La Sicilia si scopre isola di cavalli

Due razze popolano le campagne

Il primo a comparire il Purosangue orientale, recentemente riconosciuto come specie siciliana e di cui si hanno tracce già nel VII secolo avanti Cristo. Il Sanfratellano fu importato all’epoca dei Normanni, vive su una superficie di oltre undicimila ettari situati sui Nebrodi. L’associazione: così alleviamo i nostri campioni.

PALERMO. All’interno del Parco dei Nebrodi, in provincia di Messina, nel territorio di San Fratello, vi è la più antica popolazione di cavallo autoctono in Sicilia. È il Cavallo Sanfratellano, espressione di rusticità, frugalità e bellezza. Importato nell'Isola all'epoca dei Normanni, quando Adelasia Vasto (1074-1118), figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato, terza moglie del conte normanno Ruggero, portò in Sicilia 100 stalloni, è oggi preservato nella sua migliore selezione dall'istituto d'incremento ippico di Catania

Il Sanfratellano vive su una superficie di oltre 11.000 ettari situati per la maggior parte sulle pendici settentrionali dei Nebrodi, allo stato prevalentemente brado.


È un patrimonio che si aggira intorno ai 1.500 capi iscritti al registro anagrafico. In passato, grazie alla sua resistenza, il Sanfratellano è stato impiegato con i muli nei trasporti e nei lavori agricoli, oggi trova il suo miglior impiego nel turismo equestre e nelle attività sportive e rieducative.

Oggi è protagonista di tre feste di paese: la Mostra Mercato del Cavallo Sanfratellano, la prima domenica di settembre; la Festa dei Tre Santi: Alfio, Filadelfio e Cirino, il 10 maggio; la Cavalcata nel Bosco, la prima domenica di agosto.


Il lavoro dell'Associazione di razza che ha sede a San Fratello ed è guidata da Giuseppe Salerno, è sostenuto e assistito dall'Associazione regionale allevatori, dall'Istituto zootecnico sperimentale e dell'Istituto per l'incremento ippico della Sicilia ed è rivolto soprattutto a mantenere in purezza la razza. «Oggi il Sanfratellano non è ancora una razza, ma una popolazione - dice Salerno -. Gli allevatori, se pur amatori, hanno ridotto notevolmente i capi allevati per il taglio dei fondi. Ci vuole molta voglia tecnica e politica perché il Sanfratellano torni a essere in presenza massiccia nella nostra terra».

di CLAUDIA SANTORO (Giornale di Sicilia)


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