Conclusi gli interrogatori di garanzia dopo il blitz dei Carabinieri nell'operazione Fumo di Londra

Si sono conclusi davanti al Gip del tribunale di Patti Ugo Domenico Molina, gli interrogatori di garanzia nei confronti delle sedici persone raggiunte da provvedimento cautelare.

di Giuseppe Lazzaro.
Si sono conclusi, davanti al Gip del tribunale di Patti Ugo Domenico Molina, gli interrogatori di garanzia nei confronti delle sedici persone raggiunte da provvedimento cautelare nell’operazione “Fumo di Londra”, scattata martedì scorso tra Capo d’Orlando, Rocca di Capri Leone e altri centri dei Nebrodi. 

Di fronte al giudice, dapprima, sono comparsi i due principali indagati: Salvatore Conti Taguali, inteso “‘u prufissuri” e Salvatore Conti Taguale. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I legali di fiducia, avvocato Alessandro Pruiti Ciarello per il Conti Taguali e avvocato Alvaro Riolo per il Conti Taguale, hanno già preannunciato ricorso al Tribunale del Riesame di Messina. 

Non hanno risposto alle domande del giudice anche gli altri indagati sottoposti ad interrogatorio di garanzia. Benedetto Bellitto e Nunzio Bottino, sottoposti ad obbligo di dimora, Valerij Mondello e Cono Mangano, difesi dall’avvocato Giacomo Portale, per i quali vige l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, hanno scelto, al pari degli altri, di non parlare. L’avvocato Antonino Muscarà, difensore di Bottino, ha già inoltrato istanza al Gip di sostituzione della misura cautelare, chiedendo l’autorizzazione per il suo assistito a spostarsi per raggiungere il posto di lavoro. Stamane conclusi gli interrogatori nei confronti di Gaetano Cambria Zurro, Antonio Galbato, Enrico Cerri, Sandro Segreto, Fabio Gucciardo e Pietro Bonfiglio, sottoposti ad obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’INCHIESTA
E’ scattata all’alba del 18 agosto scorso l’operazione “Fumo di Londra”, blitz antidroga eseguito dai carabinieri della Compagnia di S.Agata Militello, al comando del capitano David Pirrera e che ha interessato, in particolare, i comuni di Capo d’Orlando, Rocca di Capri Leone e Tortorici ed altri centri. I militari hanno eseguito 16 ordinanze di applicazione di misure cautelare fra arresti domiciliari, obbligo di dimora, obbligo di firma e presentazione alla P.G. emesse dal Gip del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina, su richiesta della Procura della Repubblica di Patti per i reati di spaccio continuato di ingenti quantità di sostanza stupefacente del tipo cannabis indica e hashish. 

Le misure cautelari personali sono scaturite a conclusione di una complessa ed articolata attività investigativa che trovava le mosse nei primi mesi del 2011, svolta dalla dipendente Stazione carabinieri di Capo d’Orlando, al comando del maresciallo Innocenzo Guarino e coordinata dal sostituto procuratore di Patti Rosanna Casabona. L’indagine è stata supportata oltretutto da intercettazioni ambientali e telefoniche attraverso le quali venivano stigmatizzate le condotte delittuose in capo agli indagati. In particolare, venivano svelati i meccanismi del traffico dello stupefacente approvvigionato da fornitori localizzati in particolare nella zona del palermitano e che raggiungeva le piazze di spaccio locali attraverso Salvatore Conti Taguali, di Tortorici, inteso “u prufissuri”, già arrestato nell’ambito dell’operazione antidroga “Quattro Canti”, che forniva i referenti. 

Questi ultimi, a loro volta, procedevano alla cessione ai clienti locali. Nello specifico il nutrito repertorio di brani dialogici captati nel corso delle intercettazioni, supportati da attività investigative di pedinamento, ha fatto emergere l’intensità dei rapporti criminosi tra gli spacciatori che presiedevano il mercato della droga a Capo d’Orlando, Torrenova, Gioiosa Marea, Brolo, Sant’Angelo di Brolo, San Fratello ed altre zone della fascia costiera, dove i clienti provenienti anche dai comuni contermini dell’entroterra, trovavano soddisfatte le richieste di cessione di droga. Nel quadro investigativo veniva altresì rilevata la particolare operosità dei principali indagati, alcuni dei quali rivestono il duplice ruolo di assuntore e spacciatore, sostentando ed alimentando l’attività di spaccio. Si è potuto portare alla luce un quadro probatorio preoccupante nel quale risultano attori protagonisti vari giovani, tra cui anche dei minori all’epoca dei fatti. 

Il nome dell’operazione trae spunto da un film inglese di alcuni anni fa in cui la protagonista, a causa di un deficit finanziario in cui si viene a trovare, decide di avviare una coltivazione di piante di marijuana per poterla rivendere nel mercato di Londra e pagare i debiti. Avendo successo in tali affari, la stessa decide di scrivere un romanzo, intitolato appunto “Fumo di Londra”, in cui parla di una storia molto simile a quella capitatale. Oltre al suddetto Salvatore Conti Taguali, altro personaggio di spicco nelle indagini in questione, come riferito dal capitano Pirrera nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso il Comando Compagnia di S.Agata Militello, è Salvatore Conti Taguale, 38 anni, originario di Tortorici, residente a Rocca di Capri Leone, il quale può essere ritenuto uno dei maggiori e dinamici spacciatori di sostanze stupefacenti dell’intero hinterland. 

Dall’esito dell’indagine si evince che lo stesso impronta il suo agire alla massima circospezione e riservatezza ed è solito occultare lo stupefacente, destinato allo spaccio, in luoghi non direttamente riconducibili a lui, ovvero nei posti più disparati, in particolare nell’intercapedine dei muri di contenimento o all’interno di canalette per il drenaggio dell’acqua dal terreno. Le procedure di cessione e vendita di droga seguono di solito il medesimo rituale: venditore ed acquirente concordano l’incontro in un dato luogo, quasi mai indicato, ove avverrà poi lo scambio. La cessione non avverrà mai nell’immediatezza ma, proprio per la scelta dei luoghi dove il Conti Taguale occulta e deposita lo stupefacente, la cessione avverrà dopo un po’ di tempo, quello strettamente necessario allo stesso per prelevare dal deposito la quantità di droga prefissata. 

I luoghi di incontro avvengono generalmente in zone isolate oppure in luoghi affollati dove nel caso in cui dovessero sopraggiungere le forze dell’ordine, potrebbero facilmente eludere i controlli. Il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati è peculiare, infatti gli stessi non fanno quasi mai cenno diretto alla droga. Alcune ordinazioni di sostanza stupefacente avvengono a mezzo di posta elettronica all’indirizzo personale del Conti Taguale. Anche in questo caso viene utilizzato un linguaggio non esplicito per indicare la quantità di stupefacente, come ad esempio “vespa 50”=50 Euro, “la macchina ha 40.000 Km”=40 Euro, “ho venduto l’hard disk a 50 Euro” e così via. 

In altre conversazioni gli indagati, per indicare lo stupefacente, parlano di “materiale”, “u quadrato”, “masterizzazione di due o tre CD”, in riferimento alle dosi di droga, così come “pellicole salva schermo per telefono cellulare” o “venti giornaletti”. Dall’attività di indagine è inoltre emerso che tutti gli “attori” rivestono la duplice figura di spacciatore–assuntore; traggono dall’illecita attività di spaccio una vera e propria, per alcuni unica, fonte di sostentamento; alcuni di loro sono ritenuti soggetti “navigati ed esperti” in materia di spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito dell’indagine, in un’occasione, si è anche proceduto ad un arresto in flagranza di due degli indagati con relativo sequestro di sostanza stupefacente. Nelle trame investigative, oltre agli arrestati, compaiono anche altri indagati, i quali hanno ricevuto la misura cautelare dell’obbligo di dimora o dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Le misure restrittive agli arresti domiciliari sono state emesse nei confronti di:

Salvatore Conti Taguali, di Tortorici, 60 anni, noto alle forze dell’ordine e Salvatore Conti Taguale, di Rocca di Capri Leone, 38 anni, noto per un piccolo ed insignificante precedente. Inoltre, sono state emesse tre misure cautelari dell’obbligo di dimora e undici  dell’obbligo di presentazione alla P.G.

Si tratta di Benedetto Bellitto, 50 anni, di San Fratello; Nunzio Bottino, 32 anni, di Torrenova; N.C., 31 anni, di S.Angelo di Brolo, che sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora.

Quindi Gaetano Cambria Zurro, 26 anni, di Capo d’Orlando; Enrico Cerri, 22 anni, di Capo d’Orlando; Pietro Bonfiglio, 28 anni, di Brolo; M.D., 23 anni, di Capo d’Orlando; Antonio Galbato, 27 anni, di Capo d’Orlando; Fabio Gucciardo, 28 anni, di Capo d’Orlando; L.L., 23 anni, di Capo d’Orlando; A.L., 33 anni, di Capo d’Orlando; Cono Mangano, 28 anni, di Capo d’Orlando; Valerij Mondello, 29 anni, di S. Angelo di Brolo; Sandro Segreto, 41 anni, di Capo d’Orlando, che sono stati invece raggiunti dalla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Gli indagati riportati con le iniziali non sono ancora state raggiunte dal provvedimento poiché fuori sede per motivi di lavoro o all’estero. Nei prossimi giorni si svolgeranno gli interrogatori di tutte le persone indagate.

fonte: glpress.it


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