CRONACA
Antoci: "Atto intimidatorio". Sul caso indagano i carabinieri.
SAN FRATELLO (MESSINA) Non si fermano gli atti intimidatori
all’interno del Parco dei Nebrodi, il più grande polmone verde della Sicilia.
«Ieri notte a San Fratello, nel Messinese, è andata completamente bruciata una
struttura in legno che avevamo finanziato noi – spiega Giuseppe Antoci,
presidente dell’ente regionale e di Federparchi Sicilia – e all’interno della
quale c’erano materiali informativi sull’attività del cavallo di razza
sanfratellano.
L’incendio non ha provocato feriti né conseguenze per i cavalli
che si trovavano nel vicino maneggio». Proprio Antoci lo scorso maggio era
stato vittima di un agguato mafioso scampato solo grazie alla prontezza della
sua scorta e del vicequestore aggiunto Daniele Manganaro che aveva reagito
sparando alcuni colpi contro il commando. L'infopoint era un gabbiotto in legno, gestito
dall'associazione sportiva Cavallo sanfratellano che nelle immediate vicinanze
ha un maneggio.
«Lo Stato dopo l’agguato di maggio ha
già reagito per ripristinare la legalità in questi territori – prosegue Antoci
– e dobbiamo dare, tutti insieme nei rispettivi ruoli e competenze, un segnale
ancora più forte che questo è e sarà sempre più un Parco che mettendo alla
porta il malaffare darà sviluppo e occupazione. Per questo stiamo lanciando il
marchio di qualità che è il primo in Italia che chiede alle imprese non solo
protocolli disciplinari enogastronomici ma anche la certificazione antimafia».
L’indagine
Giusto mercoledì scorso la Polizia di Sant’Agata di Militello ha portato a
termine una vasta operazione, all’interno di alcuni comuni del Parco, contro le
macellazioni clandestine e le carni avariate che aveva portato a 33 provvedimenti
cautelari e altri 17 avvisi di garanzia a allevatori, macellai e veterinari
della locale Azienda sanitaria provinciale.
fonte: corriere.it
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