Settimana Santa a San Fratello


Programma dal 20 al 27 marzo 2016

DOMENICA DELLE PALME 20 MARZO
Ore 9,30 Chiesa di San Antonio, benedizione delle palme e Processione fino alla Chiesa Madre - S. Messa.

MERCOLEDI SANTO 23 MARZO
Ore 17,00 Chiesa di San Antonio, S. Messa e Processione per rilevare il Mistero della Pietà dalla Chiesa del Crocifisso.
I Giudei cominciano a riempire le vie del centro già dal primo pomeriggio.

GIOVEDI SANTO 24 MARZO
Fin dalle prime ore del mattino i Giudei riempiranno le vie del paese e continueranno a suonare le loro trombe fino a tarda sera.
Ore 18,00 nelle Chiese celebrazione liturgica della Cena del Signore.
Dalle ore 22,30 per tutta la notte nelle Chiese adorazione eucaristica. (Sarà possibile visitare i sepolcri).

VENERDI SANTO 25 MARZO
Ore 9,30 Via Crucis col SS Crocifisso
Ore 16,00 Celebrazione Liturgica della Passione del Signore
nelle Chiesa di San Antonio e Chiesa Madre
Ore 17,30 l'Addolorata e gli altri Misteri raggiungeranno Piazza Convento
Ore 18,00 partenza dalla Chiesa Madre (Piazza Convento) della Processione con il SS Crocifisso e tutti Misteri.
Giornata conclusiva dei Giudei che dall'alba a notte fonda gireranno per le vie del paese suonando le loro trombe militari.

SABATO SANTO 26 MARZO
Ore 23,00 nella Chiesa Madre Maria SS. Assunta (Piazza Convento) : Veglia Pasquale Interparrocchiale.

DOMENICA DI PASQUA 27 MARZO
Ore 10,00 Santa Messa nella Chiesa Madre, seguirà Processione con Cristo Risorto
Ore 10,00 Santa Messa nella Chiesa di S. Antonio seguirà la Processione con la Madonna per l'incontro in Piazza Monumento.
Buona Pasqua a tutti!

N. B. Gli orari potrebbero subire qualche variazione

Giudei di San Fratello (Carmelo Faranda)


La purzian d’u Venardì Sänt

U Venardì Sänt a San Frareu
li campeuni eru ancara attacchieri;
nièucc carusgì avimu avisitea i Samuorc.
Li Pepanini avàiu gièa vistira
la Rgina ndulurära.
La giant si ng’anäva a la crièsgia
d’u Cuvant: di ddea partiva la purzian.

Li tràcculi scattievu n san curiàus
e li figghji di Maria vistiri di bleanch
cumunzävu a sfiler.
C’u päli si San Mniritu i Babalucc
ntunävu i damant a sett vausg
e u zzu Ntunìan Pdica fasgiàia u besc.

Saura di na bära d’oliva
cui barruoi greng cam di erbu di näv
ghj’era u Santissim Curcifizzi:marturijea,
pedd e assi, mart p’i nasc pichiei.
Quoi ch’avàiu u vaur s’avisgiunävu
suotta pi purter la Putanza d’u màun
e avàiu la spädda nura;
mestr Antunìan Conti pighjieva li uasteddi,
li rrumpiva a n quättr, a li cieji li strijeva
d’u Pätri Sänt e li fasgiàia nguler
saura di li nasci testi.
U pèan binirat mi caschieva di n cadd
e m’azzuffämu p’acchjapermnu na mudica.

Camnäva la giant, camnäva schièuzza
apress di la Crausg e si battàia u piet,
dumanäva pirdan p’i pichiei
di tutt u màun.
I giuriei sattävu i scaluoi
a quättr a quättr, avàiu u sbirijan,
la caua e li schierpi d’u pieu,
avàiu la truma e la displina.
Vniva u mumant ch’arrivävu nta la Purtedda:
la giant di ngiusa si scunträva
cun quodda di nsusa ch’avàia u Ccià Amu
vistì di ruoss, cu la curauna di spini.

La purzian d’u Venardì Sänt si cunchjuriva
a la crièsgia. La prietca di dan Frareu Carbuni
mi fasgiàia turner mut a ncanàscia.
Dumèan i giuriei ni saunu cchjù, perdu la vausg,
ghj’ater di nuov apparei, li campeuni sciughjri,
la mart scunfitta. È la vigiglia di Pesqua,
d’èua binirata, u dusg nuov, ghj’aùrij pi tucc.

(Benedetto Di Pietro)

La processione del Venerdì Santo

Il Venerdì Santo a San Fratello
le campane erano ancora legate;
noi fanciulli avevamo visitato i Sepolcri.
Le Pepanine(1) avevano già vestita
la Regina(2) Addolorata.
La gente se ne andava alla chiesa
del Convento: da lì partiva la processione.

Le battole emettevano un suono curioso
e le figlie di Maria vestite di bianco
cominciavano a sfilare.
Col palio di San Benedetto gli Incappucciati
intonavano i lamenti a sette voci
e lo zzu Antonio Pdica4 faceva il basso.

Sopra una bara d'olivo
con le barre grandi come due alberi di nave
c'era il Santissimo Crocifisso: martoriato,
pelle e ossa, morto per i nostri peccati.
Quelli che avevano il voto s'avvicendavano
sotto per portare la Potenza del mondo
e avevano la spalla nuda;
mastr'Antonio Conti pigliava le guastelle(3),
le rompeva in quattro, alle piaghe le strofinava
del Padre Santo e le faceva volare
sopra le nostre teste.
Il pane benedetto ci cadeva addosso
e ci azzuffavamo per acchiapparne un pezzo.

Camminava la gente, camminava scalza
dietro la Croce e si batteva il petto,
chiedeva perdono per i peccati
di tutto il mondo.
I giudei(4) saltavano i gradini
a quattro a quattro, avevano il cappuccio,
la coda e le scarpette di pelo(5),
avevano la tromba e la disciplina.
Veniva il momento che giungevano nella Portella(6):
la gente di giù s'incontrava
con quella di su(7) che aveva l'Ecce Homo
vestito di rosso, con la corona di spine.

La processione del Venerdì Santo si concludeva
in chiesa. La predica di don Filadelfio Carbuni
ci faceva tornare muti a casa nostra.
Domani i giudei non suonano più, perdono la voce;
gli altari parati a nuovo, la campane sciolte,
la morte sconfitta: è la vigilia di Pasqua,
l'acqua benedetta, il fuoco nuovo, gli auguri per tutti.

Note
(1) Soprannome di una famiglia locale che custodiva il simulacro.
(2) Termine che sta per 'Madonna'
(3) La uasteda è come una pizzetta scondita cotta al forno.
(4) Nel folklore locale sono individui vestiti di rosso con giubbe finemente lavorate con lustrini, con cappuccio sulla testa, che finisce con una coda posteriore, ed elmetto; fanno grande schiamazzo con trombe e grappoli di catene, chiamate discipline. È anche detta Festa dei Giudei e cade nei giorni da Mercoledì a Venerdì santo.
(5) Cioce fatte con un rettangolo di pelle di vacca non conciata, cucendo assieme due lembi anteriormente in modo da finire a punta. Vengono assicurate al piede mediante lunghe stringhe legate al polpaccio.
(6) Quartiere centrale del paese in cui confluiscono le vie principali.
(7) E’ riferito a due quartieri del paese: Convento e San Nicolò.

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