ATTUALITA'
l'arma preferita da tutti gli assetati di ricchezze e di potere, da tutti gli sfruttatori, è la menzogna.
Benedetto Manasseri.
Il
pensiero che c'è gente che fa progetti di guadagno sulla pelle degli uomini o,
peggio ancora, che decide le sorti di paesi, regioni, nazioni, popoli,
continenti, mi toglie il sonno o mi fa svegliare di soprassalto. Penso che la
vita dei giovani non conta nulla per il trafficante di droga. Il dolore,
l'abbrutimento delle giovani gettate in strada e costrette a prostituirsi non
provoca turbamenti allo sfruttatore.
Che importa ai trafficanti di migranti, di
quanti disperati moriranno in mare per sfuggire alle proprie terre divenute
all'improvviso luoghi pericolosi, di violenze, di fame? Che importanza ha, per
chi decide che un re o un presidente non deve più governare, se per cambiare
quel regime si devono bombardare città, creare milizie di tagliatori di gole
oppure orde di terroristi senza pietà?
La morte, lo sterminio, la miseria degli
altri, ad alcuni proprio non importa. Gente così non ha niente di umano! I
potenti non si fanno distrarre da sentimenti nell’attuare i loro scopi. Come i
dittatori del secolo scorso non hanno avuto scrupoli nel perseguire i loro
progetti di nuove società, così non ne hanno i nuovi esperti di economia
globale, di ingegneria sociale.
Ma l'arma preferita da tutti gli assetati di
ricchezze e di potere, da tutti gli sfruttatori, è la menzogna. Con la menzogna
si fa credere ai giovani che con la droga si sentiranno felici, alle ragazze
africane che in Italia faranno le baby sitter, ai disperati costretti a
lasciare i loro paesi e le loro città che in Europa c'è benessere per tutti.
Parimenti per i re o i presidenti non graditi: si fa credere al mondo che essi
abbiano arsenali di armi terrificanti, che commettano crudeltà indicibili, o
che opprimano il popolo ... tutto per prendere il potere delle nazioni a prezzo
di devastazioni e dolori immani, parlando però di missioni di pace e ... dando
lezioni di democrazia.
Tutto ciò, sempre con uno scopo ben preciso: guadagnare
sfruttando gli uomini! A questi pensieri mi ha portato qualcosa di più
circoscritto ma non meno inquietante a cui stiamo assistendo in questi giorni
qui a casa nostra.
Il presidente del Parco dei Nebrodi se ne andava in giro
vantandosi di aver tolto alla mafia ettari di pascoli. Una notte subisce un
attentato cui scampa fortunosamente e improvvisamente una pacifica comunità di
un piccolo paese viene additata come un covo di delinquenti. Il Sindaco del
paese, e anche quello del paese vicino dissentono, ma suscitano ire e accuse
rincarate.
Orbene, poiché io vivo a San Fratello, e ho sempre osservato quanto
accade intorno a me, e ascoltato volentieri le persone più grandi di me, primi
tra tutti mio Padre, che qui ha esercitato la professione di avvocato dal 1947
fino a non molti anni fa, e mio Suocero, che per oltre mezzo secolo è stato il
farmacista del paese, posso testimoniare che San Fratello non è come lo
dipingono.
Il “Paese” è un centro ormai spopolato, sia per la fine di quasi
tutte le attività produttive, e la conseguente annosa mancanza di lavoro, sia
per la vasta frana che nel 2010 ha reso inagibili i quartieri più nuovi e
abitati. Quella che una volta era una ricca cittadina che dava lavoro anche a
forestieri, ora è ridotta a un piccolo centro sempre più desolato.
Da anni non
si ricava neppure il più modesto reddito dalla coltivazione dell'ulivo, della
vite, dei fichi, e di tutte le piante che vegetavano nelle nostre campagne.
Prova della scarsità di risorse della comunità di San Fratello è la recente
chiusura dell'unico sportello bancario.
L'ultima risorsa della nostra zona era
l'attività dell'allevamento del bestiame, i cui numeri tuttavia sono molto
lontani da quelli degli anni cinquanta e sessanta, quando gli addetti erano
molto più numerosi e si teneva ogni anno una importante fiera del bestiame.
Nondimeno all'allevamento si dedicano ancora oggi persone operose, modeste,
capaci di alzarsi dal letto a ore antelucane per accudire gli animali anche in
condizioni climatiche avverse, e ciò anche per le feste comandate e anche
quando gli altri vanno in ferie!
Gli allevatori non guadagnano molto perché i
prezzi degli animali diminuiscono sempre di più e la brucellosi decima mandrie
e greggi, per di più il “falso progresso” creato dalla politica degli ultimi
decenni, con il generalizzato e continuo impoverimento della popolazione ha
fatto rivivere l’abigeato e altri reati contro il patrimonio, come dappertutto.
L'ultima risorsa economica del territorio è potuta sussistere solo perché sono
stati disponibili i pascoli di montagna, tradizionalmente destinati
all'allevamento, giacché da noi le bestie sono per lo più allevate allo stato
brado e non vi sono tanti allevamenti in stalle. Ciò posto, non ha alcun senso
sbandierare l'esistenza di una "mafia dei pascoli" quando invece gli
allevatori si alzano con il buio per andare a mungere le vacche, fanno
chilometri a piedi per cercare un animale smarrito, ecc., quando per questa
gente che lavora per un magro guadagno non ci sono feste, riposi o permessi per
malattie ... A prescindere dalla considerazione che non appare ragionevole, nel
percorrere una strada di montagna nella notte, fermare la marcia perché nella
propria corsia si vedono tre piccole pietre (vedere le fotografie su svariati
siti di cronaca), anziché scansarle e proseguire, e dalla capacità offensiva
dei presunti attentatori, non è onesto spacciare per rivelazioni clamorose
l’indicazione di alcuni cognomi presi dall'elenco telefonico o da cronache
giudiziarie datate, e dire che gli uni sono "emergenti" e gli altri
dei "boss" mafiosi.
I cognomi pubblicati sono dei più diffusi nella
comunità sanfratellana. Chiunque voglia informarsi seriamente sulle famiglie di
San Fratello vedrà che con quei cognomi ci sono stati e ci sono tuttora
professori universitari, magistrati, avvocati, poeti, studiosi, religiosi,
padri e madri di famiglia, onesti e laboriosi. Mai prima d'ora qualcuno si era
permesso di chiamare mafiose queste e anche altre famiglie di San Fratello, che
hanno dato alla storia della comunità persone illustri ed esempi di solidarietà
umana.
Perché questo nuovo interesse a criminalizzare gli allevatori? Perché
tanta protervia nel gettare discredito su una pacifica comunità già tanto
provata? Quante carriere politiche e istituzionali hanno preso slancio dai
recenti avvenimenti, da tali rappresentazioni, interrogazioni, denunce e
allarmi? Quali interessi gravitano attorno ai pascoli del parco dei Nebrodi?
Quali progetti hanno fatto i nostri "presidenti" e i nostri
"onorevoli" sul nostro territorio? A chi vogliono dare i terreni che
adesso permettono di vivere a numerose famiglie di allevatori? Come si dovranno
sostenere le persone che ora si dedicano all'allevamento? Le ingiustizie non
sono eterne, sia quelle dei delinquenti, sia quelle dei potenti; le ingiustizie
sono sempre tali, anche se fatte accettare con false notizie e anche se
edulcorate da discorsi anodini su legalità e sviluppo!
È una brutra storia di contributi
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