Durissima nota
di Legambiente che lo giudica incompetente in materia di parchi e ambiente.
di GIUSEPPE LAZZARO.
La nomina del nuovo presidente del Parco dei
Nebrodi, Giuseppe Antoci, votata dalla giunta di governo regionale, per volere
del presidente Rosario Crocetta, ancora non ratificata con alcun provvedimento
ufficiale, non è certo passata inosservata.
Inserita nel calderone delle cento
e più nomine proposte dal governatore, nei suoi primi dieci mesi di permanenza
a Palazzo d’Orlèans, la nomina di Antoci è finita presto nelle mire politiche
non solo degli oppositori di Crocetta, che hanno facilmente intravisto
nell’elenco delle sue nomine una lunga serie di premi ai fedelissimi, non a
caso Antoci era candidato alle scorse elezioni politiche al Senato proprio con
il Megafono, ma anche dei suoi stessi alleati politici che,
probabilmente, a quell’elenco avrebbero voluto aggiungerci anche farina del
proprio sacco.
Dopo le aspre critiche politiche adesso alla nomina di Giuseppe
Antoci, 45 anni, di S.Stefano di Camastra, professione bancario, capo area
Sicilia della Banca Sviluppo spa, è finita nel mirino anche di Legambiente
Sicilia che ha diramato un pesantissimo comunicato d’accusa.
”Per il
Parco dei Nebrodi – si legge in un passaggio di un’ampia nota di Legambiente –
è stato incredibilmente nominato presidente un bancario che non possiede gli
specifici requisiti previsti dalla legge regionale in base alla quale il
presidente deve essere “scelto tra persone che si siano particolarmente distinte
nella salvaguardia dell’ambiente”.
Tutto ciò dopo la candidatura alle nazionali
e la campagna elettorale condotta dal presidente dell’Alcantara in carica o la
nomina di un farmacista a direttore del Parco dei Monti Sicani.
“I parchi
regionali sono al minimo storico di credibilità a causa innanzitutto delle
nomine dei vertici improntate a scelte illegittime e/o a mancato rispetto di
criteri di specifica competenza e/o a logiche politico-elettorali – dichiara
Angelo Dimarca, responsabile Conservazione Natura di Legambiente Sicilia -. Chiediamo l’azzeramento di tutti gli incarichi di presidente, commissario e
direttore negli enti parco e di procedere alle nuove nomine secondo criteri di
rigorosa competenza e con procedure ad evidenza pubblica comparative per scegliere
le persone con i titoli più adeguati”.
Per Legambiente i parchi si sono ridotti
a centri di sottogoverno e di gestione politico-clientelare e ciò è emerso con
grande evidenza in campagna elettorale dove si è assistito al proliferare di
candidature tra gli amministratori dei parchi, come avvenuto all’Alcantara e ai
Nebrodi.
Ormai è improrogabile mettere vincoli ancora più rigorosi alle scelte
discrezionali della politica e sancire casi di incompatibilità, come quelli
legati alle precedenti nomine di componenti degli uffici di gabinetto
clamorosamente avvenuto sulle Madonie e sui Nebrodi.
Con queste premesse, e per
giunta con una situazione all’orizzonte non certo rosea vista la forte crisi
finanziaria del Parco dei Nebrodi tale da impedire persino la corresponsione
dell’ultima mensilità ai dipendenti, non è escluso che la nomina di Antoci,
almeno per il momento, possa essere congelata magari in attesa di tempi
migliori.
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