Tornare a coltivare la terra per costruirsi un futuro

Da Polizzi un esempio di sana imprenditoria basata sulla coltivazione di fagioli e peperoni del luogo


Questo racconto parte da una confezione di fagiolo Badda ricevuta in regalo da una coppia di amici che abita a Polizzi Generosa, Concetta Mazzola e Gioachino Rannazzisi. “Te la manda nostro figlio Gandolfo, è agronomo e questa è la sua produzione e dei suoi amici in cooperativa”.

Andiamo a trovare Gandolfo che è vicepresidente della coop. “ECO Culture e Viaggi”, che opera per la valorizzazione di luoghi, persone e cibi di qualità e che aderisce ad A.I.T.R. (Associazione Italiana Turismo responsabile), Addio pizzo e Banca etica, oltre che alla rete “Viaggi Solidali” (agenzia di turismo responsabile con sede a Torino, di cui ECO Culture e Viaggi è referente per i viaggi in Sicilia).

Lo raggiungiamo nel podere messo gratuitamente a disposizione dal proprietario, ma a condizione che lo si recuperasse dallo stato di abbandono. Qui a Polizzi avviene quello che da tempo andiamo predicando in giro (…e che dovrebbe realizzarsi anche a San Fratello). Qui si sta realizzando il ponte tra generazioni diverse, chi possiede qualcosa lo mette a disposizione: un bene inutilizzato, il proprio bagaglio di esperienza, la propria volontà di trovare il modo per sbarcare il lunario, meglio se in maniera libera, a cielo e viso aperto, come ha fatto il giovane Gandolfo Rannazzisi.

Tutt’altro mondo professionale quello dei suoi genitori che sono insegnanti, non contadini, e che ugualmente hanno saputo trasferire in lui il piacere-dovere di coltivare la terra. E lui se ne è innamorato veramente. Ha studiato per conoscere le piante e la loro produzione. Si è laureato e subito è passato all’opera. Persona sveglia, intelligente e sensibile, non ha perso di vista la vallata ricca di acqua e vegetazione ai piedi del Monte Quacella, purtroppo in larga parte abbandonata.

Gandolfo non ha seguito i suoi coetanei andati via o rimasti a giacere al bar o a letto. Si alza la mattina all’alba e va in campagna. Produce per se stesso e per la sua cooperativa. In sei si dividono i compiti: propongono il loro territorio alle scuole, organizzano viaggi ed escursioni, ma coltivano anche le peculiarità dei luoghi, in primis il fagiolo Badda, poi il pipiddu polizzano (peperone) ed anche il nocciolo. La sua cooperativa è comunque la maggiore produttrice di fagiolo Badda. Rannazzisi lavora la terra da tre anni e sono una decina i proprietari di fondi rustici che gli offrono gratuitamente il proprio terreno da coltivare per espandere la produzione. Gandolfo sta pensando di accettare, sotto la sua guida tecnica e organizzativa potrebbero lavorare altri giovani, sarebbe una forza occupazionale, si farebbe economia, sviluppo.

Con la terra? Sì, con la terra, se avranno la stessa intelligenza e la buona volontà di un “figlio di papà” che a Polizzi è diventato l’esempio apprezzato da tutti. 

Gandolfo, non lasciarti prendere però dalle lusinghe di certi politici: lagnusi e marpioni come sono, hanno trasformato la politica in mestiere, mai così nobile quanto il tuo lavoro. I campi di produzione impegnati dalla cooperativa si scorgono e possono essere “osservati” dal Belvedere di Polizzi, dove si radunano gli anziani. “Ma su’ pazzi ‘sti picciotti!? Ponnu campari ccu quattru fasoli e quattru pipiddi?”, commentavano increduli i vecchietti. 

Invece sì, oggi fasoli e pipiddi sono diventati coltura razionale e organizzata e stanno sfondando nel mercato, la richiesta è maggiore della produzione. “Occorre aumentarla”, conviene Gandolfo, ma occorre altra mano d’opera. “Nei periodi primaverili-estivi lavoriamo 8-10 ore al giorno, in inverno si passa ad organizzare le vendite e a gestire i rapporti con i visitatori delle scuole o del turismo naturalistico”. C’è abbastanza da fare, ma lui è soddisfatto, ha passione per quel lavoro e si vede dalla cura che vi mette. Ormai Gandolfo è rimasto incollato a Polizzi, lì sono le sue radici e forse saranno il suo destino e il suo futuro, ma quando può qualche viaggetto nelle fiere agroalimentari apre nuovi orizzonti. Grazie al fagiolo, per ora, che prende il volo anche oltre Stretto senza però trascurare che la filiera deve completarla in loco.

Andate a mangiare in un ristorante di campagna con posti letto in un suggestivo fabbricato antico nella provinciale che da Polizzi scende verso Scillato. Lì ci hanno deliziato con i loro piatti tipici e genuini. A fornire loro fagioli e pipiddi rigorosamente biologici è la cooperativa di Gandolfo.

Un noccioleto integra l’attività produttiva della cooperativa. E così le nocciole polizzane arrivano a Modica a mescolarsi col famoso cioccolato ibleo (la lavorazione viene effettuata dalla coop. Quetzal che utilizza il cacao del commercio equo e solidale). Decenni fa la “Polis nocciola” aveva investito invano in tal senso, costruendo persino lo stabilimento di lavorazione delle nocciole. In realtà, la vera attrazione era il denaro pubblico. 

Oggi l’energia e la buona volontà private sono riuscite nell’intento ma con risorse private. Rilanciare i verdi giardini di Polizzi ricchi di acqua ben distribuita è lo scopo primario della cooperativa. “Non mancano le difficoltà nella nostra impresa e nella nostra attività – ci confessa alla fine il dr. Gandolfo Rannazzisi – ma l’amicizia e l’entusiasmo tra soci ci fa superare ogni ostacolo”.

fonte Ignazio Maiorana

Commenti

  1. complimenti a questi giovani i vostri genitori devono essere orgogliosi di cio che fate,perche sicuramente è grazie a genitori come loro che si riesce a educare figli liberi econ il cuore e la mente aperta. complimenti a voi di sotto la pietra, per tutte le notizie che fornite

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  2. Giovani di San Fratello cercate di prendere esempio da queste belle realta' imprenditoriali visto che ormai il posto fisso è un "Sogno Utopistico".
    Grazie Sottolapietra, anche Voi siete un bel esempio da seguire e lodare per il servizio che ci date!

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