di MICHELE GIARDINA.
Convento di S. Maria del Gesù di Ispica dei Frati
Francescani Minori. Attento e prezioso testimone del tempo, posizione
panoramica incantevole, domina solitario e pensoso la pianura sottostante,
scrutando il Mediterraneo. "Ho deciso di diventare frate a 22 anni, per un
forte bisogno di libertà". Così, sorriso aperto, risponde alla nostra
prima domanda il Guardiano della Comunità, fra Carmelo Paolo Latteri.
«Proprio così. Libertà dalle cose materiali, futili, inutili, superflue,
effimere, passeggere. Libertà dalla corsa forsennata verso traguardi illusori
ed alienanti, che conducono fuori e lontano dal percorso tracciato da Dio, che
è quello della limpidezza del pensiero e dell'azione, della uguaglianza, del
rispetto reciproco, dell'amore verso il prossimo, della solidarietà, della
fraternità universale».
Folgorato sulla via di Damasco?
«No. Dico proprio di no. Nato a San Fratello di Messina, da famiglia cattolica,
ho sempre avuto grande rispetto per la libertà mia e degli altri. Pertanto non
ho mai sentito alcuna voce che mi avesse detto "Perché mi
perseguiti". Dopo avere letto, regalo di un mio caro amico, le Fonti
Francescane, raccolta di testi sulla storia dell'Ordine francescano che
comprende gli scritti e le biografie di Francesco e Chiara d'Assisi, ho
riflettuto a lungo sul percorso di vita da intraprendere. Ed ho scelto in
assoluta autonomia. Con gioia. In piena libertà. Un colpo per mia madre, mio
padre, tre sorelle ed un fratello, nonostante fossero tutti cattolici
praticanti. La loro, probabilmente, è stata resistenza di tipo culturale.
Durata solo lo spazio di qualche anno. Più che folgorato, direi affascinato dal
pensiero e dalla vita di San Francesco, dal suo carisma. Sono entrato in
convento nel 1989 a Barcellona Pozzo di Gotto, come postulante presso il
convento di S. Antonino. Ho scelto la strada della fraternità per la missione e
l'evangelizzazione, dopo avere completato gli studi presso l'Istituto Magistrale.
Sono stato a Ispica per il noviziato nel 90/91. Ma ho voluto anche essere
sacerdote, perché sentivo forte il bisogno di stare con la gente per esercitare
il ministero della predicazione e della riconciliazione. Ineguagliabile
l'esperienza di diffondere nel mondo la parola di Dio con lo stile francescano.
Ho studiato dal 1991 al 1996 a Messina presso lo studentato del convento di S.
Maria degli Angeli e mi sono baccalaureato in teologia, dopo avere frequentato
i corsi di filosofia e teologia presso l'Istituto S. Tommaso. Dal 1997 al 2008
sono stato nel convento di S. Maria di Gesù, a Chiaramonte Gulfi, nella veste
di responsabile per la Fraternità e l'Evangelizzazione itinerante. Ho ricoperto
inoltre, durante la mia permanenza a Chiaramonte, l'incarico di responsabile
nazionale per le missioni al Popolo. Dal 2009 al 2010 sono stato parroco a
Catania nella parrocchia di S. Maria di Gesù. Sono a Ispica da poco più di due
anni».
Frate e sacerdote?
«Certamente. Sono responsabile per l'evangelizzazione della "Provincia
Religiosa Santissimo nome di Gesù", dei Frati Minori di Sicilia. E sono
anche sacerdote. Il convento è frequentato da tanta gente. La chiesa non
rappresenta una parrocchia, ma è luogo sacro aperto a tutti. L'attività
formativa parte da questo magnifico posto di azione e meditazione, ma la nostra
attenzione è rivolta alla comunità siciliana, con riferimento particolare ai
progetti sociali da portare avanti nel Congo. L'impegno prioritario è quello di
riscaldare le coscienze degli uomini sulle condizioni di vita di tanti nostri
fratelli più sfortunati di noi che vivono in uno stato di profonda indigenza.
Pertanto la nostra missione è quella di far scattare nei nostri fratelli la
molla della solidarietà e della fratellanza».
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