Il film di Carlo Cotti che potrebbe cambiare la storia di
San Fratello e della Sicilia è ancora un sogno nel cassetto.
«Lascio Roma portando con me nove copioni nel cassetto.
Voglio vedere realizzato il Benedict, il film che inseguo da anni». Questo il
principale progetto di Carlo Cotti, regista di San Giuliano Milanese: «Sto
girando l’Italia, la Sicilia in particolare per far capire le potenzialità
di questa storia che mi è venuta in mente oltre dieci anni fa».
Dopo molti viaggi a San Fratello, gli scenari per la
realizzazione di questo film sono ancora molto oscuri. Ma tutto potrebbe
cambiare chissà. La cosa importante è divulgare il copione del film e far
conoscere la grande storia in esso racchiusa. Perché il Film non racconta solo
la vita del Santo, parla anche di razzismo, di integrazione sociale e di
tradizioni siciliane, sopratutto sanfratellane.
Benedict deve avere l’Anima
Siciliana, leggendo il copione lo si capirà, ecco perché
tutti devono essere siciliani ed amare la loro terra, dal direttore
della fotografia, allo scenografa/o, al costumista, al fonico, al montatore, al
fotografo di scena, alle maestranze, al casting director, alle attrici agli
attori, al musicista e a chi sarà a capo della
produzione di questo progetto siciliano che è per il
Cinema internazionale.
La ricerca di un lavoro, di valori perduti,
sono alla base del progetto che deve partire dalla Città di S. Agata
di Militello, base logistica per la preparazione e per
la realizzazione del film, partendo dagli interni del Bronx ricreati ad hoc
dalle maestranze, agli altri interni ed esterni di San Fratello, per
questo si creerà un laboratorio cooperativa “Arti
e Mestieri “ dove i Giovani che amano il Cinema il
Teatro la Pittura la Fotografia il Giornalismo altre forme d’arte, di mestieri
in via di estinzione, potranno partecipare. Lo scopo iniziale di
questo laboratorio è formare giovani forze lavorative indirizzate al mondo
dello spettacolo, alcuni di questi collaboreranno alla produzione del film
avendo al loro fianco professionisti del mestiere. Laboratori di formazione
professionale di media durata, sponsorizzati dalla Comunità Europea, che
esistono in tutta Europa. In Italia esistono tali corsi, , e per partecipare a
costi altissimi, dove i corsi durano tre anni e dove gli allievi finiti i corsi
non trovano lavoro nel mondo da loro scelto.
Con il progetto Benedict i partecipanti
al laboratorio-cooperativa, scelti dopo una accurata selezione, troveranno la
prima loro opportunità nello stesso film, affiancati da professionisti del
mestiere, salariati come tutti, con paghe a minimo sindacale, e a
partecipazione nei futuri guadagni della produzione. Ma anche futuri seri
professionisti dello spettacolo, che inizieranno la loro carriera come
Assistenti alla Regia, Assistenti alla scenografia, assistenti ai costumi,
assistenti alla produzione, assistenti al montaggio, assistenti alla
fotografia, futuri sceneggiatori, assistenti alle musiche, assistenti alle
pubbliche relazioni, alla stampa, in tutti i reparti di una troupe
cinematografica come elettricisti, macchinisti, artisti del legno...insomma dal
primo gradino, augurando che sia, una lunga carriera.
La Comunità Europea per questi master
o laboratori di media durata, ha a disposizione dei finanziamenti, per
il film culturalmente validi, è il caso di Benedict, con
la scoperta diSan Benedetto il Moro, dichiarato dall’Unesco
patrimonio dell’Umanità, film dedicato ai giovani che parla ai giovani, a
tutti, finanziamenti che stranamente non vengono quasi mai richiesti
dall’Italia.
Il primo passo potrebbe essere creare una cooperativa.
Perché ai finanziamenti, le Cooperative affiancati da case di produzione e
distribuzione di qualità, che presentano progetti con requisiti validi hanno
maggiore possibilità di ottenerli.
La nascita del Laboratorio (cooperativa) Arti
e Mestieri, sarà la prima tappa di questa operazione
facendo della Città di Palermo la prima Città Europea
a presentare un tale progetto. Affiancata da altre co-produzioni nazionali ed
internazionali perché il soggetto del film è per un
pubblico internazionale e non solo italiano.
Nel racconto cinematografico, si assiste alla nascita
della cooperativa Arti e Mestieri, mettendo in scena, la parte
finale della commedia L’impresario delle Smirne di Carlo
Goldoni. Già nel 1759 Goldoni parlava del teatro in caratura,
antesignano delle moderne cooperative
gli Enti da contattare sono:
1) Regione Sicilia
2) Città di Palermo
3) Roma, Ministero dei Beni
culturali per film culturalmente validi..
4) Strasburgo,CEE, Euro Images
, fondi per film culturalmente validi.
5) Unesco. San Benedetto il Moro e
altre realtà siciliane dichiarate Patrimonio dell’Umanità
6) Città toccate dal racconto
cinematografico per ottenere facilitazioni per le riprese, come Catania,
Palermo, Modica, Messina, S. Agata di Militello, San Fratello, Acquedolci,
Caronia e il Bosco di Santa Domenica.
7) Le varie Comunità
Internazionali che hanno come Santo Protettore, Benedetto il Moro come
nel Bronx-NY dove emigrarono molti sanfratellani. Dal Portogallo alla Spagna
all’America Latina, San Benedetto il Moro è considerato il
loro Santo, basta ricordare che il gruppo musicale degli Inti Illimani ha
scritto, Fiesta por San Benito, un brano musicale diventato cult.
8) Per contenerne i costi, il film
verrà girato, non in pellicola, ma in Digitale HD.
9) Dal film-theatre verrà
tratto un tv movie in due puntate, poi la serie televisiva. Il montaggio
tv differenzierà da quello cinematografico con sequenze girate per la
televisione, con uno sguardo allo sfruttamento turistico siciliano come
un docu-film,, film documentario. Sfruttamento Cinema, Televisione
e poi home video.
10) Banche Siciliane per mutui agevolati per
simili progetti culturali.
Fonte: Carlo Cotti
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