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Da mercoledì 16 secondo le più antiche tradizioni.
Salvatore Mangione.
Un altro appuntamento, segno di nota, in questo mese di dicembre,
secondo le antiche tradizioni legate alla religiosità, è rappresentato dalle
novene natalizie. Mercoledì 16, alle prime luci dell'alba, in molti centri del
territorio dei Nebrodi, precedute da musiche e zampognari, hanno inizio le
novene che precedono la notte Santa. Sono tutte giornate di suggestioni, con un
coinvolgimento sempre più sentito e con una partecipazione che trova tutti
disponibili a maggiori momenti di fraternità.
Ancora resistono nei piccoli paesi anche gli orari classici medievali,
suoni e canti con recite alle cinque del mattino, nelle principali chiese.
Esempi eloquenti di tanta devozione resistono in particolar modo a San Marco
d'Alunzio, Militello Rosmarino, Sant'Angelo di Brolo, nei comuni che si
affacciano sulla vallata del Fitalia.
Anche se in altre comunità si è voluto trasferire ogni cerimoniale al
tramonto, non cambia la suggestione tradizionale, con risultati di grande
partecipazione. Eccezionale l'accoglienza e il coinvolgimento dei cristiani e di
coloro che si avvicinano sempre più ai misteri evangelici. Senza dimenticare poi
le curiose usanze legate all'accensione dei fuochi, dei tronchi.
Durante la
novena i primi sono i pastori, gli allevatori, quelli rimasti legati alle
montagne che oltre alla guardia degli armenti, accendono tutte le sere i fuochi
davanti ai pagliai e alle casette rurali. E durante la notte Santa anche nei
centri abitati, in alcuni ambienti nelle piazze, si suole allestire il falò che
saluta la festosa rievocazione della nascita di Gesù Bambino.
fonte: gazzetta del sud
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