CULTURA
La diversità linguistica nonché la differenza etnico-religiosa ha
portato Sanfratellani e Siciliani a coniare termini spregiativi che fanno parte
della cultura dei Nebrodi.
Per il loro incomprensibile dialetto i Sanfratellani sono stati di volta
in volta variamente bollati, sono stati chiamati spregiativamente
"zangrei" e, sui Nebrodi, si tramanda un'ottava che riguarda il
blasone popolare di alcuni centri montani, nella quale si dice:
e mmenza lingua li Sanfratiddani;
li veri cani su li Carunisi
e chiacchiaruna li Militiddani;
li veri sbirri li Santagatisi,
li Sammarcoti su facci di cani.
Pi fari fusa ci su l'Alcarisi,
naca purcedda li Sarvaturani
Scarpa lucida sono i Mistrettesi
e mezza lingua i Sanfratellani;
i veri cani sono i Caronesi
e chiacchieroni i Militellani;
i veri sbirri i Santagatesi,
i Sammarcoti sono faccia di cane.
Per fare fusi ci sono gli Alcaresi,
culla maiali i Salvatoresi
E' significativo che i Siciliani chiamino i Sanfratellani "mezza
lingua" con riferimento al loro dialetto che non è compreso ed è pure
assai significativo ai fini del nostro discorso che li chiamino pure più
spregiativamente zangrei, un termine che si riferisce non solo alla stranezza
del dialetto ma anche alla "non sicilianità" dei sanfratellani, alla
loro oscura origine etnica, un termine che esprime in sintesi tutta la
prevenzione dei siciliani viciniori nei confronti della mentalità e delle abitudini
dei "lombardi" di San Fratello.
Non sappiamo fornire una spiegazione convincente del trapasso semantico
di Zanclei da "abitanti di Zancle", l'antica colonia greca fondata
nell'estremità nord-orientale della Sicilia intorno alla metà del VIII secolo,
a "persone strane, rozze e incivili".
Con sicurezza si può dire che
nell'odierna accezione negativa non c'è alcun legame semantico con il
significato primigenio. Rimane quindi da stabilire quando e perché il termine
assunse la connotazione spregiativa con la quale è usata nei confronti dei
galloitalici.
I Sanfratellani contraccambiano questa prevenzione con una sorta di
diffidenza e ostilità nei confronti degli abitanti dei paesi vicini e nei
confronti dei pochi forestieri immigrati, stabilitisi definitivamente a San
Fratello, che essi chiamano spregiativamente "straccquei" o "marrei" (straccquea equivale a sbandato, giacché allontanato dalla propria comunità;
marranu è usato nell'accezione di forestiero di bassa condizione sociale).
Sia
sull'atteggiamento dei Sanfratellani verso i forestieri residenti nel loro
paese sia su quello dei Siciliani nei confronti dei Sanfratellani agisce una
valutazione di natura etnica, che affonda le radici nella diversità
linguistica. Tutto questo appare più evidente da un altro modo di dire
riportato dal Pitrè:
Menzi Judei li sammarchitani e tutti turchi li sanfratillani (Pitrè
1892: 837) "Mezzi giudei i Sammarchesi e tutti Turchi i
Sanfratellani", nel quale, chiamando turchi i sanfratellani non si fa solo
riferimento al loro particolare dialetto. E' noto, infatti, che lo stereotipo
del turco in occidente coinvolgeva in un unico giudizio spregiativo non solo la
sfera linguistica ma anche quella etnica e religiosa.
(Tratto da "I Galloitalici Messinesi", di Salvatore Riolo. Ed.
Montedit, 2007)
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