Dalle Onde del Mare alle Onde Elettromagnetiche (SpaccaSette, 11)


1. Come ridurre l'esposizione delle onde elettromagnetiche del Cellulare
Per ridurre il livello di esposizione alle onde elettromagnetiche, ti consigliamo di: usare sempre l’auricolare o il viva-voce; usare i messaggi, di testo o audio; usare il telefono in condizioni di buona ricezione del segnale.
I campi elettromagnetici a radiofrequenze hanno numerose applicazioni e l’esposizione a questi agenti è universale e dovuta a numerose sorgenti. Per la popolazione generale i telefoni cellulari sono la sorgente di esposizione più importante, mentre gli impianti fissi forniscono contributi di gran lunga inferiori all’esposizione media quotidiana.
Con l’evoluzione della telefonia mobile, i sistemi di controllo automatico della potenza di emissione sono diventati sempre più efficienti e l’esposizione dell’utente durante l’uso del telefono cellulare è notevolmente diminuita nel tempo. L’uso del telefono cellulare comporta un’esposizione strettamente localizzata e l’assorbimento dell’energia diminuisce drasticamente all’aumentare della distanza tra utente e dispositivo.


2. Leggende e miti dei Giganti in Sicilia nella letteratura Greca
La Sicilia e l'Etna hanno avuto un ruolo centrale nell’ispirazione del mito dei Ciclopi, dei Lestrigoni, la nascita di Atena dal capo di Zeus, le Gigantomachie e di diverse personalità legate al Mito. A partire dal Ciclope antropofago Polifemo, che secondo gli studi non era un gigante, bensì una figura legata all’oltretomba. L’equivoco millenario sul mito dei giganti sarebbe da attribuire ai ritrovamenti dei teschi degli elefanti nani, presenti in Sicilia in tempi remotissimi.
La dimora di Polifemo e dei Lestrigoni fu individuata nella Sicilia Nord-Orientale per la presenza del Vulcano, luogo, che per via della sua natura, fu visto come l’entrata delle porte dell’ade. 
La natura dei vulcani e la loro continua metamorfosi ha ispirato i mitografi che a loro hanno attribuito anche le lotte tra i Titani e Zeus. Altra simbologia legata ai vulcani è la figura di Atena nata dalla sommità cervicale di Zeus. 
Il proliferare dei miti e la collocazione in particolari luoghi finiranno col costituire una vera e propria geografia del mito. L’Etna, fin dalla notte dei tempi, per le sue continue eruzioni e i forti tremori, ha rappresentato il luogo dei miti per eccellenza. 



3. Chi salverà l’italiano? 
Parliamo sempre peggio. Con un vocabolario ristretto, con slogan ripetuti in modo ossessivo, con metafore banali e inutili. E con una valanga di parolacce. Così si distrugge e si spreca un patrimonio della nostra identità. Allarme nelle scuole e nelle università, non parliamo più l’italiano. Stiamo, infatti, distruggendo la lingua nazionale a partire, da luoghi dove si insegna, o si dovrebbe insegnare. Le scuole. Al punto che sono ormai decine le università che hanno introdotto corsi di italiano, per sostenere studenti universitari di fatto analfabeti funzionali o di ritorno.
L’incredibile passo indietro è stato anche denunciato da 600 professori: “Nelle tesi di laurea, errori da terza elementare. Bisogna ripartire dai fondamentali: grammatica, ortografia, comprensione del testo”. Una distruzione, quella dell’italiano, che attraversa trasversalmente la lingua orale e quella scritta.
Nella quotidianità parliamo sempre più con un vocabolario ristretto, fatto di poche parole; ripetiamo continuamente, quasi in modo ossessivo, come tanti slogan da marketing pubblicitario, le stesse parole e gli stessi concetti; abusiamo di metafore (anche molto banali e di scarso significato) e di parole anglosassoni, segno di un complesso di inferiorità anche linguistico. Abbiamo fatto diventare la parolaccia, anche la più volgare, un mezzo di comunicazione ordinaria. Frequente, abituale, quotidiano.
Il Censis, con la solita accuratezza delle sue analisi, ha parlato in modo esplicito di «imbarbarimento della lingua italiana», di una «continua semplificazione», di «un turpiloquio che inonda la nostra vita collettiva». La decadenza di una lingua, intesa come lessico e identità di un popolo, quindi patrimonio condiviso della collettività di un Paese, marcia, accelerando nella consuetudine al turpiloquio solipsista, parallela alla decadenza di una società. E alla sua incapacità di produrre e riprodurre classi dirigenti degne di questo nome per formazione, competenza, responsabilità e valori di riferimento. Il Censis così aggiunge l’imbagascimento (utilizzando una parola del grande Carlo Emilio Gadda) del lessico collettivo a un lungo elenco di punti di caduta della dimensione comunitaria che, ormai da anni, stiamo accumulando nel perimetro del caso Italia. 
Per salvare l’italiano, per restituire dignità e valore alla lingua come fattore di traino dell’intera identità nazionale, dovremmo iniziare dai nostri microcosmi. Scuola, lavoro, famiglia: e tornare a parlare da persone civili, rinunciando magari alla litania di inutili e volgari parolacce. Ci sarebbe subito, se lo facessimo in tanti, un effetto di contaminazione, e finiremmo così di sprecare un patrimonio che appartiene a tutto il Paese.   



4. Pappagalli Verdi” di Gino Strada: 120 Pagine che ti cambieranno profondamente
“Mine giocattolo, studiate per mutilare bambini. Ho dovuto crederci, anche se ancora oggi ho difficoltà a capire.” ~ G. Strada
Leggere questo libro è stata dura, sottotitolato “Cronache di un chirurgo di guerra” , descrive perfettamente il clima di terrore e disperazione che aleggia sopra i territori colpiti da questa “piaga” che è la guerra, una piaga creata dall’uomo e alla quale partecipano inermi i bambini.
Il libro è composto da piccoli estratti di qualche pagina, storie di vita vissuta negli ospedali in cui opera Emergency in Iraq, Pakistan, Ruanda, Afghanistan, Perù, Kurdistan, Etiopia, Angola, Cambogia, ex-Jugoslavia e Gibuti, cominciano con raccontare il territorio, la situazione, il contesto per poi aprire una finestra su scene crude; a volte è difficile andare avanti nella lettura, bisogna fermarsi, riprendere fiato, scrollare la testa per rendersi conto che non si sta leggendo un romanzo ma la cruda realtà. E’ stato scritto nel 1999 da Gino Strada, fondatore dei Emergency, che offre cure gratuite alle vittime di guerra dal 1994, forse da allora qualcosa è cambiato, ma dicono che la storia ha questo brutto vizio di ripetersi e io aggiungo che per un futuro migliore non si dovrebbe mai dimenticare il passato, per questo è un libro che va letto oggi, soprattutto oggi, per capire cosa ha spinto a scappare da questi paesi le migliaia di persone che cercano aiuto.
Nel 1997, grazie al trattato di Ottawa, le mine antiuomo sono state messe al bando da 138 paesi, ma Cina, Stati Uniti, Russia, Israele e Corea del Nord non hanno firmato l’accordo, ci sono anche associazioni umanitarie che si prodigano per la bonifica dei territori dalle mine ma solo nel 2011 ci sono ancora stati 5.197 morti dei quali un terzo erano bambini.
L’Italia era uno dei maggiori produttori di mine antiuomo, ha smesso la produzione e il commercio dopo la firma della legge n°374 del 29 ottobre 1997.
Gino Strada con questo libro costringe il lettore a guardare in faccia la guerra e i suoi orrori, costringe il lettore a non voltarsi dall’altra parte a osservare dentro gli occhi di quei bambini e a chiedersi perché?; lo fa in maniera cruda ma riesce anche a far trasparire la voglia di vivere di questi bambini che, mutilati dalle mine antiuomo, riescono ancora a sorridere e a giocare, nonostante debbano affrontare la vita adattandosi alla nuova forma del loro corpo, ed imparare ad usare al meglio quel che ne è rimasto, nonostante la “quotidianità della tragedia”.

5. Il sogno tech sempreverde dello skateboard volante
Hai sempre sognato di muoverti come Marty McFly nel secondo capitolo della trilogia dedicata ai viaggi nel tempo? L'industria dell'innovazione prova a realizzare anche i sogni più complessi
La comunità tech, e il pubblico più geek che la segue, ha da sempre alcuni sogni che accarezza più di altri. Tra questi, complici anche un immaginario da film alla Ritorno al futuro, c’è quello di uno skateboard volante o, più realisticamente, di sistemi di trasporto individuali che possano sfruttare la levitazione magnetica. L’azienda statunitense Arx Pax, con il suo hoverboard Hendo, ha provato quache tempo fa più concretamente a rendere il sogno realtà. In questo video Brent Rose, contributor di Wired Usa, mette alla prova l’avveneristico tool.


6. Libra, la criptovaluta di Facebook, ufficialmente al via con il wallet Calibra
Libra è realtà: la criptovaluta di Facebook è stata ufficialmente annunciata insieme agli strumenti per utilizzarla. Facebook ha svelato l'app Calibra, che funge da wallet (portafogli digitale) e tramite la quale sarà possibile effettuare pagamenti o inviare denaro tra utenti, anche attraverso la scansione di un codice QR presso gli esercizi (virtuali e reali) che aderiranno a Libra.
La disponibilità generale di Calibra è fissata per il 2020: si tratterà di un'app separata da quelle di Facebook e WhatsApp, e non integrata come inizialmente si pensava che sarebbe avvenuto.
Per quanto riguarda la privacy, Facebook sostiene che Calibra mette in campo tutta una serie di misure - analoghe a quelle adoperate dalle tradizionali app di home banking - per proteggere non solo il denaro ma anche la privacy degli utenti: verifica a più fattori e funzionalità anti-frode sono presenti nell'app. Libra ha il sostegno di diverse realtà importanti, tra cui istituzioni finanziarie, quali MasterCard, Visa, PayPal, Stripe, eBay, Spotify, Uber, Lyft, Vodafone Group e Andreessen Horowitz.
Un altro dettaglio che vediamo confermato è il fatto che Libra è una stablecoin: il suo valore, in altre parole, non fluttua come accade per esempio a quello di Bitcoin, ma è legato a quello del dollaro.
Ulteriore differenza rispetto a Bitcoin è il fatto che le transazioni non sono anonime: chi vuole usare Libra deve inizialmente identificarsi usando un documento valido, mentre non sarà sufficiente il possesso di un account Facebook o WhatsApp.


7. Forza quattro
Alle ultime elezioni amministrative di San Fratello i tre candidati a sindaco Salvatore Sidoti Pinto, Giuseppe Ricca e Salvatore Mangione avevano già affrontato per tre volte le elezioni come candidati a primo cittadino e, fatto assai curioso, tutti e tre si presentavano per la quarta volta ad amministrare San Fratello. Sidoti, uscito vincitore alle ultime elezioni, era già stato candidato nel 2003, nel 2008 e nel 2013; Ricca si era già candidato nel 1998, nel 2003 e nel 2013; mentre Mangione era candidato a primo cittadino nel 1994, nel 1998 e nel 2008. 


Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie.
Lo si fa per principio, per se stessi,
per la propria dignità
(Oriana Fallaci)

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