POLITICA
Presentata una interrogazione parlamentare il seguito all'agguato al presidente del Parco dei Nebrodi. Il parlamentare di Termini Imerese elenca una serie di comuni definendoli “mafiosi” tra cui San Fratello. Immediata reazione dei sindaci.
Non è la prima
volta che il senatore Lumia alza il tiro contro le comunità dei Nebrodi e
lo ha dimostrato a seguito di una interrogazione parlamentare presentata ieri
per effetto del fallito agguato al presidente del Parco dei Nebrodi.
Nell’interrogazione il parlamentare di Termini Imerese elenca una serie
di comuni definendoli “mafiosi”. Immediata reazione dei sindaci di alcuni paesi interessati.
Lumia nella sua
dichiarazione ha fatto esplicito riferimento ad alcuni paesi
tradizionalmente legati alla mafia dei Nebrodi, citando tra questi Tortorici,
Cesarò, San Fratello, Maniace, Montalbano Elicona, Castell’Umberto.
Il primo cittadino di
Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, ha scritto una nota alle massime
autorità nazionale e regionali, respingendo al mittente l’etichetta di paese
mafioso. “A memoria d’uomo – scrive Lionetto – non si ricorda a Castell’Umberto
che la comunità sia stata interessata da fenomeni mafiosi. Men che meno o sono
state interessate le istituzioni democratiche. Sull’utilizzo dei terreni –
prosegue Lionetto – questa ente è sempre stato vigile ed attento”.
Un’altra
presa di posizione importante è quella del sindaco di Cesarò Salvatore Calì.
Nel suo intervento Calì parla dell’attentato ad Antoci attribuendolo più
verosimilmente a “delinquenza locale che c’è ovunque”. “La mafia vera e propria
è una parola troppo grossa, troppo grande da dire – ha detto Calì – .
Anche se
Cesarò è un territorio ricchissimo in tutto e per tutto, sia a livello agricolo
che zootecnico, non c’è tutto quell’interesse che potrebbe far gola alla mafia,
alla delinquenza, per migliorarsi e incrementarsi. Io non lo credo affatto“.
Ricordiamo che lo stesso Calì nel 2014 subì l’incendio della propria
autovettura.
fonte: glpress.it, amnotizie.it
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