POLITICA
La sanzione era scattata per il mancato pareggio di bilancio
del 2016. Due sentenze della corte costituzionale ribaltano la decisione dello
Stato.
Giorgio Vaiana.
Ma ora 30 comuni italiani si vedranno accreditati di nuovo
quei soldi versati per pagare la multa. Ci sono volute due sentenze della corte
costituzionale (la 247/2017 e la 101/2018) per il recupero delle somme
ingiustamente tagliate agli enti. I comuni che chiederanno al Ministero di
riavere i soldi sono Acri (Cs), Argentera (Cn), Carrega Ligure (Al), Casasco
D'Intelvi (Co), Castel Campagnano (Ce), Colosimi (Cs), Crocefieschì (Ge),
Fiumedinisi (Me), Letino (Ce), Mandello Vitta (No), Mazzarino (Cl), Mazzarrone
(Ct), Mongiardino Ligure (Al), Monteroduni (Is), Muro Lucano (Pz), Piana degli
Albanesi (Pa), Polia (Vv), Proserpio (Co), Rocca De' Giorgi (Pv), San Cipriano
Po (Pv), San Fedele Intelvi (Co), San Fratello (Me), San Giorgio a Liri (Fr),
San Giovanni Lipioni (Ch), San Mango D'Aquino (Cs), Seborga (Im), Soveria
Mannelli (Cz), Tiriolo (Cz), Tortorella (Rc), Vallepietra (Rm).
Da una semplice mini-multa da mille euro ad una maxi
sanzione di oltre 1,2 milioni di euro, in totale lo Stato restituirà 5,5 milioni
di euro. Ma soprattutto si apre un precedente importante che a cascata,
coinvolgerà decine e decine di amministrazioni comunali italiane. Di questa
situazione se ne è parlato stamattina nel corso dell'incontro regionale dell'Anci
Sicilia, l'associazione nazionale dei comuni italiani. È intervenuto il sindaco
di uno dei comuni coinvolti, Rosario Petta, primo cittadino di Piana degli
Albanesi. Il suo comune ha ricevuto una sanzione di 361 mila euro per il
mancato pareggio di bilancio nel 2016. "Siamo capofila di questo gruppo di
comuni - spiega il sindaco Petta - e abbiamo inoltrato istanza al Ministero per
il recupero delle somme ingiustamente tagliate agli enti. Oggi l'Anci Sicilia
ha recepito la richiesta dei comuni e si farà carico nei confronti del governo
nazionale, al fine di giungere ad un positivo accoglimento delle legittime
rivendicazioni dei comuni interessati. Per il nostro comune recuperare la somma
di 361 mila euro sarebbe una boccata d'ossigeno essenziale alla sopravvivenza
dell'ente".
Dunque secondo la corte costituzionale è incostituzionale il
blocco dell’utilizzo ai fini del "Pareggio di bilancio" dell’avanzo
di amministrazione e del "Fondo pluriennale vincolato" degli Enti
territoriali a partire dal 2020, in quanto si tratta di risparmi accumulati
negli esercizi precedenti che servono a finanziare investimenti pluriennali.
Pertanto, la preclusione ad utilizzare le quote di avanzo di amministrazione
disponibili ed i fondi già destinati a spese pluriennali (Fpv) qualificherebbe
il "Pareggio di bilancio" come "attivo strutturale
inertizzato", cioè
inutilizzabile per le destinazioni già programmate (spese vincolate).
Fonte: il giornale.it