8
mila aziende rischiano di restituire le somme.
Giuseppe Romeo.
A portare avanti per prima la battaglia legale fu l’Unione
Allevatori Sicilia di Tortorici, presieduta da Carmelo Galati Rando. Lo
avevano denunciato nel 2013 come quei criteri per la distribuzione a pioggia
dei fondi comunitari sul biologico in agricoltura fossero poco chiari.
In 50
fecero ricorso contro l’esclusione dalla graduatoria. Oggi che quel pasticcio è
stato svelato, la faccenda rischia di costare carissimo alle casse della
Regione ed a ottomila aziende agricole siciliane, vista la revoca disposta dal
Tar del bando da 320 milioni di euro di fondi Ue per aiuti alle coltivazioni
biologiche.
Il tribunale amministrativo ha bocciato la procedura proprio per i
criteri poco chiari di assegnazione ed i finanziamenti dati a pioggia a
diverse tipologie di biologico senza alcuna differenziazione. Significa che le
circa 8 mila aziende che dal 2013 al 2015 hanno ricevuto fondi per un ammontare
complessivo di 180 milioni di euro, rischiano di dover restituire tutto.
Fondi
europei che per altro Bruxelles non certificherà, creando un buco di eguale
importo nei conti della Regione. All’assessorato Agricoltura è esploso il
pandemonio, mentre l’assessore Cracolici annuncia ricorso alla sentenza. Tutte
le associazioni di categoria adesso gridano allo scandalo e chiedono tutela per
le aziende che quei fondi li hanno ottenuti e quindi spesi e che si
troverebbero a serio rischio se costrette restituire le somme.
Dall’altra parte
ci sono le aziende escluse che chiedono di essere inserite in graduatoria ed
ottenere i contributi. “La colpa di tutto questo è della dirigenza del
dipartimento Agricoltura – ha dichiarato alla stampa Carmelo Galati Rando,
presidente dell’Unione Allevatori Sicilia di Tortorici. Bastava dopo la prima
sentenza scorrere la graduatoria come da noi richiesto perché esclusi senza
motivi validi, e non si sarebbe creato alcun pasticcio”.
fonte: amnotizie.it
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