Si chiama “Grano”, l’idea è di un
imprenditore brolese originario di Ficarra.
Un petizione nata sul web per
chiedere al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, di promuovere
l’introduzione di una moneta regionale, denominata ‘Grano’, complementare
all’euro.
“Questa è la soluzione contro il degrado e la povertà nella quale
rischiamo di rimanere imprigionati ancora per molti anni”. Lo sostiene il Comitato
Progetto Sicilia, presieduto dall’imprenditore Giuseppe Pizzino, che ha lanciato da alcuni giorni questa proposta
sul web, attraverso i social network e con un messaggio video su youtube.
“La nostra petizione popolare per introdurre in Sicilia un sistema
complementare a quello delle banche centrali europee – spiega Pizzino – è stata firmata da circa 300 sostenitori in
pochi giorni. Trecento persone si sono registrate sul sito change.org, la più grande piattaforma di petizioni al mondo, che
incoraggia le persone a realizzare il cambiamento che vogliono vedere, ed hanno
firmato la petizione. Questo ci autorizza ad ambire a risultati ancor più
prestigiosi”.
Pizzino, che vive a Brolo ma è
originario di Ficarra, spiega la sua idea citando la formula monetaria ideata
dal Parlamento dell’isola Guernesey: “Dire
che uno Stato non può perseguire i propri scopi per mancanza di denaro è come
dire che non si possono costruire strade per mancanza di chilometri”.
La petizione è illustrata in un
documento denominato ‘Progetto Sicilia 2013/2017’. Entrambi si possono
trovare sul sitodel comitato. Una iniziativa, quella di Pizzino, che vuole coinvolgere
quanta più gente possibile per fare in modo che venga esaminata sia dal
presidente della Regione Siciliana che dall’Assemblea regionale siciliana.
Quindi l’obiettivo, per il
momento, è quello di portare la petizione all’attenzione di Crocetta che,
secondo Pizzino, “sembra essere un vero
siciliano che guarda agli interessi della Sicilia e dei siciliani senza alcun
condizionamento. Le sue prime iniziative sono indirizzate verso la lotta agli
sprechi, agli abusi e ai privilegi. Sono segnali molto importanti e questo può
significare che finalmente sembra essere finito il tempo dei figli e dei
figliastri”.
L’idea di introdurre questa
nuova moneta nasce quindi dalla voglia di sostenere questo processo di
rinnovamento e incoraggiare questa ‘rivoluzione gentile’ che secondo
l’imprenditore “consentirà alla Sicilia e
ai siciliani di realizzare quell’autonomia economica e finanziaria
indispensabile per combattere il degrado e la povertà e per creare sviluppo e
benessere nella nostra Isola”.
Dopotutto la Sicilia nella sua lunga storia si è sempre contraddistinta per aver battuto moneta propria.
Moneta Siciliana del 430 a.C. |
di Claudio Porcasi,
BlogSicilia
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