Contributi agli sfollati della frana, i residenti sono sul piede di guerra

Un’attesa lunga 40 mesi, ora la Protezione Civile finisce sotto accusa. Economia in crisi e famiglie ridotte alla povertà assoluta, si mobilitano i comitati cittadini.

di Salvatore Mangione.

Cresce di giorno in giorno la polemica nei confronti della Protezione Civile Regionale per la mancata corresponsione delle somme previste dal decreto attuativo per le zone disastrate. Sono quaranta mesi che non vengono più elargiti i rimborsi per le autonome sistemazioni: in parole povere, significa che alcune famiglie sono ridotte alla povertà assoluta. 

Hanno perso la casa e sono costrette a vivere a stenti. Per non parlare di tutte le altre che nonostante siano state costrette ad abbandonare le abitazioni, poiché ricadenti in zona rossa oppure con lesioni gravi (necessitano di opere di ristrutturazione), che da cinque anni attendono la corresponsione delle indennità per il quaranta per cento di anticipo per l’inizio lavori e la successiva somma a saldo a fine lavori. 

In cinque anni solo qualcuno ha ottenuto tale beneficio, senza alcuna spiegazione scientifica o tecnica. Inoltre, alcune abitazioni demolite stanno ottenendo a distanza di anni rimborsi per le demolizioni, mentre non si parla di alcuna indennità di occupazione per tutti i proprietari terrieri che si sono visti occupati i loro terreni per le strade di emergenza senza alcuna indennità di occupazione né temporanea, né definitiva. 

Sono da prendere in considerazione evidentemente anche i contenziosi. Durante i primi tre anni dal dissesto idrogeologico, quasi mensilmente venivano assegnate alle circa mille persone disastrate alcune indennità di autonoma sistemazione. Adesso ancora molti abitano in case in affitto, oppure in alcuni centri della zona senza alcun indennizzo. 

I vari comitati cittadini sono sul piede di guerra e intendono inviare al Presidente della Repubblica gli elenchi delle famiglie disagiate perché si provveda a tutti i livelli, anche a chiedere sottoscrizioni. Non è più sopportabile che a fronte di decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, parallelamente ai tanti lavori di consolidamento non si corrispondano le indennità previste sin dal primo momento, anche se non riportate in successive ordinanze e comunque non abolite da alcun provvedimento. 

Dal canto loro, gli amministratori locali, con bilanci ridotti al lumicino e consuntivi bocciati, non sono in grado di fronteggiare la situazione che peggiora di giorno in giorno. Ancora non sono state consegnate ai sindaci dei comuni interessati dal dissesto le somme programmate da mesi e le conseguenze sono immaginabili.

fonte: gazzetta del sud

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