Nel territorio dei Nebrodi ogni anno aumentano le società fallite e i campionati diventano sempre meno interessanti.
La crisi del calcio italiano è evidente in tutti i settori,
dal professionismo dove non devono illuderci gli ultimi investimenti dei club
italiani sul mercato, al dilettantismo dove si nota la caduta continua di
celebri sodalizi. Nella nostra provincia, soprattutto in riferimento al nostro
territorio, negli ultimi anni abbiamo assistito alla scomparsa del S. Agata
Calcio, la Torrenovese (recentemente rifondata), il Tortorici, l’A.S. Capo d’Orlando.
La lista è davvero lunga ed è destinata ad aumentare con la presenza della
prestigiosa Tiger Brolo, mentre l’Orlandina per il momento proseguirà l’agonia.
Cadute, rifondazioni e ricadute. Se da una parte la colpa
degli amministratori è inequivocabile, dall’altra i costi di gestione sono
davvero insostenibili. Su questo tema molte altre società rischiano nei
prossimi anni di aggiungersi alla lista nera delle società fallite, o alla
migliore delle ipotesi si rischia un netto ridimensionamento degli obiettivi.
Maggiormente a
rischio sono tutte quelle associazioni dei centri minori, soprattutto montani
che hanno visto da una parte i comuni (con le casse vuote) azzerare i
contributi destinati allo sport e dall’altra la fuga degli sponsor a causa
della interminabile crisi economica che attanaglia l’intero Paese.
Fanno eco al comunicato degli scorsi giorni della Mamertina, che potrebbe nelle
prossime settimane fondersi con il San Basilio, alcuni comunicati di società
dilettantistiche del nord Italia (Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Veneto),
che in coro avvisano le rispettive federazioni di una improbabile continuazione dell’attività
sportiva a queste condizioni, con costi insostenibili. Tutto ciò avvalora la
tesi di una crisi che non ha confini territoriali.
E pensare che nei prossimi anni i costi della federazione
potrebbero raddoppiarsi, perché il Coni come sappiamo ha tagliato i
finanziamenti al calcio, con il numero delle società affiliate che comincia a scendere. Attualmente in Sicilia (ma il fenomeno è diffuso in
tutte le regioni italiane) il Comitato Regionale della FIGC ad inizio stagione,
deve chiamare l’appello in tutte le categorie dilettantistiche, constatando che
gli assenti si moltiplicano anno dopo anno.
I ripescaggi sono all’ordine del giorno, mentre i campionati
diventano sempre più piccoli e quindi meno interessanti, con una terza categoria del distretto di Barcellona
che potrebbe avere gironi di 7-8 squadre, e una seconda categoria che nella migliore delle ipotesi non dovrebbe comunque superare le 11 partecipanti.
Vent'anni fa nel nostro comprensorio la Terza Categoria aveva stabilmente gironi da 11-12 formazioni, mentre la Seconda Categoria era un campionato avvincente con 14 squadre al via. La crisi ha cambiato anche i rapporti tra società, giocatori
e allenatori. Questi ultimi sono sempre più chiamati non solo ad eseguire
prestazioni di volontariato (che sarebbero comunque accettabili), ma si assiste
maggiormente ad un fenomeno contrario rispetto a ciò che succedeva fino a non
molto tempo fa. In pratica: “vuoi allenare o giocare con noi? Trovami uno sponsor!”. Tempi che cambiano (in peggio!).
Se da una parte gli amministratori di tutte le società sono
chiamati ad una gestione più oculata, votata al risparmio, dall’altra si
aspettano risposte importanti anche dalla federazione, che dovrà
necessariamente tagliare le spese gestionali, per non rompere un giocattolo che
purtroppo ha già manifestato tutti i segnali preoccupanti che potrebbe portare al
fallimento dell’intero movimento.
per fortuna che la tenacia, serietà, preparazione e l'immancabile amore per lo sport di qualche "addetto ai lavori" ci consente di sperare per il futuro del calcio. Complimenti sinceri al Sig. Emanuele Carmelo per il meritato riconoscimento ottenuto dalla Federazione quale miglior allenatore del nostro comprensorio. Auguri ed "in bocca al lupo" per la prossima stagione calcistica.
RispondiEliminaGrazie! Anche se il premio è stato assegnato al sottoscritto, il merito è diviso alla pari con tutti i giocatori e la società. Il calcio è un gioco di squadra, perciò anche quei riconoscimenti che sembrerebbero "individuali", in realtà in questo sport sono sempre frutto di un ottimo lavoro di squadra. [Carmelo Emanuele]
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