CRONACA
Gli stessi imputati non devono neanche pagare la parcella ai loro avvocati.
Tanto tuonò che…non piovve. Prima udienza, davanti al
tribunale di Patti, per 18 imputati degli ex componenti del Consiglio di
Amministrazione, imprenditori e titolari di imprese del carrozzone che fu
dell’Ato 1 (adesso in liquidazione, capofila era il comune di S.Agata
Militello) ed è subito scattata la prescrizione: come dire, gli stessi imputati
non devono neanche pagare la parcella ai loro avvocati. Non ha potuto fare
altro il presidente Bruno Finocchiaro, dopo la richiesta del sostituto
procuratore Rosanna Casabona.
Gli imputati erano: avvocato Laura Trifilò, di Capo d’Orlando; avvocato
Calogero Gullotti, di S.Agata Militello, rispettivamente presidente dell’Ato
Messina 1 fino al febbraio 2010 ed amministratore delegato della stessa società
e nel medesimo periodo; quindi Sergio Filippi, amministratore delegato della
società consortile “Nebrodi Ambiente”; Antonino e Andrea Paterniti Isabella,
rispettivamente padre e figlio, con il dott. Andrea attuale vice presidente del
consiglio comunale di Capo d’Orlando, che erano stati chiamati in causa nella
qualità di amministratori della “Multiecoplast”; Giulio Randazzo e Adriana
Lenzo, di Torrenova; Luca Fiasconaro, di S.Agata Militello; Alberto Ferri,
Andrea Allodi, Ivan Strozzi e Luigi Verzelloni, tutti residenti in Emilia
Romagna in qualità di componenti della società “Gesenu”; Antonio Dalmazio, di
Messina; Antonino Onofaro, imprenditore di Naso; Marianna Bruno, di Brolo;
Rosario Condipodaro Marchetta, originario di Piraino, residente a Frazzanò;
Luca Lanza Cariccio, originario di Milano, residente a Capo d’Orlando; Ernesto
Casella, di Ficarra. Questo nutrito gruppo era stato chiamato in causa per
avere ricoperto cariche o avere ottenuto lavori per conto dell’Ato 1 sino al
giugno 2008 (da qui la prescrizione).
La Procura di Patti, nei confronti di queste diciotto persone, aveva spiccato, nell’ottobre 2013, gli avvisi di garanzia mentre l’udienza preliminare si era svolta nel maggio 2014. Al centro dell’indagine l’affidamento dei servizi per conto dell’Ato Messina 1, dal 2005 al 2008, a ditte e imprese che non sarebbero state in possesso, secondo le risultanze investigative, dei requisiti previsti dalla legge. Servizi delegati dalla Nebrodi Ambiente dapprima al consorzio “Fasteco”, poi alla “Multiecoplast”, quindi alla “Gesenu”.
Fonte: glpress.it
Commenti
Posta un commento