Il Ministro della Difesa Trenta a Messina per ricordare gli eroi di Nassiriya


ATTUALITA'
La Caserma Bonsignore di Messina, sede del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber”, ha ospitato la cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato ai 5 Carabinieri Siciliani caduti a Nassiriya. Un'occasione speciale che ha riunito tutte le famiglie dei caduti e che ha portato in città il Ministro della Difesa.

Francesca Stornante.
Era il 12 novembre del 2003 e la guerra entrò all’improvviso nelle case degli italiani. Erano le 10.40 del mattino e a Nassiriya, in Iraq, la base italiana dell’operazione Antica Babilonia veniva attaccata da un commando kamikaze. Il bilancio fu drammatico. L’Italia perse 19 uomini. Un tributo altissimo lo pagò la Sicilia: a Nassiriya persero la vita i carabinieri  Giovanni Cavallaro, sottotenente, originario di Messina; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante di Messina; Giuseppe Coletta, brigadiere di Avola; Ivan Ghitti, brigadiere di San Fratello; Domenico Intravaia, vice brigadiere di Palermo; Horacio Majorana carabiniere scelto, di Catania; Emanuele Ferraro, caporal maggiore scelto dell’Esercito, di Carlentini. 

Oggi Messina ha voluto ricordarli ancora una volta. L’Arma dei Carabinieri ha voluto celebrarli affinché nessuno dimentichi mai quel sacrificio. Per loro in città è arrivato il Ministro della Difesa Elisabetta Trentache ha partecipato alla cerimonia che si è svolta all’interno della Caserma Bonsignore, sede del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber”.
E’ stato il Ministro Trenta ad inaugurare il monumento dedicato ai 5 Carabinieri Siciliani caduti a Nassiriya. Attorno a lei le famiglie dei morti di Nassiriya, mogli, madri, figli, fratelli di quei ragazzi che erano in missione di pace e che non sono più tornati a casa, lasciando un vuoto colmato solo dal profondo significato di quel gesto di sacrificio per lo Stato che lì rappresentavano. 
C’erano Tiziana Ragazzi e i suoi due figli Enrico e Salvatore, da Genova sono arrivate Sabrina e la figlia Lucrezia Cavallaro e da Messina c’erano anche il figlio Diego e il fratello Paolo Cavallaro, da Palermo la famiglia Intravaia, da Catania i fratelli e la mamma di Horacio Majorana. Un’unica grande famiglia che si è ritrovata dopo la tragedia che li ha segnati ma che oggi li ha resi più forti. 
Alla cerimonia hanno partecipato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale Giovanni Nistri, il Comandante Interregionale Generale Luigi Robusto e le massime Autorità civili, militari e religiose della Sicilia. 
Il monumento inaugurato è stato realizzato artigianalmente dagli alunni dell'istituto artistico “Ernesto Basile” di Messina ed è costituito da un piano d'Altare in pietra siciliana lavorata a mano, che poggia su 4 gambi di rose,in acciaio, sorretti alla base da 4 pietre, provenienti delle Terre di origine di ciascun caduto siciliano, che circondano una roccia rossa giunta direttamente da Nassiriya. Le quattro pietre italiche abbracciano la pietra irachena e “rappresentano simbolicamente le gocce di sangue, che, sgorgate dal sacrificio dei caduti, hanno fatto fiorire una rosa”. Infatti dalle 4 pietre affiorano 5 rose in ferro battuto, in ricordo di ciascuno dei caduti siciliani, sovrastate da un ripiano in pietra tipica siciliana. 
Il Generale Robusto ha aperto la cerimonia, ringraziando il Ministro per aver voluto partecipare a questo evento e tutte le autorità presenti, arrivate anche dalle altre città siciliane: «Quest’opera è il simbolo del sacrificio. È una bellissima occasione d’incontro che afferma i nostri valori più alti. Noi siamo uomini di pace, la guerra la fa chi non ha il coraggio di combattere. Questo momento ci dà la forza per andare avanti per continuare a credere in questi valori».
Il Ministro Elisabetta Trenta ha parlato dei caduti di Nassiriya come degli eroi di questa nostra terra e del loro sacrificio come estremo atto di amore di chi ha dato la vita per questo lavoro. «Siamo in territori difficili, condizionati da un’odiosa criminalità organizzata che rappresenta un ostacolo al benessere civile. A tutto questo però si contrappone lo Stato. Il lavoro svolto con determinazione in questi anni ha inferto dei colpi fortissimi alle consorterie criminali. Attualmente le le organizzazioni criminali sono indebolite, ma la guerra alle mafie non può dirsi vinta e la presenza dello Stato è sempre più importante per questo. Il nostro impegno dovrà essere ancora più determinato e per questo dico grazie all’Arma dei Carabinieri che continua ad essere un presidio dello Stato vicino alla gente». Poi anche un ricordo personale: «Nassiriya per me è un posto dell’anima dove ho lavorato tanto tempo e dove ho trovato una popolazione locale che parla continuamente degli italiani. Significa che abbiamo lavorato con il cuore e loro ci sono grati. Ci dicevano che eravamo fratelli anche nel sangue. Gli italiani e i carabinieri sono i migliori nel ricostruire le possibilità di un popolo quando si passa da un conflitto alla pace. E per questo dico grazie ai Carabinieri».
Sul piano d’Altare dedicato ai caduti di Nassiriya il loro sacrificio viene ricordato così: “La nostra Pietra. Il rosso naturale della dura pietra irachena cela il sangue di un italico martirio e, da cornice i colori della sicula Patria d'origine. Tu che, silenzioso volgi verso di me il tuo sguardo e la tua prece fa di questi sassi un'unica pietra, per schiacciare odi e rancori e, solo allora, da quel sangue potrà sbocciare un fiore”.

Fonte: tempostretto.it; foto di giovanni isolino



Commenti