Shoah, La voce della Memoria

Anche a San Fratello un evento per non dimenticare. 


Martedì 27 Gennaio 2015, in occasione del settantesimo anniversario della liberazione dei prigionieri ebrei dal campo di concentramento di Auschwitz Birkenau, si svolgerà presso l'aula consiliare "Luigi Savio" del Comune di San Fratello con inizio alle ore 11,00 un convegno commemorativo dal titolo "Shoah - La voce della Memoria". Di seguito il programma dell'evento.  




Commenti

  1. PER NON DIMENTICARE
    LA SHOAH e non solo.

    Nel “GIORNO DELLA MEMORIA” è bene ricordare, com’è giusto che sia, i martiri dell’Olocausto, di tutti i deportati ad Auschwitz − Birkenau − Bergen − Belsen − Buchenwald − Dachau − Mauthausen ecc. I campi di sterminio di una razza, inventati dalla «lucida» follia del dittatore tedesco, A. Hitler.
    Ricordiamoli tutti questi martiri dei campi sopraddetti, ma è doveroso ricordare anche i martirizzati che di ebreo non avevano nulla se non la parentela con un uomo oltremodo famoso premio nobel per la fisica, Albert Einstein.
    In Italia le armate del Wehrmacht in rotta, non smisero di compiere atrocità funeste.

    Nel giorno della Memoria, voglio ricordare la strage di «Villa il Focardo» nella quale ebbe luogo l’eccidio della famiglia Einstein: la 18enne Ciccì e la 27enne Luce insieme alla loro madre Nina Mazzetti che di anni ne contava 56: figlie e moglie dell’ingegnere Robert Einstein che avvisato in tempo si era rifugiato nei boschi del contado.

    Io, da partigiano combattente, avevo avuto occasione di conoscere le sorelle Ciccì e Luce Einstein, per avermele presentate il delegato del C.T.L.N, Gino Manneschi, il medico condotto di Troghi, e mai potrò dimenticare l’accomiatamento dopo l’aversi conosciuti e a lungo parlato.

    Con il mio amico, partigiano che mi affiancava augurammo loro “Buona fortuna !”; anche a voi, fu la loro risposta.

    Noi l’avemmo, loro no.
    La funesta ira tedesca si svolse il 3 agosto 1944. Il tutto avvenne all’improvviso. Le armate tedesche erano in rotta, non si poteva presagire un tale evento.
    Le soldataglie arrivarono alla Villa in sul far della sera, dopo essersi impossessati dei locali si misero a gozzovigliare, cantando e strinpellando note sulla tastiera del pianoforte di Robert.

    Sorgeva il sole, la marmaglia tedesca che comprendeva anche degli Schutzstaffel si accingeva a partire.
    Il sole s’era affacciato e alzato sopra la Croce di Pratomagno il crinale del monte Secchieta. S’udiron forti voci esagitate urlanti, principalmente femminili e piene di terrore che passavan dalla bocca di uno all’orecchio dell’altro, via via diffondendosi rapidamente tutt’intorno: “I tedeschi hanno ammazzato Cicci e Luce !!!...” .

    La tremenda notizia urlata di bocca in bocca, nell’udirla, provocava in tutti grande risentimento per quella che fu definita “L’ULTIMA VIGLIACCATA DEGLI HITLERIANI NEL TERRITORIO TROGHIGIANO”.

    I componenti il gruppo assassino, adunate le tre donne nel salotto e mettendole in fila l’una accanto all’altra, le guardarono con occhio truce sfavillante odio.
    Due dei «crucchi» imbracciarono le loro mitragliatrici MP40 e fecero fuoco sulle inermi tre donne che caddero a terra nel loro, rosso lago, di sangue.
    La mostruosità degli atti di questa gente incarnante il satanismo più obbrobrioso che il modo conosca non può essere dimenticato. No!

    Il mio disagio spirituale per l’eccidio fu grande, tanto che a ricordarlo ancor oggi, provo una stretta al cuore.
    Ora, poiché martiri non sono stati soltanto i deportati, i sacrificati nelle camere a gas o comunque ammazzati, sia che lo siano stati per patimenti o per uccisione violenta; sempre sacrificio è !

    Cuori e mani pietose dei contadini, del viciniore, composero in grezze casse di legno i corpi trucidati di Luce, di Cicci, della loro mamma Nina Mazzetti e con delle carrette le portarono all’ultima dimora, nel piccolo cimitero troghigiano della Badiuzza.

    Salvatore Emanuele - Firenze
    23 gennaio 2015

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