Festeggiamenti in onore di San Benedetto il Moro: dopo Palermo, Acquedolci, a settembre San Fratello.
Domenica 4 agosto Acquedolci ha festeggiato San Benedetto il moro. La
Vara col Santo è stata portata a spalla dal gruppo di giovani
Portatori lungo tutto l’itinerario previsto. Avvenimento che non
si verificava da circa tre decenni.
Il desiderio di ritornare alle antiche
tradizioni del paese unitamente alla forte devozione degli acquedolcesi nei
confronti di San Benedetto, primo Santo nero della chiesa cattolica, nato a San
Fratello nel 1524, è dovuto alla storia comune che Acquedolci condivide con San
Fratello.
I due paesi infatti
sono stati un unico comune fino al 1969. La nuova cittadina venne costruita,
sul modello delle Città Giardino Inglesi, in conseguenza della disastrosa frana
del 1922 che distrusse i due terzi dell’antico paese di San Fratello.
La
delocalizzazione fu merito dell’allora ministro della Guerra sanfratellano
Antonino Di Giorgio. Acquedolci si è successivamente accresciuta nei decenni
con migliaia di sanfratellani e tantissimi cittadini provenienti dai
paesi vicini. Il culto di San Benedetto si è affiancato a quello di San
Giuseppe, antico patrono del vecchio Borgo che si trova nei pressi del castello
Cupane.
I due Santi sono oggi festeggiati entrambi come patroni ma San
Benedetto è riconosciuto come patrono principale anche dal Comune che ne
commemora il 4 aprile di ogni anno la ricorrenza civile. I festeggiamenti si
ripetono la prima domenica di agosto per consentire agli emigranti di
partecipare alla processione.
Domenica
l'attenzione dei presenti che affollavano la Chiesa Madre di Acquedolci era
rivolta alla vara e ai giovani portatori. Mentre come è consuetudine i fedeli
cominciano ad uscire fuori dalla chiesa, la folla di ragazzi comincia ad
avvicinarsi alla bellissima statua del Pherathoner, scolpita nel 1951 su
commissione del commendator Calogero Catania.
Il simulacro è collocato su una
vara elegantemente abbellita da composizioni floreali donate dagli stessi
ragazzi che hanno raccolto tra loro la cifra necessaria per pagare l'addobbo. Intanto
nella Chiesa si eseguono con attenzioni le operazioni di rito. Il fercolo del
santo si solleva, i presenti si alzano in piedi partono gli applausi e il coro
"Viva San Benedetto". La piazza è affollata.
La tradizione ritorna ad
Acquedolci, come se i quasi trent'anni non fossero mai passati. La banda inizia
a suonare, iniziano i mortaretti e gli spari, le campane suonano a distesa. San
Benedetto si immerge tra la folla. La Festa di San Benedetto inizia così, fra
gli applausi mentre si imbocca la via Palermo che improvvisamente si riempie di
emigranti, turisti, curiosi.
Alle 20,15 circa la Processione giunge nel corso
principale di Acquedolci, il suono del campanello blocca il consueto passeggio
e le solite chiacchiere dei bar. La gente esce dai locali, chi è seduto si alza
in piedi. Acquedolci torna ad emozionarsi. La processione procede lentamente,
un portatore non si sente bene. Uno degli organizzatori del gruppo corre dal
sindaco di San Fratello, il dott. Mario Fulia che dà aiuto e soccorso. Si
procede ancora tra gli applausi. Al ritorno dalla Marina Vecchia comincia una
delle salite più pesanti di Acquedolci, la via Risorgimento.
I ragazzi sembrano
avere ritrovato entusiasmo, ma la stanchezza si fa sentire. Si invoca il santo,
ancora cori “Viva San Benedetto il Moro!". E' incredibile vedere quella
vara diventata pesantissima, correre leggera in salita. Il rientro in chiesa è
puntuale e ordinato, gli applausi per San Benedetto sono tantissimi, forti,
come i cori che si odono continuamente. Feste così non se ne vedevano da
parecchio.
Il Parroco chiede un applauso per quei giovani stravolti dalla
stanchezza che si abbracciano davanti la chiesa. L'appuntamento è adesso il 17
settembre, per i solenni festeggiamenti a San Fratello.
fonte: Giuseppe Lazzaro, foto a cura del Gruppo dei Portatori della Vara
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