ATTUALITA'
I ricercatori hanno scoperto che i bambini che conoscono un
dialetto, oltre alla lingua nazionale, godono degli stessi vantaggi cognitivi
dei bambini che parlano più lingue.
Zeina Ayache.
I ricercatori hanno scoperto che i bambini che parlano due
dialetti godono degli stessi vantaggi, a livello cognitivo, dei bambini che
parlano due lingue distinte. La scoperta è interessante vista la quantità di
dialetti che si parlano nei vari Paesi, ci basta pensare all'Italia per farci
un'idea di ciò di cui stiamo parlando e per comprendere anche l'importanza di
mantenere viva questa forma linguistica. Lo studio, intitolato “The effect of
childhood bilectalism and multilingualism on executive control”, è stato
pubblicato su Cognition.
Quando si parla di vantaggi a livello cognitivo per i
bambini bi e multilingue ci si riferisce ad una maggiore attivazione delle
funzioni esecutive, quelle che riguardano l'attenzione e il problem solving per
intenderci, questo non significa che siano necessariamente più intelligenti,
solo più attivi a livello cerebrale. Per comprendere se questi stessi vantaggi
possano essere riscontrati anche nei bambini che parlano più dialetti, i
ricercatori hanno testato il controllo esecutivo (processi come l'osservazione
dell'ambiente, i livelli di attenzione e la capacità di ignorare informazioni
irrilevanti) di 64 bambini bi-dialettali, 47 bambini multilingue e 25 bambini
che parlavano una lingua sola.
I bambini che parlavano più lingue o dialetti hanno ottenuto
risultati migliori rispetto a quelli che parlavano una lingua soltanto,
soprattutto in relazione a processi cognitivi come la memoria, l'attenzione e
la flessibilità cognitiva. Lo studio, spiegano i ricercatori, mostra inoltre
che le lingue parlate in casa non debbano essere necessariamente diverse tra
loro, i dialetti italiani, ad esempio, sono infatti simili all'italiano stesso.
In conclusione, quanto scoperto dovrebbe farci riflette
sull'importanza che hanno, sia a livello culturale che cognitivo, i nostri
dialetti che, con il passare del tempo stiamo purtroppo dimenticando.
fonte: scienze.fanpage.it
Commenti
Posta un commento