Tra i luoghi più belli e misteriosi dei Nebrodi, il fiume si snoda lungo il confine est del territorio di San Fratello.
di DARIO SIRNA.
Il Torrente Inganno scende dal versante settentrionale della catena dei
Nebrodi e si riversa nelle acque del Mar Tirreno dopo aver attraversato la
bellissima valle che si sviluppa ad est di San Fratello. Questo fiume
all’origine è alimentato dalle falde che scendono direttamente da Monte Soro e
gode perciò di un ampio bacino di raccolta, tuttavia esso apparentemente mostra
un andamento tranquillo e poco minaccioso, con una portata modesta, simile a
quella degli altri torrenti della zona.
Il nome del
fiume descrive con esattezza il suo carattere, invitando l’escursionista a
non fidarsi affatto del suo aspetto pacifico. La zona esplorata si trova
a monte di San Fratello ed è raggiungibile dalla Strada di collegamento tra la
S.S. 113 e Cesarò, a circa 1000
metri di altezza sul livello del mare, ed esattamente di fianco all’area
forestale della Casa Zerbetto, esiste sulla sinistra un bivio che immette in una
trazzera. La strada in questione ha fondo non asfaltato, ma le sue condizioni
sono discrete per cui guidando con prudenza e a bassa velocità è possibile
arrivare, anche con un’utilitaria qualunque, sul ponte che attraversa il
Torrente in questione e dà accesso al suo greto.
Questa zona presenta importanti
ed interessanti aspetti naturalistici, i quali si trovano concentrati
essenzialmente in un tratto molto breve, ma ricchissimo di affascinanti
bellezze.
Il Fiume Inganno nella
zona a valle ha un tracciato molto particolare, scaturente
dall’interazione delle impetuose acque del torrente con un territorio montano
impervio e roccioso. Le acque del fiume hanno scavato le ripide pareti delle
varie rocche di arenaria che costeggiano il suo corso edificando così un
ambiente caratterizzato da gole, massi, canali, cascate e piscine. La presenza
dell’acqua ha inoltre fortemente reso instabile le pendici laterali della
montagna generando frane e ingenti distacchi di rocce. Alcuni di questi
distaccamenti hanno dato luogo alla formazione di strettissime gole. L’effetto naturale è molto
affascinate, in quanto la struttura rocciosa così formatasi è unica nel suo
genere e conferisce all’ambiente in cui si trova un’atmosfera di mistero e di
leggenda.
Essa infatti richiama alla memoria i racconti antichi sui briganti,
sui loro nascondigli, sui loro tesori nascosti, sulle loro temibili gesta,
nonché vere e proprie favole su tesori di regni antichi, di principi
e di principesse, di civiltà sepolte, di maghi, streghe, fate, di sortilegi, di
incantesimi, di spiriti maligni e di fantasmi.
Tutti racconti frutto di una
fantasia fortemente stimolata dalla curiosità umana e dalla particolarità dei
posti. Le grandi rocche che si innalzano ai lati del fiume con le loro
caratteriste forme a torre smerlata, oltre a conferire all’ambiente naturale un
indiscutibile fascino naturale, disegnano nella tela della stretta e angusta
valle un ambiente medievale. Queste strutture rocciose imponenti ed ardite si
prestano molto al gioco improvviso, imprevedibile e illogico della fantasia,
lasciando l’immaginazione libera di addentrasi nell’urbanistica fortificata di
castelli, torri, manieri, e simili.
La gola dell'Inganno. Questo tratto spicca in particolare per bellezza, fascino, importanza e suggestione, parliamo di una gola ad andamento verticale, costituita cioè da una successione di cascate
e salti che si muovono all’interno di un canyon roccioso, lungo un percorso in
salita. La sua conformazione naturale è tale da rendere indisponibile una
visione prospettica d’insieme, cosicché raggiunto il suo ingresso a valle non
si ha la possibilità di inquadrarne l’andamento generale, né ci sono elementi
che permettono di percepire la sua evoluzione.
Questo fattore, dovuto a una
serie di impedimenti rocciosi che si sovrappongono violentemente l’uno sull’altro
coprendosi a vicende e occludendo così la visione d’insieme, gioca a favore
dell’escursione in quanto crea un effetto sorpresa talmente efficace ed
emozionante che definirlo tale è veramente riduttivo, sarebbe, infatti, più
appropriato definirlo effetto meraviglia.
Camminare all’interno della gola
è come estrarre uno ad uno tutti i tesori contenuti all’interno di un forziere
chiuso a chiave e accessibile solo attraverso il foro della serratura. Il
contesto generale in cui il fiume si muove è uno dei più belli dei Nebrodi.
Esso è caratterizzato dalla presenza di una folta e intricata vegetazione di
alberi, tra cui primeggiano le essenze appartenenti alla famiglia del Rovere,
l’agrifoglio e il faggio. Il bosco è compatto, impenetrabile, sano, robusto e
vigoroso. Il verde scuro e intenso della superficie boschiva è uniforme ed
esteso, esso è interrotto solo dall’andamento sinuoso del fiume, che visto da
lontano nella massa verde si presenta come una profonda crepa scura, una sorta
di frattura che cammina dal basso verso l’entroterra fino a raggiungere le
quote più alte del bacino di idrico di alimentazione.
Nella gola possiamo
distinguere vari tratti aventi caratteristiche simili e tutti indiscutibilmente
affascinanti. Le rocce di arenaria, simili a quelle del fiume San Fratello, si
presentano con superfici dalle forme morbide e modellate, finemente levigate
dall’azione erosiva del fiume. Esse risultano scavate al centro dalla corrente
dell’acqua, che durante il suo inarrestabile scorrere ha generato ampi canali
aperti al cui interno le linee di flusso a loro volta hanno tracciato canali
più piccoli che ospitano le portate di dimensioni regolari.
Questi canali
rocciosi spesso, in corrispondenza dei dislivelli, diventano il letto al cui
interno precipitano le acque delle varie cascatelle che animano il percorso del
fiume. Quasi sempre ad ogni cascata è associata in arrivo una piscina di
dimensioni non trascurabili.
Alcune pareti rocciose, scavate alla base dalla furia delle piene, hanno una pendenza negativa e sembrano accennare la
forma di una grotta. Le bellissime piscine che si aprono in fondo alle
cascate, insieme ai canali rocciosi al cui interno scorrono le acque che le
alimentano, formano il pavimento della gola, un pavimento color verde smeraldo,
dovuto ai riflessi del bosco, luccicante come le sfaccettature di un cristallo
prezioso.
La natura in questa gola e in tutte le restanti parti del fiume
presenta un aspetto selvaggio e intatto, preservato cioè da un evidente inquinamento
umano e totalmente esente da interventi di qualsiasi tipo, anche forestali. Questa circostanza attribuisce al posto un volto ancora più interessante e
seducente, dovuto all’integrità del paesaggio, alla sua perfetta
conservazione e al suo ottimale stato di salute.
Il fiume regala la
suggestione di un posto ancora vergine e selvaggio, un posto lontano da ogni
tipo di civiltà, un posto ove la presenza dell’uomo non si riesce a percepire
in nulla, neanche nella pratica della pastorizia, qui completamente assente.
Attenzione che non stiamo parlando di tutto il percorso del Fiume Inganno, ma
solo della sua parte medio alta e neanche di quella propriamente alta, ove
il pascolo è frequentato dalle mandrie di bovini. Parlando di questi posti viene spontaneo definirli tesori naturali, ricchezze
speciali.
Le cascate. Spostandoci sulla parte alta del torrente con lo scopo di
metterne in rilievo i particolari più interessanti, si nota dopo un
iniziale tratto caratterizzato dalla presenza di canyon e massi, come il fiume si articola in due rami secondari, di cui quello di sinistra è il più importante. Su
entrambi gli affluenti il torrente presenta delle interessanti cascate.
Il
fiume prima di dividersi nei due rami superiori presenta un andamento regolare,
senza elevate pendenze e senza grossi ostacoli, successivamente, invece,
cambia notevolmente le sue caratteristiche. In particolare, l’affluente
principale, quello che continua a portare il nome del torrente Inganno, sale
parecchio, si stringe, si scopre e attraversa una zona soggetta a forti
movimenti franosi, con prevalenza di terra.
I massi qui hanno dimensioni
ordinarie, abbondano in quantità, ma non eccedono in grandezza e bellezza. La
portata del fiume si riduce notevolmente, il sole scalda fortemente l’area
attraversata dal torrente a causa dell’assenza, in prossimità dello stesso, del
bosco. Lo stretto ed accidentato vallone che ospita questo ramo dell’Inganno ha
un aspetto molto dissestato, segno dell’evidente e pressante azione rovinosa
del fiume e della precarietà strutturale dell’area interessata.
Quello che
colpisce immediatamente in questa porzione di fiume è l’aspetto fragilissimo
dell’arenaria, a volte simile ad argilla cotta dal sole. Le pareti rocciose
laterali sono frantumate in innumerevoli pezzi, mentre le superfici unite
presentano grovigli di crepe, segno di prossime fratture. Solo dopo un lungo
tratto di salita la roccia riprende la sua consistenza originaria e ritorna a
rivestire un ruolo da protagonista. E’ proprio grazie a questo rinvigorimento
del manto roccioso che la struttura del fiume ritorna a farsi interessante e a
produrre effetti naturalistici di grande pregio.
In particolare la zona offre
lo spettacolo di una bella cascata dell’altezza di circa 8/10 metri. Lo
sbarramento roccioso attraversa trasversalmente il corso del fiume e si impone
con il suo sbalzo producendo il salto dell’acqua. Il contesto ambientale che
circonda questo posto è estremamente affascinante, esso arricchisce ed
impreziosisce notevolmente l’area della cascata conferendole maggiore autorità.
In particolare, a parte le falesie su cui precipitano le acque in caduta, sul
piano superiore della cascata il fiume presenta un andamento pressoché
orizzontale, cui corrisponde sul versante sinistro del vallone, l’innalzamento
di una parete rocciosa verticale stratificata, di grande bellezza.
Su questi
affluenti laterali dell’Inganno si trovano tantissime bellezze naturali di
grande interesse. Una seconda cascata, molto simile sia per dimensioni che per
forma e struttura alla prima cascata offre nuovi incantevoli scorci, segue una
piccola gola verticale. Di questa zona colpiscono certamente i bellissimi
strapiombi che precipitano violentemente nel fiume mettendo a nudo
l’affascinante struttura stratificata e colorata della roccia predominante.
Questi passaggi si ripropongono nel tratto in questione con insistenza,
diventando una caratteristica propria di questa area del fiume. Unica eccezione
di questo percorso è un groviglio di grandi massi di arenaria alle cui spalle
la roccia si innalza formando un piano inclinato ove si canalizzano le
acque del fiume. L’effetto sorpresa di questo particolare passaggio ripropone
le alte potenzialità escursionistiche di questo affascinante corso d’acqua
nascosto nel cuore dei Nebrodi.
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