CULTURA
L'idioma sanfratellano, un patrimonio linguistico che dev'essere
salvato. In Sicilia, tutti i tentativi fino ad oggi sono andati a vuoto.
Salvatore Mangione.
Due diversi disegni di legge, giacciono sia al Parlamento nazionale che
in quello Regionale, sul riconoscimento del lingua gallo-italica. Tutti gli studi recenti e antichi che riguardano questa caratteristica
dialettale, presente in alcuni centri dell'Isola, della Calabria e della Puglia,
sicuramente se riconosciuta, obbligherebbe a portare un altro sguardo
sull'importanza della nostra Sicilia.
Nelle altre regioni d'Italia, quasi tutti
gli idiomi, i dialetti e le varianti, sono stati riconosciuti dalle Commissioni
affari costituzionali e dalle stesse assemblee regionali. In Sicilia, tutti i
tentativi fino ad oggi sono andati a vuoto.
Gli stereotipi e pregiudizi sono solo figli della poca conoscenza di
eredità culturali eccezionali. Dopo novecento anni, il patrimonio linguistico,
sulla stessa stregua di quello artistico e architettonico, merita di essere
attenzionato e valorizzato.
Se poi si considera che nella Sicilia, i comuni interessati al fenomeno
sono dislocati in tre provincie, Messina, Catania e Siracusa, come ceppi
fondamentali, per non parlare di alcune realtà derivate che per varie
motivazioni storiche e di trasferimenti di abitanti e di paesi, hanno avuto a
che fare con i Lombardi e i Normanni. La conoscenza della storia e della
linguistica, ha dato una vera percezione della realtà, evidenziando la parte
dell'eredità settentrionale nella cultura e nel popolo siciliano. Come scrisse
Vincenzo Consolo, nel suo libro "il sorrido dell'ignorato marinario":
"... e chi v'intende chi nell'isola della romanza lingua passata per gole
galliche e teutoniche, d'arcaico volgare, vernacolo non guasto
interamente".
Capita spesso che vagando per l'isola, molti bravi europei, biondi e
con la carnagione rosea, incrociando sulle strade dei Siciliani, più nordici di
loro, disciplinati, lavoratori onesti, che al colmo dell'orrore, parlano una
lingua latina, con un fortissimo accento celtico-germanico, cioè il
gallo-siciliano. Adesso i tempi sono maturi e non si possono più tollerare
ritardi o dimenticanze.
fonte: gazzetta del sud
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