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Il complesso monumentale, oggi Santuario Diocesano di San Benedetto il Moro, venne edificato nel 1617.
Salvatore Mangione.
Fervono i preparativi per le celebrazioni del quarto centenario della
edificazione della monumentale struttura della chiesa, con annessi locali
biblioteca, chiostro, refettorio, celle e convento. Secoli di vicende e di grandi opere che sono ancora ben conservate e
risultati sempre più lusinghieri.
Oggi sede della Chiesa Madre elevata a
Santuario diocesano, dedicato a San Benedetto "il Moro". Già questo
riconoscimento da solo indica il grande valore che la chiesa attribuisce a quei
posti che per merito pubblico o per l'evidenza e l'importanza da indicare ai
fedeli, può definirsi santuario. Annualmente sono diverse le comitive di
pellegrini che si recano ai piedi dell'altare del primo santo nero della chiesa
cattolica moderna, nato a San Fratello, per venerare e partecipare ai riti ed
alle liturgie.
Dal 1617, grazie alla volontà e devozione della famiglia baronale dei
Larcan, venne realizzata la magnifica struttura, arricchita negli anni da
numerose opere d'arte. Utilizzta per due secoli e mezzo solo come convento dei
Frati Minori francescani, dalla seconda metà dell'ottocento è stata adibita a
locali comunali, rifugio dei senza tetto della frana del 1922, caserma dei
carabinieri, carcere, presidio per le marchiature dei cavalli e infine
canonica. Fra le molteplici manifestazioni, oltre allo studio e alla
presentazione delle opere del Gagini e della loro scuola, sono presenti un
Crocefisso di scuola spagnola e una statua di San Benedetto, estratti dalla
frana del secolo scorso e ricavati dalla macerie della vecchia matrice.
L'altare ligneo intarsiato in madreperla e un magnifico altare con reliquario e
statue, numerose opere pittoriche e le lunette di fra Emanuele da Como,
affrescate nel chiostro. Alcune giornate di studi e di fraternità dovrebbero
essere dedicata agli sfollati del 2010, ai senzatetto, e all famiglie
disagiate. I giovani in particolare dovrebbero prendere possesso dei tanti
locali comunali, trascurati e chiusi al pubblico. Il messaggio del frate nero,
potrebbe per l'occasione divenire operativo e dare un contributo concreto alle
esegenze delle persone che si sono trovate in stato di necessità.
Fonte: Gazzetta del sud
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