia, Piemonte, Liguria e, con piccoli nuclei, anche in altre regioni italiane, Lazio, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, ecc.


Riferimenti storici e personaggi – Tracce di questo cognome si trovano a Pavia, nel 1174, dove viene citato un certo Oddo de Baldo. Una famiglia Oddo, che alcuni ritengono proveniente da Perugia e da Piacenza, fu portata in Sicilia nella prima metà del secolo XV da Enrico, Andrea e Giovanni d’Oddo; si diramò in Polizzi con Enrico D’Oddo che nel 1435 comprò i feudi di Fichechi e Sichena; in Monte S.Giuliano con Andrea; in Noto con Giovanni. Anche in Castelbuono fiorì una famiglia Oddo, portata in Sicilia da Nicolò e Francesco Oddo che nel 1495 comprarono alcuni feudi dal conte di Collesano, detti di Serra. 

SALVATORE ANTONINO ODDO (Erice 14/2/1961), deputato regionale eletto nella lista “La rivoluzione è già iniziata” e iscritto al gruppo “Il Megafono. Lista Crocetta”. All’ARS è deputato questore e componente della V Commissione – Servizi sociali e sanitari. Bancario, è approdato per la prima volta a Sala d’Ercole nel 2006, al posto di Antonio Giuseppe Parrinello, dei Verdi, dichiarato ineleggibile. L’onorevole Oddo è primo firmatario di un disegno di legge, presentato l’11 ottobre 2013, per l”Istituzione delle biobanche di ricerca in Sicilia, di cui è redattrice Daniela Virgilio, collaboratrice e consulente del Gruppo Megafono all’ARS. Il disegno di legge, che ha ottenuto il patrocinio dell’UNESCO perché diventi modello di riferimento a livello nazionale, e l’immediato appoggio di altri deputati anche di schieramenti diversi da quello di Oddo, è ancora all’esame dell’apposita Commissione. Una biobanca può essere definita “un’unità di servizio, senza scopo di lucro diretto, finalizzata alla conservazione di materiale biologico umano (cellule, culture cellulari, tessuti adulti e fetali, proteine, ecc.) utilizzato per diagnosi, studi sulla biodiversità e per ricerca”(da Wikipedia). 

GIOVANNI CESARE ODDO (Trapani 1913/2009), fu atleta e allenatore di calcio. Fu campione universitario di salto triplo ai Littoriali del 1934 a Milano e del 1937 a Torino. Laureato in economia fu docente di matematica nelle scuole medie. Nel 1945/46 allenò la squadra di calcio del Trapani in prima divisione. Padre di FRANCESCO ODDO (Trapani 14/8/1946, allenatore di calcio e dirigente sportivo; ha allenato prevalentemente squadre di serie B, con brevi apparizioni in serie A) e nonno di 

MASSIMO ODDO (Città Sant’Angelo 14/6/1976, allenatore ed ex calciatore, tecnico della squadra Primavera del Pescara, ha indossato, tra le altre, le maglie di Napoli, Lazio, Milan, Bayern Monaco).


NICOSIA (come Alina Nicosia, cantante di Castrocaro). Il cognome deriva dal toponimo siciliano Nicosia, comune in provincia di Enna, il quale secondo alcuni è di origine greca; il suo nome significa “città di San Nicola”, Nikòi Oikòs o “città della vittoria, Nikes Oikòs. Una terza ipotesi considera il toponimo alterazione del termine greco Λευĸωσια (leukosía), generato da Λευķóς (leukos), con il significato di “bianco” o “luminoso”.

Nicosia è cognome abbastanza noto in Italia; è diffuso in 477 comuni in gran parte siciliani. Nuclei più o meno consistenti si trovano in altre regioni, come Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, ecc. Nell’Isola è diffuso in tutte le province con punte più alte nel catanese (36 comuni: Catania, Tremestieri Etneo, Paternò, ecc.), nel palermitano (31 comuni: Palermo, Roccapalumba, Villabate, ecc.), nell’agrigentino (Canicattì, Ribera, Siculiana, Agrigento, ecc.), nel messinese (Messina, Milazzo, San Fratello, ecc.), nel ragusano (Vittoria, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ragusa, ecc.), nell’ennese (Enna, Gagliano Castelferrato, Catenanuova, Villarosa, Nicosia, ecc.)


Riferimenti storici e personaggi – Una famiglia Nicosia godette di nobiltà in Palermo, Nicosia e Catania. Possedette il titolo di barone di Filicino e Monserrato (con Vincenzo Nicosia nel 1742/43), barone di Trigona (con Michelangelo Nicosia nel 1781), il riconoscimento del titolo di barone di Filicino e Monserrato (nel 1900 con Vincenzo Nicosia). Risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Nicosia era il cognome di uno dei mastri che realizzarono la ricostruzione di Comiso (RG) dopo il terremoto del 1693. 

ALINA NICOSIA, sedicenne cantante originaria di Siculiana (AG): il 30 agosto scorso ha vinto la 57^ edizione del Festival di Castrocaro, trasmesso da RAI 1 e condotto da Pupo. E’ entrata, così di diritto fra i 60 nuovi talenti in gara per l’area “Nuove proposte” del prossimo Festival di Sanremo. Alina è stata scelta fra dieci finalisti selezionati fra quasi 600 iscritti al concorso; la giuria era composta da Gigi d’Alessio, Giancarlo Magalli, Gigliola Cinquetti. Precedentemente la giovane cantante aveva partecipato a numerosi concorsi canori organizzati a livello nazionale.

CALI' (come Gianluca Calì, imprenditore di Casteldaccia). Calì, e anche Cali (i finale non accentata), derivano dal greco kalìs, genitivo femminile: i nominativi, maschile, femminile e neutro fannokalòs, kalì, kalon, i genitivi kaoù, kalìs, kaloù (si traduce con “bella” o “di bella”, rispettivamente nominativo e genitivo femminile). Calì potrebbe derivare dall’arabo gali che vuol dire “potassa” e pianta da cui si ricava la potassa. E’ un .cognome molto diffuso in Sicilia, ma presente con consistenti nuclei, anche in altre regioni italiane: Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, ecc. (in tutto circa 500 comuni). Calì è noto in tutta l’Isola ma soprattutto nel catanese (Catania, Giarre, Misterbianco, ecc.), nel palermitano (Palermo, Bagheria, Casteldaccia,ecc.), nel messinese (Messina, Cesarò, Milazzo, ecc.), nell’ennese (Leonforte, Centuripe, Piazza Armerina, ecc.), nel nisseno (Caltanissetta, Mazzarino, Gela, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Calì risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922: aveva dimora a Catania e ad Acireale. Fra i suoi esponenti più noti citiamo. Un Pietro Paolo Calì, barone di Fabio con privilegio del 4 agosto 1798, fu Capitano di Giustizia in Acireale nel 1804/1805; i fratelli, DOMENICO, 2^ Tenente dell”8^Reggimento Fanteria di Linea Calabria” dell’esercito delle Due Sicilie, e VINCENZO CALI’, alfiere (sottotenente del “1^ Granatieri della Guardia Reale”): parteciparono alla difesa del Regno nel 1860 e morirono a Capua, nel novembre dello stesso anno, combattendo contro i piemontesi; MAURO CALI’, fu vescovo di Malta nel 1398 e, poi, vescovo di Catania dal 1408 al 1411. 

SANTO CALI’(Linguaglossa 1918-1972), fu poeta, insegnante e uomo di grande cultura. GIANLUCA CALI’, imprenditore di Casteldaccia, 41 anni: ha acquistato una delle auto blindate che lo Stato ha messo in vendita su e-bay, per proteggere se e i familiari. Nel 2009 Gianluca apre a Casteldaccia una concessionaria di automobili e la cosca mafiosa locale chiede subito il pizzo, l’imprenditore si rifiuta e denuncia gli estortori: nel 2011 alcune automobili della sua concessionaria vanno a fuoco; le indagini degli inquirenti portano in carcere 21 affiliati al clan di Bagheria. Qualche tempo dopo acquista una villa vicino Casteldaccia, apparteneva a due padrini di Bagheria, ma ben presto gli viene sequestrata dai forestali. Una indagine porta all’ incriminazione di quattro dipendenti della forestale che ricattavano gli abitanti della zona minacciando il sequestro degli immobili: in alternativa chiedevano somme di denaro. Tutte storie, come quest’ultima, che hanno interessato nel tempo le cronache dei giornali.

MANCUSO (come  I fratelli Mancuso, Enzo e Lorenzo, cantanti e compositori). Mancuso è generato dalla cognomizzazione di un soprannome riferito ad un capostipite e  derivato dal vocabolo dialettale “mancuso” o “mancosu” (mancino, maldestro); mancusu viene anche detto un terreno non soleggiato perchè esposto a tramontana.

Il cognome, diffuso in tutte le regioni italiane, ha presenze più numerose in Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte, Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Basilicata. Nell’isola è presente in tutte le province, in particolare nel messinese (Messina, Sant’Agata Militello, San Filippo del Mela, ecc.), nel palermitano (Palermo, Prizzi, Valledolmo, ecc.), nell’agrigentino (Palma di Montechiaro, Licata, Grotte, ecc.), nel nisseno (Mussomeli, Caltanissetta, Gela, ecc.) nel catanese (Grammichele, Riposto, Misterbianco, ecc.), nell’ennese (Enna, Nicosia, Barrafranca, ecc.). Ha come varianti Mancosu (nel cagliaritano), Mancusi (nel napoletano, salernitano, potentino), Mancusu (nel cagliaritano).

Tracce storiche e personaggi – Tracce di questa cognomizzazione, si trovano nel 1178 a Montevergine con un Iohannis Mancusi e, nel 1600,  a Carolei (CS). Una famiglia Mancuso godette nobiltà nelle città di Caltagirone e Messina dove un Federico Mancuso fu castellano della Torre di Caltagirone nel 1445 e un Giovan Francesco giudice straticoziale di Messina nel 1587; Nicolò Mancuso fu barone di Fiumefreddo nel 1601 e, poi barone di Carcaci. Paolo Mancuso nel 1782 ottenne il titolo di barone di Borghetto di Balufi o Campoaperto. Pietro Mancuso (Leonforte 1636 – Caltanissetta 1/3/1713) – letterato e poeta. Studiò filosofia a Caltanissetta presso i Gesuiti e si applicò agli studi teologici presso il seminario di Girgenti (Agrigento). Si laureò in giurisprudenza a 21 anni.

FILIPPO MANCUSO (Palermo 11/7/1922 – Roma 30/5/2011) – magistrato e politico italiano; fu Ministro di Grazia e Giustizia nel 1995 nel governo Dini.  VITO MANCUSO (Carate Brianza 9/12/1962) – teologo, docente di teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano. Autore di numerose opere, editorialista di “Repubblica”. 

FRATELLI MANCUSO (Enzo e Lorenzo), cantanti, compositori e polistrumentisti, originari di Sutera, in provincia di Caltanissetta; a metà degli anni Settanta emigrano a Londra dove lavorano per alcuni anni come metalmeccanici; nel 1981 ritornano in Italia e si stabiliscono in Umbria dove si impegnano a ricomporre i frammenti di patrimonio musicale della loro terra. Grazie alle loro composizioni, basate sul recupero di materiali e moduli esecutivi della tradizione siciliana, filtrati e reinventati in uno stile personale, nuovo ed antico al tempo stesso, sono riconosciuti  in tutto il mondo come icone culturali  della Sicilia e della sua musica.

RUSSO. Russo è una variante di Rossi, il cognome più diffuso in Italia, particolarmente nel Nord, mentre Russo è diffuso nel Mezzogiorno. Le sue origini sarebbero latine, età imperiale, dove si trovano Rubius o Rossius. Ma c’è chi le fa risalire ad uno pseudonimo, Rosso, usato per indicare il colore dei capelli o della barba. Ugone il Rosso, nobile di origine Normanna, giustificherebbe questa origine.

Le varianti del cognome Russo sono innumerevoli: Rossi, Rosso, Rossa, Russi, Russo, Ruggiu, Ruju, Rosselli, Rossellini, Rossetti, Lo Russo, Lorusso, per citarne solo alcune.

MESSINA. Messina è uno dei cognomi più diffusi d’Italia, un primato che si deve soprattutto alla Sicilia, dove i messina sono più presenti che altrove. Il cognome Messina, suggerisce il sito retaggio.it, deriva dal toponimo dell’omonima città. Il cognome nasce tuttavia alcuni secoli prima di Cristo grazie ad un tiranno greco che dominava la città, cui diede il nome di Messanion in omaggio allaa patria originaria dei suoi antenati, la Messenia, in Grecia. Poche le varianti: Messin, Messinas, Messineo, Messinese
In provincia di Messina, contrariamente alle aspettative, il cognome Messina non è il più diffuso. In testa ci sono gli Arena, non i Messina. Ci sono circa 4790 Arena in Italia, 2086 in Sicilia.

CRIMI. Il cognome dovrebbe derivare dal nome greco Klimis (Clemente) nel quale, per un fenomeno di rotacismo, la elle si è modificata in erre. Potrebbe, inoltre derivare dal nome arabo Krim o Karim. Per alcuni questo cognome, sarebbe collegato al luogo d’origine, la Crimea; esso verrebbe riportato ad un gruppo di Tatari provenienti dalla Crimea, seguaci di una particolare setta ebraica, poi spostatisi in Sicilia al seguito di Giorgio Maniace. Alcune varianti Krimi, Krym, Karaimi, sarebbero tutte da riportare ad un unico significato di “persona che proviene dalla Crimea”. Crimi è un cognome decisamente siciliano, molto diffuso in particolare nel catanese (33 comuni, Catania, Adrano, Randazzo, Fiumefreddo di Sicilia, ecc.), nel messinese (Messina, San Fratello, Castell’Umberto, Tortorici, ecc.), nel trapanese (Salemi, Marsala, Castelvetrano, ecc.), ma anche nel palermitano, nell’ennese, nel siracusano. Ceppi molto meno consistenti sono presenti in altre regioni italiane, soprattutto Lombardia, Lazio, Liguria, Calabria, Piemonte, ecc.

Tracce storiche e personaggi – Giulio Crimi (Paternò 10/5/1885- Roma 29/10/1939) – noto tenore italiano; ha occupato un posto apprezzabile nel panorama lirico mondiale grazie ad una voce piena, bella e brillante e ad un canto caldo e comunicativo. Vito Crimi (Palermo 26/4/1972) – diploma di maturità scientifica, impiegato, assistente giudiziario di Corte d’Appello. Politico, senatore del Gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle. Il 10 luglio scorso nell’aula del senato Vito Crimi, insieme ai suoi colleghi di gruppo, si è tolto giacca e la cravatta in segno di protesta contro la sospensione dell’attività delle Camere, voluta dal PDL dopo la decisione della Cassazione di fissare al 30 luglio 2013 l’udienza del processo Mediaset in cui è imputato Silvio Berlusconi.

CAIOLA. Caiola sembra avere due ceppi, uno siciliano ed uno mantovano, Caioli appare essere fiorentino, mentre Caiolo rarissimo è probabilmente siciliano, l'origine di questi cognomi è incerta, i ceppi siciliani potrebbero derivare da soprannomi legati al vocabolo dialettale caiola (gabbia), il ceppo lombardo potrebbe derivare dal toponimo Caiolo (SO), per tutti questi cognomi rimane la possibilità di una derivazione da un diminutivo del nome gentilizio latino Caius (Caiolus).

fonte: siciliainformazioni.com

Commenti

  1. Non esiste nessun " Scidoti"
    Il cognome Sidoti ha origine da un cavaliere templare spagnolo Aragonese
    De Sidot

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