ATTUALITA'
Tutelare il cavallo sanfratellano, lo chiedono alcune
associazioni nebroidee. Indice puntato contro lo scarso controllo del registro
anagrafico.
Salvatore Mangione.
Un vero grido di allarme è stato lanciato da alcune
associazioni di categoria per la salvaguardia del cavallo sanfratellano.
Infatti è stato definito una popolazione-razza in via di
estinzione, a causa del totale disinteresse degli ultimi anni sia per lo scarso
controllo del registro anagrafico con le commissioni addette alle verifiche di
standard che alla valutazione dei nuovi soggetti in prossimità dell’annuale
fiera-mercato concorso.
Oltre al censimento storico mantenuto dall’Istituto per l’Incremento
ippico regionale che ha sede a Catania, esiste anche un progetto specifico per
la salvaguardia istituito dall’Associazione Italiana Allevatori.
La comunicazione giunta al Parlamento Europeo, del pericolo
in corso per la popolazione-razza, avrebbe bisogno di un progetto di
ripopolamento con le necessarie forze di supporto del settore
agricolo-zootecnico a partire dalla Regione Siciliana, e a scalare dagli uffici
periferici provinciali e zonali, oltre che dalle amministrazioni locali.
Giova ricordare che molti soggetti sanfratellani sono
presenti in tutte le nove province dell’isola e che nella maggior parte delle
aziende zootecniche sono utilizzati stalloni della razza nebroidea.
Caratterizzati dal mantello scuro morello, abbondante criniera, spalla
muscolosa con un carattere discretamente vivace, sensibile e docile.
Dalla storia si hanno notizie documentate sugli incroci
avvenuti sin dal 1826. Utilizzato come animale da soma, da sella e da tiro
leggero, in zone scoscese, mancanti di strade e difficilmente percorribili da
mezzi meccanici.
Vero compagno ideale per attività agrituristiche, il cavallo
sanfratellano, in questo settore è in forte estensione. Sicuramente il grido di
allarme si riferisce al numero decrescente delle stazioni di fecondazione, non
più finanziate dalla politica agraria regionale.
Fonte: gazzetta del sud
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