ATTUALITA'
Uno strumento utile ai cittadini per sapere come comportarsi e alle istituzioni per organizzare i soccorsi in caso di calamità.
Sergio Granata.
Tutti i comuni italiani devono avere un proprio piano di
Protezione civile, un documento indispensabile per la prevenzione dei rischi e
per le operazioni di emergenza. Lo prescrive la legge 100 del 12 luglio 2012
che ne richiedeva l’approvazione dopo 90 giorni dall’entrata in vigore della
norma.
Uno strumento utile ai cittadini per sapere come comportarsi e alle
istituzioni per organizzare i soccorsi in caso di calamità. Eppure, a distanza
di 4 anni dall’approvazione di quella norma sono ancora moltissimi i territori
sprovvisti di un piano di protezione civile per affrontare le calamità
naturali. E molti di questi, circa 180, sono in un territorio dove possono
verificarsi (o si sono già verificati) eventi catastrofici.
Il sito della Protezione civile raccoglie la lista, trasmessa dalle Regioni, di
tutti i comuni che lo hanno approvato. Secondo questo database, aggiornato al
18 settembre 2015, il 77% degli 8mila comuni dispone di un piano. In Sicilia,
su 390 comuni 190 ne sono dotati. Solo 19 lungo la fascia tirrenica del
messinese ed i Nebrodi.
Dal sito della Protezione Civile emerge che sono in regola Militello Rosmarino,
Capo d’Orlando, Naso, Brolo, Ficarra, Sinagra, Raccuja, San Piero Patti,
Librizzi, Galati Mamertino, Novara di Sicilia, Castroreale, Falcone, Basicò,
Barcellona, Milazzo, Terme Vigliatore, Piraino e Santa Lucia del Mela
La legge, però, non prevede sanzioni per chi non la rispetta e né controlli
sulla qualità dei piani. Per questo restano in tanti a non aver ottemperato.
Fonte: amnotizie.it
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