LA STORIA
Benedetto Carbonetto, 24 anni e una carriera da centravanti
spesa nel Messinese. Dalla diagnosi impietosa al nuovo esordio nove mesi dopo
col San Fratello. “Spero che la mia testimonianza sia utile a chi non vuole
arrendersi”.
Gino Pappalardo.
San Fratello. Ci sono giorni che, a volte, rimangono per
sempre scolpiti nella nostra memoria, come pagine aperte di un libro mai letto,
pagine dalle quali cominci pian piano ad osservarne le prime righe, cercando di
associare ad ogni parola un sentimento, una sensazione, uno stato d’animo.
Per Benedetto Carbonetto, classe 1992, di San Fratello, il
18 settembre sarà una data impossibile da dimenticare, perché coincide con il
suo ritorno alla quotidianità, a nove mesi dall’agghiacciante scoperta di un
tumore maligno che ha rischiato di mettere a repentaglio i suoi progetti di
vita, oltre ad una sfrenata passione per il calcio che lo accompagna fin dalla
tenera età.
Un momento da vivere con dignità e senza timore. Una scelta,
quella di Benedetto, di rendere pubblica un’esperienza tutt’altro che facile da
ripercorrere, e che dimostra coraggio e determinazione.
“Tutto cominciò – ha spiegato – verso fine novembre 2015,
durante una partita del campionato di Prima Categoria tra il mio team di allora,
la Stefanese, ed il Gioiosa. Giovavamo fuori casa, pareggiamo 3-3 ed io segnai
un gol. A circa venti minuti dal triplice fischio, fui costretto a chiedere la
sostituzione, a causa di uno stiramento all’inguine. Fin qui, tutto normale:
uno dei tanti infortuni che ho rimediato in carriera, pensavo. Nei giorni successivi, però, il dolore non mi diede tregua,
e così decisi di effettuare un’ecografia. Il responso fu impietoso: mi
diagnosticarono un carcinoma”.
Un fulmine a ciel sereno che, in poche ore, ha cambiato il
clima emotivo di Benedetto, costringendolo a combattere un’inaspettata sfida
con il destino. “A ridosso di Capodanno prenotai una visita specialistica a
Giarre, e l’8 gennaio di quest’anno, dopo alcuni controlli di routine, mi
sottoposi ad intervento chirurgico d’urgenza”.
Da quel dramma personale, Benedetto ne è venuto fuori con un’impressionante
forza d’animo: “Mi ritengo fortunato per essere riuscito in tempo a guarire, e
ringrazio Dio, i miei familiari, la mia ragazza, i medici ed il presidente
della Stefanese, Fausto Pellegrino. Tutti quanti, mi hanno dato sostegno e
conforto durante la degenza ospedaliera e la chemioterapia. Il momento più
brutto? Quando varchi la soglia dell’ospedale e ti rendi conto a cosa stai
andando incontro. Le premure dei medici non nascondono le sofferenze di chi ti
sta intorno, e le paure aumentano”.
Dalla convalescenza al ritorno all’attività agonistica, il
passo è stato breve. Carbonetto, che dal 2008 ad oggi ha indossato le maglie di
San Fratello, Sant’Agata Calcio, Usd Rocca di Capri Leone, Nfc Tortorici, Città
di Sant’Agata, e, per l’appunto, Stefanese, vanta significativi trascorsi in
Eccellenza. È un centravanti longilineo, rapido in area di rigore e molto
dotato dal punto di vista tecnico. Nella stagione appena iniziata, è rientrato,
per fine prestito, nella squadra della sua città natale, matricola di Prima
Categoria.
“Ho iniziato la preparazione estiva dopo Ferragosto,
raggiungendo subito il top della forma fisica. Ironia della sorte… ho esordito
in Coppa Sicilia con la fascia di capitano al braccio, a Santo Stefano di
Camastra, contro la mia ex squadra. Malgrado avessimo perso 2-0, per me,
calcare il rettangolo di gioco dopo un lungo ed interminabile calvario, ha
rappresentato una grandissima vittoria”.
A 24 anni, Benedetto è pronto a lottare ancora, e rivolge
anche un monito agli uomini. “Io ho reagito come faccio in campo: quando
sottoporta ti sradicano la palla dai piedi, e vedi sfumare l’occasione più
nitida per decidere le sorti di un importante match, raccogli tutte le tue
energie, abbatti ogni ostacolo e segni tra gli applausi del pubblico. Spero che
la mia testimonianza possa servire a chi ancora lotta contro il male e non
vuole arrendersi".
Fonte: Giornale di Sicilia
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