Il punto sui lavori a San Fratello cinque anni dopo la tragica frana

Insieme alle opere pubbliche servono concrete certezze sul futuro economico, sociale e strutturale per superare la più grande crisi della storia del paese.

di Salvatore Mangione.
San Fratello - Con la definitiva aggiudicazione della gara riguardante il progetto esecutivo per la realizzazione di due pozzi strutturali nel quartiere Riana, quale intervento di completamento, la Protezione Civile Dipartimento della Regione Siciliana ha dato l’ennesima spinta al completamento delle fondamentali opere pubbliche.

Così un altro tassello della grande opera di sistemazione del centro montano, in occasione del quinto anniversario dello smottamento e del dissesto idrogeologico che verrà ricordato sabato 14 febbraio, vede la sua giusta collocazione. Giova ricordare che in atto, altri lavori di pozzi strutturali, sono in corso nel quartiere San Benedetto-Monte Nuovo.

Tutti questi monumentali raccoglitori dovranno contenere le acque piovane e sorgive di cui l’abitato ed il cocuzzolo della montagna sono potenzialmente ricchi. A titolo di curiosità per gli esperti ed i conoscitori del territorio, esiste ancora e si trascina dal primo medio-evo, nella zona Arabo-Normanna del quartiere San Nicolò di Bari, la famosa via Pozzi dove ad ogni abitazione è regolarmente inserito nel sottoscala o al pian terreno, un pozzo d’acqua sorgiva, anticamente utilizzata oltre che per gli usi civici, anche per l’approvvigionamento potabile.

A proposito degli aiuti dalla Regione Sicilia per le famiglie colpite dalla calamità, ancora non sono stati completati gli elenchi degli aventi diritto e si stanno raccogliendo tutte le documentazioni necessarie affinchè per l’anno 2014, vengano elargite quelle somme previste dal decreto ministeriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per le autonome sistemazioni e che in caso di calamità, fanno testo per le quantificazioni e per le assegnazioni.

Gli sfollati nel frattempo in parte hanno deciso di rientrare in abitazioni di fortuna, altri attendono la concessione del quaranta per cento delle anticipazioni per dare corso alle ristrutturazioni. Un fronte caldo rimane quello legato alle demolizioni che tengono ovviamente conto dell’originaria ordinanza sindacale emessa nell’immediatezza del disastro e che comprende diverse abitazioni. Alcune sono state demolite e le aree recintate, altre sono ancora pericolanti, ma in piedi. Comunque tutte sono state evacuate a suo tempo.

Un occhio di riguardo meriterebbe la situazione legata alle case popolari dello Stazzone, sedici le famiglie che attendono che qualcuno dia disposizioni affinchè vengano prese le definitive decisioni. COME UN CIMELIO, AMMOBILIATE, CHIUSE E SORVEGLIATE DA CINQUE LUNGHI ANNI ATTENDONO LA LORO SORTE.

Consolidate, ristrutturate, riconsegnate salomonica e giusta dovrà comunque essere la presa di posizione, dove destinare sedici famiglie. In molti sperano che venga presa nella giusta considerazione la questione. Vero è che lo smottamento ha interessato una inclinazione di pochi centimetri ma è anche vero che sono stati fatti numerosi saggi, sul terreno, sul cemento, sul ferro, ma le case hanno resistito a tutte le intemperie, ed adesso si spera che qualcuno prenda le dovute decisioni.


In molti a San Fratello hanno pianto ed invocato aiuto, si sono sentiti abbandonati. E’ giunto il momento delle grandi definitive decisioni, basti pensare che coloro che hanno perso le case hanno dovuto dimostrare che per avere un risarcimento sono dovute entrare in possesso con regolare atto d’acquisto di una abitazione, ma coloro che abitavano in una casa popolare sono stati sempre in balìa dell’incertezza.

Da quel 14 febbraio 2010, tante persone di San Fratello hanno dovuto cambiare le loro abitudini, le loro attività, le loro residenze ed ancora sfollate vivono tra il resto del paese, ed i comuni limitrofi. La popolazione scolastica si è notevolmente ridotta sino a perdere l’autonomia. In quella data, nessuno a San Fratello è sfuggito alla tristezza ed all’amarezza di vedere un paese cambiato, con l’impronta di una tragedia che col passare dei giorni ha fatto piombare nella più incredibile ed umiliante crisi che la laboriosa popolazione di San Fratello avesse mai conosciuto.

Tante opere pubbliche non potranno far risollevare le sorti se non verranno accompagnate da concrete certezze sul futuro economico, sociale e strutturale, con la fattiva collaborazione di tutte le istituzioni.


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