STORIA
8 Gennaio 1922, uno fra i centri più storici, potenti e popolosi della provincia di Messina viene quasi spazzato via da una devastante frana. Oltre 11 mila abitanti si salvarono, tranne una donna anziana e suo figlio.
8 Gennaio 1922, uno fra i centri più storici, potenti e popolosi della provincia di Messina viene quasi spazzato via da una devastante frana. Oltre 11 mila abitanti si salvarono, tranne una donna anziana e suo figlio.
Luigi Andrea Luppino.
L’8 Gennaio è un giorno triste per il paese di San
Fratello, in provincia di Messina. Infatti oggi ricorre il 94°
anniversario dalla devastante frana che nel 1922 mise in
ginocchio il paese e costrinse almeno 11 mila persone a lasciare le
proprie abitazioni.
L’evento cominciò all’una di notte. Molte persone furono
svegliate da un rombo
molto forte, come di un tremore sismico. Allertati da questi segnali gli abitanti del
paese preferirono accamparsi all’esterno in tende di fortuna piantate
appena fuori dal centro abitato. Dopo la notte all’addiaccio molti
volevano tornare nelle loro abitazioni, ma il prete del paese e
il capitano dei carabinieri persuasero i cittadini a rimanere all’esterno
delle costruzioni, alcune già danneggiate dall’evento della notte.
Intorno
alle 16.00 di quella stessa Domenica una gigantesca
frana si staccò dal fianco della montagna e sommerse San Fratello con un fiume di
detriti rocciosi e fango. Così, anche chi possedeva beni mobili o immobili fino
al giorno prima, diventò povero esattamente quanto gli altri. 11 mila persone
costrette ad abbandonare le loro abitazioni inagibili. Molti i danni anche
alle chiese. La cattedrale fu distrutta dalla frana.
San Fratello prima della frana |
San Fratello dopo la frana |
Si riportano 2 vittime ufficiali: un’anziana donna di
85 anni che non voleva lasciare la sua abitazione e suo figlio,
morto nell’ultimo disperato tentativo di portarla in salvo. E’ probabile che,
nel caos e nell’esodo di tutte le migliaia di persone che prima abitavano il
paese, qualcun altro sia rimasto ucciso nei crolli delle proprie
abitazioni o schiacciato da detriti rocciosi di grosse dimensioni.
I soccorsi
Subito il comandante dei carabinieri si attivò per chiedere
immediatamente aiuto da Messina, ma tutte le comunicazioni erano
state interrotte. Appena avuto notizia dell’immane disastro, il Ministero
dell’Interno e quello dei lavori pubblici stanziarono rispettivamente
la somma di 40 mila e 100 mila lire. Il re elargì una somma minore di 25
mila lire per gestire l’emergenza. Il ministro della guerra dispose
che i suoi militari avrebbero dovuto raggiungere quanto prima la
popolazione colpita, in qualsiasi modo, peralleviare le conseguenze del
disastro.
fonte: meteoweb.it
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