Fiera del cavallo e mostra d’arte equina, il capolavoro di Musumeci



Giorgio Aricò.
Il presidente della Regione Musumeci sarà ricordato per tanti motivi, più brutti che belli, ma senz’altro legherà il suo nome ai cavalli. Tutta sua l’idea di promuovere la prima Fiera mediterranea del cavallo, che però non si terrà in territori ad alta densità equina e con capi autoctoni come San Fratello, ma nell’azienda ippica Ambelia, che è privatissima e che si trova in territorio di Militello, cioè nel paese natale del governatore. Riunendo il governo ha stanziato l’incredibile somma di un milione e trecentomila euro, che sono andati non per l’organizzazione della Fiera quanto per ristrutturare la tenuta di Ambelia colpita da alcuni temporali che l’hanno allagata. Cos’ la Fiera mediterranea del cavallo si è tradotta in un intervento del tutto discrezionale della Regione a favore di un privato che ha subito danni per il maltempo non diversi né più gravi di tanti altri allevatori siciliani.
Volendo fare bella figura e convinto della portata culturale e turistica della manifestazione in calendario dal 10 al 12 maggio, Musumeci ha dato il via a un’ampia mobilitazione di operatori del settore e dell’agroalimentare per allestire ad Ambelia anche un mercato di prodotti tipici che con i cavalli non c’entrano niente ma che fanno cassa. Con i cavalli c’entra invece l’arte. Senza alcun rossore Musumeci ha richiesto alla soprintendente di Catania Rosalba Panvini di promuovere una mostra che per tema abbia il cavallo. L’idea evidentemente è di mettere in mano ai visitatori un piatto di carne di cavallo e di gustarsela davanti ad opere d’arte dove siano rappresentati degli equini. Nessuno ci aveva pensato mai prima.
La Panvini non ha battuto ciglio e si è data da fare, cosicché ha richiesto al Comune di Catania di cedere in prestito alcuni reperti custoditi nel Museo Ursino e la Giunta comunale, molto vicina alla sensibilità equina di Musumeci per affinità politiche tra sindaco e governatore non ha esitato a deliberare la concessione di sei pezzi: un askos a forma di cavallo con in sella due anfore laterali, una lucerna romana a canale con cavallino al centro, due pendagli bronzei a forma di cavalluccio, un gruppo equestre in terracotta e un prezioso frammento di rilievo con cavaliere (da una colonna istoriata), questo solo del valore di 200 mila euro. Ovviamente anche il Comune di Catania ritiene che la Fiera musumeciana-mediterranea del cavallo abbia un grande profilo culturale e di questo ne è soprattutto convinta la proprietà del maneggio di Ambelia che si è trovata un milione e trecentomila euro in tasca, si è riparata la casa e ora si farà una gran bella pubblicità gratuita nonché un ulteriore fondo di incassi grazie al compaesano che diventato governatore ha scoperto di amare i cavalli, memore forse dei cavalli di frisia di fascistissima gloria.

fonte: eccellente.org

Commenti