LENTINI. Arriva a Lentini il tour di Eleonora
Bordonaro per presentare il disco “Cuttuni e lamé” uscito lo
scorso ottobre per l'etichetta Finisterre. La cantautrice, ricercatrice e
interprete di Paternò si esibirà mercoledì 21 marzo al Cine
Teatro Odeon della cittadina siracusana per la rassegna “Musica in città”.
“Cuttuni e lamè. Trame streuse di una canta storie” è il
titolo per esteso del disco: “Streuse – racconta Eleonora
Bordonaro – vuol dire bizzarre, originali. Canta storie perché vengo
da Paternò che in Sicilia è il paese dei cantastorie, quelli che, con la
chitarra e il cartellone, andavano in giro per le piazze e il tetto dell'auto
era il loro palco”.
Un debutto all'insegna della tradizione, in altre parole, ma
che guarda pure al presente e al futuro, come punto di arrivo e ripartenza di
un percorso dalle innumerevoli esperienze e collaborazioni (Ambrogio
Sparagna, Peppe Servillo, Michele Lobaccaro dei
Radiodervish, Patrizio Trampetti).
A fare da filo conduttore uno sguardo curioso, ironico e
divertito sulle donne, che come in un'inquadratura cinematografica passa da un
campo lungo ad una soggettiva, da generale si fa sempre più intimo,
abbracciando pure l'intensità della passione amorosa e una spiritualità
contadina, umana e simbolica.
E' tutto questo “Cuttuni e lamé”, valorizzato da ospiti
come Alfio Antico, i Lautari e Mario Incudine. Tredici
canzoni fortemente espressive, carnali, laviche e marine; prodotte
da Puccio Castrogiovanni dei Lautari in collaborazione
con Michele Musarra.
Un lavoro che accanto al dialetto siciliano inserisce anche
un episodio in Gallo-Italico di San Fratello, lingua misteriosissima
portata dai Normanni sull'Isola con la sua mistura di dialetti del nord Italia,
francese e lingua siciliana, patrimonio di pochissimi custodi gelosi e
orgogliosi. Dalla prima all'ultima traccia “Cuttuni e lamé” è insomma un
viaggio vorticoso e viscerale fra molteplici suggestioni culturali.
I “Canti Popolari Siciliani” raccolti e illustrati da Lionardo
Vigo e le ricerche di Alan Lomax vengono rinnovati alla luce
della poesia contemporanea e completati da musiche originali, a fianco di
canzoni scritte da Eleonora Bordonaro come songwriter. Il suono è omogeneo e
riconoscibile, non manca il fascino ipnotico di pezzi solo marranzano e voce,
ma ci sono anche episodi che richiamano in modo deciso il manouche, il blues e
il tango.
Di fondo, poi, un approccio interpretativo drammaturgico,
riadattato alle diverse scene di ogni canzone e impreziosito dalla voce
straordinaria e poliedrica di Eleonora (“Mi accendo quando canto, sento tutto e
sono salva” canta in “Vuci”). La cadenza beffarda di “La tassa di li
schetti”. La techno atavica di “Tri Tri Tri”.
Una dolentissima ballata d'amore come “Lu cielu unni situ”,
scritta per uno spettacolo di Mimmo Cuticchio. La seta d'archi e il solo
voce dei due brani dedicati a Maria (“Lamento di Maria” e “Maria passa ppi na
strata nova”). La messa in scena rabbiosa e altera dell'ancheggiante e
waitsiana “'A partita”.
Una title-track piano e voce da grande cantautrice e
osservatrice del mondo femminile. A chiudere “Ucch'i l'arma”, un approdo,
anzi l'Approdo. Profuso nel grido di gioia vibrante e ancestrale di una donna
che, come si legge nel booklet del disco, ha chiuso il Diavolo nella Brocca.
Fonte: gds.it
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