CRONACA
I pochi palafrenieri sopravvissuti al progressivo declino
dell’Istituto per l’incremento ippico catanese rischiano di sparire. Nella sede
centrale di Catania sono rimasti solo 30 cavalli, accuditi da altrettanti
palafrenieri.
IL PALAFRENIERE più celebre d’Italia fu fatto sparire
più di ottant’anni fa. Era un anonimo palafreniere libico dalla pelle
scurissima che in cima a una duna nell’oasi di Bùgara il 18 marzo 1937 (due
mesi prima della mattanza di tutti i preti e i diaconi cristiani etiopi di
Debra Libanos affidata dal generale Rodolfo Graziani ai più feroci ascari
islamici inquadrati nell’esercito italiano) teneva le redini al Duce
cavallerizzo. Duce che tra duemila cavalieri arabi levò al cielo “La Spada
dell’Islam”, appena ricevuta in dono dalle mani del capo berbero Jusuf
Kerbisch. Spada levata al cielo con una solenne promessa: «Le popolazioni
musulmane sanno che, col tricolore italiano, avranno pace e benessere e che le
loro usanze e, soprattutto, le loro religiose credenze saranno scrupolosamente
rispettate».
LA MANDRIA superstite, per quel che se ne sa, è sparpagliata
in tre sedi: 52 cavalli (più otto asini di pregio) ad Ambelia (CT) curati da
cinque addetti, 10 a San Fratello (tre stallieri) e 30 nella stupenda sede
centrale di Catania. Accuditi da una trentina di palafrenieri. Uno per cavallo.
Un’abbondanza che non potrebbe permettersi manco un maragià… Purtroppo
quella che manca è la biada non per gli equini, almeno per ora, ma per quanti
li accudiscono. Gli stallieri dell’Istituto per l’incremento ippico, infatti,
non prendono lo stipendio da mesi. E non riescono a trovare un accordo sulla
proposta fatta loro dalla Regione: un accorpamento con l’Istituto zootecnico
regionale, che ha molti più cavalli di cui prendersi cura ma un difetto
insuperabile. Non è a Catania ma a Palermo. E l’idea di un trasferimento, com’è
facile immaginare, non garba molto a chi preferirebbe restare sotto l’Etna. Di
più: secondo i sindacati dei palafrenieri «la loro particolare
contrattualizzazione non permette il trasferimento». Risultato finale? Tutto
stralciato dalla Finanziaria. Amen. Se ne riparlerà in questi giorni…
fonte: Corriere.it
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