La
piccola provincia vorrebbe allargare i propri confini mentre i Nebrodi
non vogliono più essere marginali nella provincia di Messina.
Se da Enna parte un grido di allarme su quello che potrebbe essere lo
smantellamento di tutta la provincia ennese, allo stesso modo non si può certo
dire che il territorio dei Nebrodi stia attraversando un periodo felice.
Già i primi segnali si sono visti con la paventata chiusura dei tribunali
di Nicosia, Mistretta e Sant’Agata. Senza dimenticare il ridimensionamento di
molti servizi fra tutti quelli legati alla sanità.
La politica locale sembrerebbe ancora non avere preso conoscenza e
coscienza, forse perché sempre convinti che il proprio bacino elettorale “è
sempre saldo e forte”.
Adesso tra i tanti problemi arriva anche il nodo dei rifiuti, o se vogliamo
la patata bollente visto che da una attenta disamina sulle costituenti SRR,
dove per muoversi ancora si attendono istruzioni dalla Regione, il futuro della
piccola provincia siciliana, nonché del verde territorio nebroideo è tutt’altro
che chiaro.
La
L.R. n.9/2010, nel cui articolato non si intravede nessuna novità di rilievo
rispetto ai vecchi ATO, affida alle nuove S.R.R. acronimo di “Società per la
regolamentazione del servizio di gestione rifiuti” la gestione integrata dei
rifiuti e bonifica dei siti inquinati.
L’avvio non lascia presagire nulla di buono ed è per questo che c’è molto
scetticismo che la nuova gestione possa essere improntata a criteri di
efficienza, efficacia ed economicità, c’è il concreto rischio che alla fine si
sarà trattato di un semplice cambio di sigla.
Ma ad Enna fa discutere soprattutto la decisione assunta
dall’amministrazione comunale di Piazza Armerina (oggi in provincia di Enna) di
aderire all’ATO di Caltanissetta.
Fino a qualche tempo fa una cosa del genere sarebbe stata impensabile, ma
oggi le condizioni economiche impongono di fare delle scelte forti per non far
morire un vasto territorio. Da tempo la provincia Ennese ha aperto alla
possibilità di prendere i Nebrodi sotto la propria giurisdizione, allargando i
confini del versante nord della Provincia fino ad avere uno sbocco a mare,
acquisendo diversi comuni del messinese, si parla di Mistretta, Capizzi, San
Fratello, Caronia, Santo Stefano di Camastra ecc..) molto affini al territorio
ennese per cultura e tradizioni (basta ricordare il periodo normanno) e che
vivono rispetto alla provincia di Messina una assoluta marginalità, essendo
considerati l’ultima ruota del carrozzone Messinese.
La
nascita dei liberi consorzi a questo punto potrebbe rappresentare un’occasione
storica sia per il territorio ennese quanto per i nebrodi, per ridare slancio al territorio.
Diversamente – affermano dall’antica Castrogiovanni - sarà inarrestabile la
disgregazione dell’identità territoriale, con conseguenze nefaste per l’intera
comunità ennese. L'unione potrebbe garantire nuovo sviluppo con il
miglioramento della viabilità verso il mar Tirreno, così da ridare impulso all'economia dei paesi collinari che combattono costantemente il fenomeno dello
spopolamento, cioè la fonte di tutti i mali.
fonte: Vivienna
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