Questione Ato Me 1, Prescrizione per diciotto imputati

CRONACA
Gli stessi imputati non devono neanche pagare la parcella ai loro avvocati.

Giuseppe Lazzaro.
Tanto tuonò che…non piovve. Prima udienza, davanti al tribunale di Patti, per 18 imputati degli ex componenti del Consiglio di Amministrazione, imprenditori e titolari di imprese del carrozzone che fu dell’Ato 1 (adesso in liquidazione, capofila era il comune di S.Agata Militello) ed è subito scattata la prescrizione: come dire, gli stessi imputati non devono neanche pagare la parcella ai loro avvocati. Non ha potuto fare altro il presidente Bruno Finocchiaro, dopo la richiesta del sostituto procuratore Rosanna Casabona.

Gli imputati erano: avvocato Laura Trifilò, di Capo d’Orlando; avvocato Calogero Gullotti, di S.Agata Militello, rispettivamente presidente dell’Ato Messina 1 fino al febbraio 2010 ed amministratore delegato della stessa società e nel medesimo periodo; quindi Sergio Filippi, amministratore delegato della società consortile “Nebrodi Ambiente”; Antonino e Andrea Paterniti Isabella, rispettivamente padre e figlio, con il dott. Andrea attuale vice presidente del consiglio comunale di Capo d’Orlando, che erano stati chiamati in causa nella qualità di amministratori della “Multiecoplast”; Giulio Randazzo e Adriana Lenzo, di Torrenova; Luca Fiasconaro, di S.Agata Militello; Alberto Ferri, Andrea Allodi, Ivan Strozzi e Luigi Verzelloni, tutti residenti in Emilia Romagna in qualità di componenti della società “Gesenu”; Antonio Dalmazio, di Messina; Antonino Onofaro, imprenditore di Naso; Marianna Bruno, di Brolo; Rosario Condipodaro Marchetta, originario di Piraino, residente a Frazzanò; Luca Lanza Cariccio, originario di Milano, residente a Capo d’Orlando; Ernesto Casella, di Ficarra. Questo nutrito gruppo era stato chiamato in causa per avere ricoperto cariche o avere ottenuto lavori per conto dell’Ato 1 sino al giugno 2008 (da qui la prescrizione). 

La Procura di Patti, nei confronti di queste diciotto persone, aveva spiccato, nell’ottobre 2013, gli avvisi di garanzia mentre l’udienza preliminare si era svolta nel maggio 2014. Al centro dell’indagine l’affidamento dei servizi per conto dell’Ato Messina 1, dal 2005 al 2008, a ditte e imprese che non sarebbero state in possesso, secondo le risultanze investigative, dei requisiti previsti dalla legge. Servizi delegati dalla Nebrodi Ambiente dapprima al consorzio “Fasteco”, poi alla “Multiecoplast”, quindi alla “Gesenu”.


Fonte: glpress.it

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