I Carabinieri di Caronia e San Fratello hanno denunciato in stato di libertà tre allevatori titolari di altrettante aziende.
CARONIA - Nella mattinata di ieri, nell’ambito di un servizio
preordinato al controllo degli allevamenti, i Carabinieri della Compagnia di
Santo Stefano di Camastra e in particolare i militari delle Stazioni di Caronia
e San Fratello, hanno denunciato in stato di libertà, alla Procura della
Repubblica di Patti (ME), tre allevatori titolari di altrettante aziende, che
sono state sottoposte a verifica.
Si tratta di controlli quasi simultanei effettuati negli
ultimi due giorni dai Carabinieri nella zona di Caronia finalizzata a garantire
i consumatori circa la provenienza della carne che poi finisce sulle nostre
tavole.
L’attività veniva svolta, in un caso, – quello che
interessava l’allevamento di D.G. cl.1965. – d’iniziativa a seguito del fatto
che quest’allevatore, qualche giorno prima e per l’esattezza l’11 giugno 2015,
si era recato alla Stazione Carabinieri di San Fratello, dove aveva denunciato
lo “smarrimento” di 85 bovini.
Questa denuncia non era passata inosservata, sia per la
scelta di essere effettuata in una Stazione Carabinieri non territorialmente
competente, sia per la stranezza in sé che presentava il fatto di smarrire
tanti animali di grossa taglia.
Tutto ciò induceva i militari dell’Arma ad effettuare il
controllo della ditta. Così, il 18 giugno u.s., congiuntamente ai veterinari
dell’ASP di Sant’Agata Militello, si passava al setaccio il bestiame
dell’azienda zootecnica. Veniva avviata meticolosa attività di verifica di
ciascun capo sia sotto il profilo veterinario stricto iure (allo scopo di
escludere la presenza di malattie) che sotto il profilo della rispondenza dei
capi di quanto dichiarato sul “registro di stalla” (in cui, per ogni capo, v’è
indicato il microchip e il marchio auricolare).
Il controllo interessava la residua mandria (rispetto gli 85
bovini smarriti), costituita da ulteriori 140 capi di bestiame, che, presentava
– per 100 bovini sottoposti a sequestro – varie incongruenze fra i marchi
auricolari, i boli endoruminali (microchip associati) ed il “registro di
stalla”. Gli approfonditi accertamenti hanno permesso di appurare che:
- alcuni animali erano provvisti del marchio ma erano privi di
microchip;
- altri erano privi di entrambi;
- uno presentava due microchip;
- altri, infine, non avevano corrispondenza fra il marchio auricolare e il
microchip indicato nel “registro di stalla”.
Questi elementi infatti incidono in maniera sostanziale ad impedire la certezza
della provenienza del capo di bestiame di cui, perciò, non è possibile la certa
provenienza.
A seguito delle verifiche effettuate i militari dell’Arma
hanno pertanto proceduto al sequestro ed al deferimento in stato di libertà
dell’allevatore per il reato di ricettazione al pari di altri due allevatori di
Caronia: M. A. cl. 1967 e M.G. cl. 1970 le cui aziende caronesi, anch’esse
sottoposte ad una verifica, presentavano nel complesso 4 animali con
incongruenze nei marchi auricolari e gli associati boli endoruminali
(microchip). Anche per quest’ultimi quindi i Carabinieri hanno proceduto al
sequestro dei capi di bestiame ed al deferimento in stato di libertà degli
allevatori per il medesimo reato di ricettazione.
Fonte: canalesicilia.it
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