L'IDEA
La festa dei Patroni attende il salto di qualità per diventare l'ennesimo appiglio per l'economia locale. Una proposta per rivalutare e valorizzare una ricorrenza che ha ormai superato ogni forma di decadenza simbolica, spirituale e storica.
L'antica festa dei Patroni di San Fratello, Alfio, Filadelfio e Cirino che si festeggia ogni anno il 10 maggio, necessità un restyling. E' pur vero che negli ultimi anni la festa ha
raggiunto numeri mai visti nel recente passato in termini di visite, o più nello
specifico di "turismo occasionale", grazie principalmente all'utilizzo pubblicitario
dei social network, che hanno divulgato l'evento in lungo e in largo nella
rete.
Ma questo evento, che poco conserva del passato, deve adesso fare un
salto di qualità per riuscire a diventare un traino per il turismo locale. La
presenza dei cavalli, a partire dal 1950, nei decenni ha trasformato l'evento
in un groviglio confusionario, dove non si capisce bene chi è la testa e chi è
la coda della manifestazione, e dove la presenza delle reliquie dei Santi ormai
funge da cornice alla cavalcata fino al Monte.
Un'organizzazione dell'evento che
è sfuggita di mano, già poche edizioni dopo l'avvenuta presenza dei
cavalli, e che è degenerata negli anni Ottanta.
L'idea di ricomporre questa festa e ritrasformarla nel giorno della
memoria e del ricordo dei Santi è venuta al prof. Giuseppe Salerno, Presidente
dimissionario dell'Associazione Nazionale del Cavallo Sanfratellano. Il 10
maggio a San Fratello la cavalcata che accompagna il simulacro deve ricordare
l'arrivo dei normanni, il popolo dal nord che ha lasciato tracce
inconfondibili ed ancora presenti nella tradizione locale, a partire dalla
lingua galloitalica e dallo stesso cavallo sanfratellano.
Tutti i componenti
della "cavalcata" dovrebbero indossare costumi antichi, a ricordo dell'evento che
cambiò la storia di San Fratello, cioè il "ritrovamento delle Sacre reliquie" lassù
dove oggi sorge il Santuario dedicato ai Santi Martiri.
In mezzo agli uomini, il
gran Conte Ruggero I e la moglie Adelasia, soldati, cortigiani e cortigiane.
Dopo una breve rappresentazione che ricordi il ritrovamento e le funzioni
religiose, tutti i presenti potrebbero consumare un pasto tipico del periodo
normanno, acquistare un oggetto artigianale legato ai Santi o ai normanni,
visitare il Santuario e le rovine dell'antica acropoli.
E cosa resterebbe della corsa dei cavalli? Cioè di quelle scorribande non regolamentate che principalmente si svolgono tra il cimitero e la prima parte della salita verso il Monte, e tra il cimitero e la contrada Grazia durante il ritorno verso la Chiesa Madre? ...Andrebbero solamente organizzate in maniera più caratteristica, con un regolamento, e con costumi e oggetti a ricordo degli uomini venuti dal nord.
Un cambio che porterebbe solamente benefici, da un lato organizzando
meglio la compartecipazione dei cavalli alla manifestazione, e dall'altro lato
restituendo un valore storico e simbolico ad un evento che nell'ultimo mezzo
secolo ha raggiunto una decadenza storico-religiosa a dir poco assurda. I
benefici dal punto di vista turistico-economico sarebbero subito elevati e
potenzialmente migliorabili edizione dopo edizione.
La presenza dei costumi farebbe ripartire anche in maniera moderata
l'indotto tessile, la presenza dei prodotti della cucina tipica del luogo
aiuterebbe l'enogastronomia, gli artigiani potrebbero ricavare un guadagno dalla costruzione
di piccoli oggetti in memoria dell'evento, mentre l'unicità della manifestazione
attirerebbe ancora di più curiosi e turisti da ogni parte dell'isola e non
solo.
La chiesa di San Fratello, le associazioni e l'ente comunale dovrebbero
cominciare sin da subito a pensare seriamente a questo cambio di rotta, per
riconsegnare ai cittadini di San Fratello una fetta di storia legata ai nomi dei Santi fratelli che sembra essere caduta nell'oblio.
C.E.
Soltanto le donne sanfratellane se vogliono possono farsi che tale cambiamento accada.
RispondiEliminaPerche`la loro capacita`,forza ,intelligenza e lungimiranza no conosce limiti.