POLITICA e CULTURA
La proposta di legge tende a valorizzare la minoranza
linguistica del dialetto galloitalico che interessa una vasta area della
Sicilia centro-settentrionale e orientale.
Un disegno di legge voto per il riconoscimento e la tutela
della minoranza linguistica galloitalica. L’iniziativa, del vice presidente
vicario dell’Ars Antonio Venturino, è stata presentata ieri pomeriggio, nella
sala Mattarella, a Palazzo dei Normanni (nella foto da sinistra: i sindaci di Aidone e di Novara di Sicilia Vincenzo Lacchiana e Gino Bertolami, il vicepresidente vicario dell’Ars Antonio Venturino, Enza Cilia, dirigente del Centro regionale per la Progettazione e per il Restauro dell’assessorato ai Beni culturali, Luca Gazzarra, commissario del Centro, Salvatore Bartolotta, vice sindaco di Novara), in un incontro al quale hanno preso
parte il sindaco di Aidone Vincenzo Lacchiana, il sindaco di Novara di Sicilia
Gino Bertolami, il sindaco di Randazzo Michele Mario Mangione, l’assessore
comunale al Turismo di Nicosia Ivan Bonomo, Enza Cilia, dirigente del Centro
regionale per la Progettazione e per il Restauro dell’assessorato ai Beni
culturali, Luca Gazzarra, commissario del Centro, Salvatore Bartolotta, vice
sindaco di Novara.
La proposta di legge tende a valorizzare la minoranza linguistica del dialetto
galloitalico che interessa una vasta area della Sicilia centro-settentrionale e
orientale, ben ventuno comuni tra Messina, Enna, Catania e Siracusa, e copre
una popolazione che supera le 60.000 unità.
“Oggi, purtroppo, questa minoranza linguistica di enorme importanza storica,
non è in alcun modo tutelata – spiega Venturino -. L’obiettivo di questa
proposta di legge è quello di apportare una lieve modifica alla legge del 15
dicembre 1999, n. 482, affinché al galloitalico di Sicilia venga finalmente riconosciuto
lo status di minoranza linguistica storica”.
E’ stato costituito un gruppo di lavoro per favorire la crescita sociale,
culturale ed economica delle comunità territoriali in cui si parla il
galloitalico, e ovviamente per favorire la valorizzazione della lingua e
delle stesse comunità. Ne fanno parte: i sindaci di Aidone e di Novara di
Sicilia Vincenzo Lacchiana e Gino Bertolami, Enza Cilia, dirigente del Centro
regionale per la Progettazione e per il Restauro dell’assessorato ai Beni
culturali, Alfonso Gambacurta, docente di Sociologia dell’Università La
Sapienza di Roma, Noemi Marzullo, docente della scuola media di Piazza
Armerina.
Proprio ieri l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana Carlo
Vermiglio ha firmato un decreto che inserisce nell’elenco dei Luoghi
dell’Identità e della Memoria (categoria i luoghi storici del gusto, sotto
categoria luoghi della produzione degli ingredienti de “I luoghi del
corbezzolo, portatore di identità normanna nei territori delle comunità
galloitaliche dei comuni di San Fratello, Acquedolci, San Piero Patti,
Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, Fondachelli-Fantino, Roccella Valdemone,
Santa Domenica Vittoria, Francavilla di Sicilia, Randazzo, Maletto,
Caltagirone, Mirabella Imbaccari, San Michele di Ganzaria, Nicosia, Sperlinga,
Piazza Arnmerina, Aidone, Valguarnera Caropepe, Ferla, Buccheri, Cassaro e
Corleone.
“Riconoscere con l’inserimento nella carta regionale dei luoghi dell’identità e
memoria la comunità galloitalica rappresentata validamente da costitutivi
elementi di cultura materiale ed immateriale – dice l’assessore Carlo Vermiglio
- è apparso doveroso e utile, è un forte segnale di condivisione che non
può mancare nella gestione politica della nostra Regione e deve essere impulso
e incoraggiamento ai comuni che conservano radici di un passato storicamente
determinante per la nostra Isola”.
Il galloitalico è un insieme di varietà linguistiche parlate dalle popolazioni
giunte in Sicilia nel Medioevo (XI-XIII secoli) a seguito della conquista normanna
dell’Isola e provenienti dal Monferrato, dall'entroterra ligure e
dall'Emilia.
Il normanno Ruggero d’Altavilla, conquistatore dell’Isola, per fermare e
bloccare l’avanzata degli arabi in Sicilia, formò, sotto il suo dominio e
controllo alcune “colonie”. I territori di queste colonie, scelti in maniera
strategica, formarono una sorta di cuscinetto che copriva la costa
settentrionale e sud-orientale e centrale. Le tracce di questa colonizzazione
si trovano, appunto, nei dialetti delle colonie galloitaliche di alcuni paesi
dell’entroterra come Aidone, Piazza Armerina, Sperlinga, Novara di Sicilia,
Nicosia, San Fratello, l’unica della Sicilia occidentale è Corleone.
Gli studiosi dei fenomeni linguistici per definire e differenziare la
situazione linguistica di queste comunità, rispetto al complesso panorama dei
dialetti siciliani, parlano di isole alloglotte, poiché straniera appare
all’orecchio dei siciliani la parlata di queste popolazioni definite francesi
ovvero lombarde. Negli ultimi decenni, è diventata sempre più forte la
consapevolezza dell’identità linguistica delle comunità galloitaliche, da
sempre manifestata nell’orgoglio per il proprio modo di parlare e per le
proprie tradizioni.
“E’ un giorno di grande emozione – ha detto il sindaco di Novara di Sicilia
Gino Bertolami perché abbiamo sempre avuto questa lingua particolare rispetto
agli altri paesi messinesi. Per un periodo i giovani tendevano a parlare più il
dialetto messinese, mentre adesso c’è un ritorno della lingua anche tra i
giovani”.
“Ad Aidone – ha spiegato il sindaco Lacchiana, felice di far parte del gruppo
di lavoro – anziani, contadini e forestali si esprimono esclusivamente in
galloitalico. E’ una tipicità della comunità che rappresento”.
Fonte: startnews.it
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