La crisi del calcio siciliano

Costi elevati e regola dei juniores: anche la Figc ha le sue colpe
La crisi economica che attanaglia il nostro paese, il taglio netto dei contributi Provinciali e Comunali, hanno messo in crisi lo sport dilettantistico ed in particolare il calcio locale.



Molte sono le società che stanno avviando un ridimensionamento, addirittura allo scioglimento e la non iscrizione ai campionati. Molti gli appelli all'imprenditoria locale, ma la crisi economica ha allontanato molti dei vecchi investitori, che in pratica hanno chiuso di netto gli approvvigionamenti alla associazioni sportive dilettantistiche, che potrebbe portare una vera e propria rivoluzione nell'organizzazione dei prossimi campionati, soprattutto dall’Eccellenza in giù.

La Figc è stata costretta a prorogare i termini per l’iscrizione ai campionati per venire incontro alle difficoltà economiche di tantissime squadre. In Promozione sono state ben 16 le squadre ripescate per sopperire alle precedenti 5 riammissioni in Eccellenza ed agli 11 forfait che hanno evidenziato il malessere e le difficoltà che affliggono anche le piccole realtà calcistiche locali.

La situazione sembra molto critica anche negli altri campionati minori, infatti lo slittamento dell’inizio dei campionati sarà necessario per la mancanza di squadre che hanno dato disponibilità a partecipare, in arrivo dunque un’ondata di ripescaggi.

Intanto aumentano le squadre che preferiscono partecipare ai campionati Uisp amatoriali, grazie ai costi contenuti e all’assenza di regole assurde, come quella che impone i ragazzi juniores in campo nelle prime squadre, anche se le società partecipano ai campionati giovanili. E così, mentre una classe di giovani giocatori dilettantistici (tra i 15 e i 20 anni) giocano uno, due e spesso anche tre campionati in una stagione (allievi, juniores e prima squadra), i giocatori che hanno solamente qualche anno in più vengono spesso emarginati. Ciò ha causato un allontanamento dai campionati Figc di una classe di giocatori dilettantistici che preferiscono giocare campionati dove ancora regna la regola principale dello sport, poiché conta la forza del giocatore e non l’età dello stesso per stabilire la formazione che scenderà in campo.  
    

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