I resti umani della Grotta di San Teodoro (Tra Storia e Leggenda, 6)

Stratigrafia del deposito della Grotta di San Teodoro


La Grotta di San Teodoro rappresenta uno dei capisaldi per la conoscenza del Paleolitico superiore nel Mediterraneo. Le sepolture, le prime e finora le uniche rinvenute in Sicilia, hanno offerto dati di eccezionale interesse per la conoscenza dei più antichi abitatori della Sicilia.
Complessivamente sono stati rinvenuti i resti appartenenti a 7 individui di cui tre attribuiti a femmine e quattro a maschi. Le analisi effettuate sui reperti hanno messo in luce che tutti gli individui sono adulti e scheletricamente robusti. L’usura dei denti centrali è indice di un utilizzo per scopi non solo alimentari (terza mano). Gli scheletri più completi hanno consentito di calcolare la statura, la cui media è attestata intorno a 1,64 m. La forma del cranio è dolicomorfa cioè lungo, stretto e alto con mandibole robuste.
Presumibilmente il sito ha visto una lunga occupazione preistorica e sin dalle prime valutazioni l’appartenenza di ST 5 al Paleolitico superiore è risultata dubbia. Da ciò e da altre valutazioni si deve la convinzione che non ci sia una relazione temporale stretta tra gli individui rinvenuti.




Il rito di inumazione
Il cadavere veniva deposto in una fossa poco profonda, scavata nel suolo vergine della caverna, oppure in parte, nei lembi di focolare che incominciavano a costituirsi sul deposito di base sterile o nei suoi avvallamenti. Il cadavere era collocato lungo disteso, supino, oppure sul fianco sinistro senza un orientamento prestabilito...le braccia lungo i fianchi... il corpo era circondato, a quanto sembra intenzionalmente, di ossa di animali, di ciottoletti ed è probabile che fosse anche ornato con collane di denti di animali... La salma era appena ricoperta da un leggero strato di terra, e al di sopra della fossa richiusa, veniva sparsa dell’ocra a costituire uno straterello di circa 5 cm di spessore uniforme e continuo che si estendeva ininterrotto su tutte le sepolture, ma dal quale qualcuna delle inumazioni non era ricoperta che parzialmente... (Graziosi,1947)


Individuo N. 1: “Thea” (Scheletro quasi completo). Lo scheletro riposava coricato sul fianco sinistro, disteso parallelamente all’asse della caverna, con la faccia rivolta verso la parete opposta ed i piedi tesi verso l’apertura. Lo strato d’ocra correva sopra lo scheletro, e subito sopra l’ocra vi era prima uno straterello con rari carboni e selci, quindi cm. 80 di deposito costituito da ossa spaccate, selci quarziti e carboni. Poscia altri 40 centimetri di terriccio sterile, formante l’attuale piano della caverna (C. Maviglia, 1941). ...dodici elementi di collana costituiti da dodici canini di cervo elafo perforati, trovati insieme ai resti dell’inumato e probabilmente facenti parte del suo corredo funebre (Graziosi, 1947).

Individuo N. 2: rappresentato dal solo cranio è stato rinvenuto da Carlo Maviglia nel marzo 1938. Si trovava a poca distanza dallo scheletro n. 1, ad un livello leggermente più alto, ma sempre sotto l’ocra. Il cranio riposava in posizione supina... con la calotta cranica volta verso l’ingresso della grotta, ed i piedi verso l’interno, in linea leggermente diagonale. Le condizioni di conservazione non erano buone, purtuttavia si potè raccogliere quasi tutto il cranio... Il resto dello scheletro, che avrebbe dovuto trovarsi, se si fosse eseguito subito lo scavo, fu malauguratamente disperso, dallo scavo clandestino fatto da qualche ignoto cercatore di fossili o di tesori (C. Maviglia, 1941).

Individuo N. 3: è rappresentato dal cranio, dall’epistrofeo, dall’atlante, qualche altra vertebra, una scapola, una testa d’omero, una clavicola, alcune falangi della mano destra ed altre della sinistra. I resti furono recuperati da C. Maviglia nel marzo del 1940. La posizione di questo non è del tutto chiara, mentre il mascellare inferiore si presentava verticalmente con la mandibola intatta, quello superiore con le altre parti del cranio si trovava schiacciato e rovesciato sulla sua destra... aderenti al mento si trovavano alcune falangi
della mano sinistra come se questa avesse coperto la bocca mentre altre della mano destra erano poste un poco più in basso (C. Maviglia, 1941).

Individuo N. 4: scoperto nel 1940 da C. Maviglia... La campagna di scavo fu effettuata nel 1942 dallo stesso Maviglia e da Paolo Graziosi, ma già il deposito era stato visitato da ...precedenti frugatori che avevano asportato tutta la parte toracica fino al bacino (Graziosi,1947)... La salma era inumata normalmente all’asse della caverna e quindi della vecchia trincea, coi piedi rivolti ad est, cioè verso la parete della grotta. Quando iniziammo lo scavo le ossa dell’anca affioravano nella sezione; trovammo quindi il bacino, gli arti inferiori al completo, l’avambraccio destro con l’estremità distale dell’omero,... del braccio sinistro rimanevano solo alcune ossa della mano, le quali giacevano al di sotto dell’osso iliaco come se il cadavere fosse stato inumato con la sinistra posta al di sotto della regione glutea...presso il femore sinistro all’altezza della mano, trovammo l’estremità di un ramo di corno di cervo e qua e la qualche altro frammento di ossa dello stesso animale ...Essi davano l’impressione di essere stati deposti intenzionalmente accanto al cadavere... (Graziosi, 1947).

Individuo N. 5: scoperto nel 1942 da Paolo Graziosi e Carlo Maviglia, è costituito dal cranio mancante di buona parte della faccia, gli omeri frammentari e qualche vertebra frammentaria. ...per quanto riguarda il cranio isolato, e le poche ossa frammentarie ad esso pertinenti dello strato B, vale a dire di un livello più alto di quello delle altre inumazioni, non sono in grado di stabilire con sicurezza se si trattasse di ossa inumate o soltanto abbandonate nel focolare...è certo però che non ci fu possibile di notare tracce sicure di sepoltura ...Essi giacevano in pieno focolare, mescolati alle numerose altre ossa di animali ed alle abbondanti selci lavorate, e in stato di conservazione assai precario (Graziosi,1947).

Individuo N. 6: recuperato da C. Maviglia tra il 1942 e il 1947 è rappresentato da un cranio femminile di età inferiore a 25 anni, custodito presso l’Istituto di Paleontologia Umana di Firenze.

Individuo N. 7: Anch’esso recuperato da C. Maviglia si trova custodito presso il Museo di Storia Naturale di Milano. Si tratta di un reperto frammentario costituito da porzione del cranio e della mandibola. I resti appartengono ad un individuo di sesso maschile con un’età stimata tra i 25 e i 30 anni con caratteristiche morfologiche e morfometriche affini agli altri individui. Le tracce di ocra sulla porzione frontale e sulla mandibola indicano un rito di inumazione. [fonte: Carolina Di Patti]


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